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IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Raccontiamo in questa sezione, le storie più particolari della nostra Valle sia di oggi che di ieri....

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gigilugi
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

IL PADIGLIONE BERTARELLI-JOHNSON AL VILLAGGIO ALPINO
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ALLA pietà verso gli infermi anche le età remote devono l’ispirazione di magnifiche provvidenze. Erano duri tempi e non inclinati a gentilezze di cuori quelli in cui sorsero il grandioso, magnifico Ospedale di Milano, gloria del Filarete ma ancor più di Bianca Maria Visconti o l’Ospedale del Ceppo in Pistoia e tanti altri che sarebbe lungo ricordare. Ma solo in tempi vicini ai nostri si aggiunse al concetto della cura quello della prevenzione: si sentì quanto umanamente caritatevole e socialmente vantaggioso fosse di non attendere che i mali avessero invaso i deboli corpi, ma di rafforzar questi nell’età in cui lo sviluppo fisico si determina, per renderli resistenti ai mali. Una delle cinque fronti del Palazzo del Touring corre lungo la via Barellai: e molti inarcano le sopracciglia sentendo quel nome: pochi sanno che il dott. Giuseppe Barellai di Firenze è il fondatore dei primi ospizi marini per fanciulli gracili, scrofolosi. Ma il dottor Barellai, morto nel 1886, non aveva iniziato la sua umanitaria opera se non nel 1850: ed egli era il pioniere.
Da allora, prima lentamente, poi rapidamente, tali provvidenze si sono benedettamente moltiplicate : le nostre riviere videro sorgere grandi costruzioni (grandiosissima quella dell’Istituto di Santa Corona a Pietraligure) destinate ad accogliere nella stagione dei bagni e, più recentemente, in quella invernale migliaia e migliaia di fanciulli che al sole e al mare cercano rimedio alla loro gracilità: e, non meno efficaci, anzi in certi casi specificatamente efficaci, altre più modeste, talvolta anche rozze ma sempre benefiche, ingentilirono le vallate alpine dove si ritemprano, nella purezza dell’aria e nel moderato esercizio fisico le tempre infiacchite dalla vita, per tanti null’affatto igienica, delle dense città. La «vita all’aperto», ecco la grande panacea per i fanciulli deboli: e quando le colonie marine o montane non bastarono, si ricorse a quelle fluviali, di cui Cremona e Montevarchi danno un bell’esempio, e magari anche ci si contenta, come fa il Municipio di Milano, di raccogliere nella stagione estiva un gran numero di fanciulli in un vastissimo recinto, il Trotter, dove non mancano spazii alberati e ombrosi e custodirveli fino a sera, in abiti succinti, in giuochi ricreativi, con un regime dietetico ricostituente.
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Fra le opere di tal genere, di cui non v’è chi non senta la bellezza e la sapienza, ha preso un posto di primissimo ordine per la felicità dell’ambiente e di tutti i particolari, per la regolarità di vita, per i felici risultati che si ripetono ogni anno e anche per una quantità di fattori morali che ne inalzano il significato e il valore, quel Villaggio Alpino del T. C. I. di cui i nostri Soci e i lettori delle Vie d’Italia hanno sentito molte volte a parlare, ma che noi ricordiamo sempre con infinita compiacenza, perchè nel giardino dove grandeggiano tanti robusti alberi, di cui ognuno rappresenta una poderosa attività del Touring, questo ci appare come il fiore più gentile e profumato.
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Non ripeteremo qui che cosa il Villaggio sia, nè come vi si svolga giocondamente la vita dei fanciulli, orfani di guerra e figli di combattenti, che vi salgono ogni anno, fatti magri e pallidi dai lunghi mesi trascorsi in case anguste e spesso malsane, e ne tornano paffuti e abbronzati, sprizzando dagli occhi la salute e la letizia. C’è un bellissimo, un commovente opuscolo, magnificamente illustrato e dovuto all’agile penna di uno dei nostri collaboratori, Cesco Tomaselli. Ogni Socio può acquistarlo, inviando al Touring L. 2,—, e dando così il suo piccolo contributo alla nostra opera benefica: non è poi escluso che, quando lo abbia letto, egli senta il desiderio, direi quasi il dovere, di iscriversi nella falange dei Soci fondatori, che versano cento lire una volta tanto, o di iscrivervi, con pietoso pensiero, qualche cara persona perduta. Qui vogliamo limitarci a dire che, grazie alla generosità di molti il cui nome è ricordato a lettere d’oro nell’edificio centrale del Villaggio, al fondo di 70.000 lire residuato dalla nostra opera per i doni ai soldati, se ne sono aggiunte ben 2.000.000, chè a tanto ammontano le spese per la Costruzione e l’arredamento delle villette e di tutti gli altri edifici, e il costo di questi anni d’esercizio e le riserve, non ancor sufficienti, per assicurare al Villaggio il suo completo fabbisogno finanziario indipendentemente da ogni concorso aleatorio.
