Re: Cartoline dei primi decenni del '900 Induno Olona
Inviato: ven apr 16, 2010 11:52 pm
La festa delle rose al Monarco
(15 giugno 1913)
Quando al tramonto, dopo l'uragano,
vedi, o Monarco su dall'orizzonte
un'iride brillar nel ciel lontano
a redimere del Bisbin la fronte,
quasi tu avessi un sentimento umano,
ti morde invidia, perchè un altro monte
le forze occulte d'un potere arcano
a cinger di splendor sian si pronte.
Non invidiar quell'iride, o Monarco,
ne muor col sole fino in memoria;
qua convenuti di tua vetta al varco,
in questo dì che passerà alla storia,
le dame e i fior ti cingono di un arco,
più che di luce, splendido di gloria.
Federico Ghisolfi
Al Monarco
1°
Dell'ultime prealpi il primo monte,
imperturbato ai fulmini ed ai venti,
levi, o Monarco, al cielo la tua fronte,
quasi a sfidar gli avversi firmamenti.
Sulla tua vetta ancor vergine d'impronte,
godea salir negli anni miei fiorenti,
a contemplar nel magico orizzonte
visioni eteree al sol iridescenti.
Tramonti d'oro, sfolgoranti aurore
tu mi rammenti dell'età mia prima,
e le memorie sante del mio core.
E quando guardo fisso alla tua cima,
parmi spiegar sull'ali dell'amore
un indomabil vol che mi sublima.
2°
Quasi volessi favellar con Dio,
t'elevi, o mio Monarco, diritto al cielo;
di verde ammanto vesti il tuo pendio,
il capo avvolgi in un azzurro velo.
Allor che all'infinito il pensier mio
dispiega il volo in un ardente anelo,
alla tua vetta appunta il suo desio,
siccome al sole ogni fiorito stelo.
E come appena appar sull'orizzonte,
il sol depone, in segno di tributo,
i primi baci suoi sulla tua fronte,
così anch'io, a te non sconosciuto
dal cor t'invio, o mio diletto monte,
sull'ali del pensiero il mio saluto.
Federico Ghisolfi
(15 giugno 1913)
Quando al tramonto, dopo l'uragano,
vedi, o Monarco su dall'orizzonte
un'iride brillar nel ciel lontano
a redimere del Bisbin la fronte,
quasi tu avessi un sentimento umano,
ti morde invidia, perchè un altro monte
le forze occulte d'un potere arcano
a cinger di splendor sian si pronte.
Non invidiar quell'iride, o Monarco,
ne muor col sole fino in memoria;
qua convenuti di tua vetta al varco,
in questo dì che passerà alla storia,
le dame e i fior ti cingono di un arco,
più che di luce, splendido di gloria.
Federico Ghisolfi
Al Monarco
1°
Dell'ultime prealpi il primo monte,
imperturbato ai fulmini ed ai venti,
levi, o Monarco, al cielo la tua fronte,
quasi a sfidar gli avversi firmamenti.
Sulla tua vetta ancor vergine d'impronte,
godea salir negli anni miei fiorenti,
a contemplar nel magico orizzonte
visioni eteree al sol iridescenti.
Tramonti d'oro, sfolgoranti aurore
tu mi rammenti dell'età mia prima,
e le memorie sante del mio core.
E quando guardo fisso alla tua cima,
parmi spiegar sull'ali dell'amore
un indomabil vol che mi sublima.
2°
Quasi volessi favellar con Dio,
t'elevi, o mio Monarco, diritto al cielo;
di verde ammanto vesti il tuo pendio,
il capo avvolgi in un azzurro velo.
Allor che all'infinito il pensier mio
dispiega il volo in un ardente anelo,
alla tua vetta appunta il suo desio,
siccome al sole ogni fiorito stelo.
E come appena appar sull'orizzonte,
il sol depone, in segno di tributo,
i primi baci suoi sulla tua fronte,
così anch'io, a te non sconosciuto
dal cor t'invio, o mio diletto monte,
sull'ali del pensiero il mio saluto.
Federico Ghisolfi