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Ora, a questa specie di «Città del Sole», donde è sbandito ogni maligno influsso e dove regna perpetua la serenità, si sta per aggiungere un nuovo gioiello. Quello che era il sogno della Commissione amministrativa sta per diventare una magnifica realtà.
Il Villaggio avrà nel prossimo anno il suo padiglione ospitaliero; un nuovo fabbricato, con tutto l’occorrente per la cura dei nostri piccoli ospiti: una sala di chirurgia, due camere per gli ammalati, un’infermeria, una sala da bagno, la camera per la Direzione. Il tutto raccolto in un edificio al quale l’architetto Arnaldo Gardella, l’autore delle prime due villette e dell’Arco Johnson, ha dato linee e aspetti graziosissimi, pur non dipartendosi da quell’architettura alpina, nella quale la grazia e l’austerità sono genialmente fuse e intonate con l’ambiente che la circonda.
Non vorremmo che la denominazione «padiglione ospitaliero» inducesse in erronee induzioni sul carattere della nostra bella colonia. Essa non è un sanatorio; anzi, tutti i piccoli ospiti sono accuratamente visitati prima che vi salgano e non si accettano se non quelli che risultano sani ancor che predisposti dalla gracilità alle malattie. Ma dove è raccolta una numerosa comunità, chi può assicurare che non si verifichi qualche infezione morbosa, che non si presenti qualche caso da richiedere il pronto soccorso? Ora ognun sa che in simili circostanze, l’aver pronti tutti i presidii che la scienza medico-chirurgica può offrire costituisce un elemento di grandissima tranquillità per chi si sente responsabile di quelle preziose esistenze; mentre l’idea di non poterlo trovare se non a parecchi chilometri di distanza è fonte di preoccupazione angosciosa.
Così ancora una volta il Villaggio ha operato il miracolo di ottenere dalla bontà e dalla gentilezza del cuore umano quanto è necessario al suo perfetto funzionamento.
E il miracolo è sbocciato dal cuore grande di Federico Johnson, di questo uomo che fu per venticinque anni il Direttore del Touring e il precursore geniale e ardimentoso di ogni iniziativa che a un interesse sportivo unisse la possibilità di una maggiore messa in valore del meraviglioso patrimonio di bellezze artistiche e naturali del nostro Paese; e che rimase l’amico devoto e fedele di Luigi Vittorio Bertarelli quando questi, per la rinuncia sua, prese le redini del Sodalizio, integrandone il già vasto programma con nuove direttive atte a farne un centro irradiatore di cultura geografica e turistica per il popolo. Ma Federico Johnson conservò la Presidenza di quel Comitato Nazionale di Turismo Scolastico che, in 13 anni di fervido e tenace lavoro, ha portato un contributo non disprezzabile alla educazione fisica e spirituale della gioventù italiana, con la creazione delle sezioni locali, strette in una Federazione faciente capo al Touring e con l’organizzazione di grandi manifestazioni nelle quali sono chiamate ad aspri ma sani cimenti tutti i giovani desiderosi di cercare un sollievo agli studi nella vita e nel moto all’aria aperta, nell’ambiente rigeneratore della montagna.
E un amico devoto e fedele ebbe in Federico Johnson il nostro Villaggio Alpino.
Già lo scorso anno era stato inaugurato, per la sua generosità, il bellissimo Arco di ingresso, davanti al quale il visitatore si arresta commosso, richiamato dalla grandiosità e dalla bellezza dell’ambiente alla santità dello scopo per cui fu creato.
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Ma il 20 settembre scorso fu certamente tra le giornate più belle e più felici delle tante vissute al Villaggio. Un sole meraviglioso, un trionfo di luce, di verde, di azzurro. Una gioia negli occhi e nel cuore di tutti dei nostri piccoli ospiti, della loro saggia e amorevole Direttrice, delle devote mammine, della folla di visitatori che dalle 9 del mattino invase il magnifico recinto, aggirandosi per le aiuole in pieno rigoglio di fiori, visitando ogni edificio del Villaggio, ammirando ogni cosa incondizionatamente.
La Messa celebrata da don Cantoni, il Cappellano del Villaggio, e accompagnata dal canto delle fanciulle e dei maschietti, raccoglie tutti i convenuti intorno alla chiesetta, in una cornice meravigliosa di verde e di azzurro, mentre in lontananza, la grande cerchia alpina sfolgora nella gloria delle sue nevi eterne.
Poi una cerimonia commovente nella sua semplicità, per il ricordo a cui si inspira.
Accanto alla chiesetta, su di un’altura che domina tutto il Villaggio, una massiccia pietra, appesa con un anello di bronzo ad una trave, sovrasta ad una grande fossa destinata ad accoglierla. Accanto, in un grande quadro, è il progetto dell’Ospedaletto ideato da Arnaldo Gardella, con le parole dettate da Giovanni Bertacchi, che sintetizzano mirabilmente l’origine di questa nuova opera di gentilezza e di bontà:
OFFERTO DAL PRECURSORE DEL TOURING
FEDERICO JOHNSON
DEDICATO AL GRANDE SCOMPARSO
LUIGI VITTORIO BERTARELLI
QUESTO ASILO DI CURA
ASSOCIA I DUE NOMI AUGURALI
ONDE DAI PRIMI CICLISTI
SCORRENTI LE VIE DELLA PATRIA
SI SVOLSE IL SODALIZIO POSSENTE
CHE CI RICREA L’ITALIA
Il Presidente del Touring, dopo che la pietra è stata ritualmente benedetta, esprime la gratitudine del Touring per il generoso Benefattore, e ricorda l’amicizia che per tanti anni unì i due massimi artefici della grandezza attuale dell’Istituzione: un’amicizia, egli dice, «nata da affinità di gusti e da reciproche comprensioni, rinsaldata nella comunanza del lavoro, esaltata nella gioia del trionfo, affinata nel dolore della separazione e che ora qui si sublima nell’augusto nome della carità». Mette in rilievo quanto felicemente Federico Johnson abbia prescelto questa forma per onorare L. V. Bertarelli, conciliandogli la perpetua gratitudine di quei bambini che «Egli amava tutti, noti e sconosciuti, fiorenti o gracili, carezzevoli o ritrosi, forse perchè nell’animo suo, sempre proteso verso l’avvenire, la fanciullezza rappresentava quel che saranno nel futuro la famiglia e la Patria». La pietra, manovrata dall’ing. Giuseppe Sichirollo, uno dei nuovi volontari del grande esercito dei benemeriti, calò lentamente, mentre la signorina Ernestina Bertarelli, con la cazzuola dorata, la univa col cemento al terreno. La commozione era nel cuore di tutti e non erano pochi quelli che la palesavano nelle lacrime.
Poi il comm. Mario Tedeschi, Consigliere del Touring e Segretario della Commissione del Villaggio, che egli adora come una sua creatura, chiamò la folla a raccolta davanti ad una finestra dell’ala sinistra del refettorio, velata da un drappo e ornata con foglie di quercia. Una finestra cieca, a cui il pittore Angelo Goglio volle dare anima, affinchè nulla sia nel Villaggio che non si trasformi in una fonte di poesia e di bellezza.
Caduto il drappo, apparve un delicato affresco, di squisita fattura; un combattente, uno dei nostri umili fanti gloriosi che sta per morire sorretto e confortato dalla divina Pietà. Opera nobilissima, inspirata ad un sentimento di profonda umanità.
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Dopo la refezione, una nuova cerimonia: l’omaggio di una corona d’alloro al busto di Mario Pandini, della cui morte eroica, a quota 44 del Carso, ricorre il decennio. Ancora il comm. Tedeschi esalta il purissimo Eroe, esempio luminoso ai giovani, che sono e che verranno, di infinita devozione alla Patria e di sublime virtù di sacrificio.
Infine, tutti si raccolgono accanto all’arco Johnson, ove ha inizio il grande viale di accesso. Alla sinistra sorge una stele ravvolta in un drappo tricolore; sciolto il drappo, appaiono fuse nel bronzo e illuminate dal sole, le parole: VIALE CHlNI.
È un doveroso omaggio, spiega il prof. Bognetti, alla persona che, offrendo al Touring il magnifico bosco, sotto il Piambello, rese possibile la creazione del Villaggio Alpino, al quale questa stessa persona offre continuamente la sua preziosa assistenza.
Ed è nel suo nome che la Commissione ha desiderato iniziare il battesimo del Villaggio, ove saranno ricordati tutti quelli che hanno risposto all’appello della Commissione, contribuendo a dar vita alla più bella Colonia Alpina d’Europa.
La bella e buona giornata è finita. Lentamente gli invitati si allontanano, salutati romanamente dai piccoli ospiti, che da otto ore vivono sognando.
Alle 18, quando il sole sta per scomparire dietro i giganteschi spalti del Monte Rosa, orlati da una luce d’oro, il Villaggio è ritornato silenzioso e tranquillo.
Già appare tra le foglie la luce rosea che illumina nella Cappelletta la pia Madonnina curva sul fanciullo divino in atto di amore.
I fanciulli si preparano per la cena nel Refettorio, in compagnia della Direttrice, signora Maria Fantoni Modena, dei Direttori e delle Mammine; tutti stanchi, ma felici per la buona giornata vissuta.
Tre ore dopo, quando il cielo è tutto un palpito di stelle, e in lontananza, nell’oscurità della valle, brillano i lumi dei minuscoli paesi, le piccole creature riposano immobili nei loro bianchi lettini.
Esse dormono e sognano; e i sogni sono lieti, perchè tutti i volti sorridono.
Noi pensiamo con tristezza che quel sogno sarà breve; fra poco la vita le riprenderà, con le sue miserie, le sue sofferenze, la sua dolorosa realtà.
Possa, almeno, il ricordo di questi pochi giorni felici esservi di conforto quando vi ritornerà nella mente e nel cuore e rivedrete col pensiero il vostro bel Villaggio.
Per questo noi lo vogliamo sempre più bello e gentile. Per voi, per voi soli, o fanciulli a noi cari; perchè il suo ricordo sia per il vostro cuore una fonte perenne di gioia.

Nel cielo s’accendono i mille lumini,
dormite, dormite, dormite o piccini!
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Tratto da "Le Vie d'Italia", dicembre 1926


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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Cinematografia del Villaggio Alpino.

Per fissare in un simpatico documento la vita del nostro Villaggio Alpino, dedicato alla cura estiva in montagna di orfani di guerra e figli gracili di ex-combattenti, la Commissione amministratrice fece eseguire dal fotografo Comm. Vincenzo Aragozzini una cinematografia, che riuscì molto bene e fu già presentata in qualche festa di beneficenza.
Alle spese hanno generosamente contribuito il Dott. Comm. Marco De Marchi, Presidente della Commissione Amministratrice, con L. 1000, il Dott. Comm. Girolamo Serina, Consigliere del T. C. I., con L. 500, il Prof. Rag. Cav. Carlo Storni con L. 100, i signori Ambrogio Scandiani con L. 350, Arnaldo Fontana Roux con L. 200, Ferdinando Brusa con L. 180 e Guido Rossi con L. 80.
Ai generosi oblatori il nostro ringraziamento più cordiale e più profondo.

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Tratto da "Le Vie d'Italia", dicembre 1926
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Per il Villaggio Alpino del Touring.

Il Comitato Ordinatore della Fiera Campionaria di Milano ci ha fatto cortesemente pervenire le seguenti offerte, a suo tempo raccolte fra gli Espositori, a favore del Villaggio Alpino del T. C. I., per onorare la memoria di Luigi Vittorio Bertarelli:
Manifattura Italiana Carlo Pacchetti - Milano - L. 500
Ditta Ing. C. Olivetti & C. - Ivrea - L. 500
Ditta Arch. E. Monti & C. - Milano - L. 500
S. A. Meroni & Fossati - Lissone - L. 200
Ditta «Poltrona Frau» - Torino - L. 100
Ditta Giuseppe Moneta - Milano - L. 100
Ditta Frette - Monza - L. 100
S. A. Romanenghi - Affori - L. 50
Totale L. 2050

Con l’occasione segnaliamo anche la cospicua offerta di L. 2000 versata direttamente all’Ufficio ENIT di Roma dagli impiegati della Ditta Tanfani & Bertarelli di quella città, sempre a favore del nostro Villaggio Alpino ed in onore dell’illustre ed amato Scomparso

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Tratto da "Le Vie d'Italia", dicembre 1926
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Estratto dalla:

RELAZIONE DEL CONSIGLIO PER L’ESERCIZIO 1926

IX. Il Villaggio Alpino del Touring. — I risultati del VI Esercizio sono veramente lusinghieri e attestano ancora una volta quanto sia grande l’interessamento dei Soci per questa nostra iniziativa, intesa a fini di pietà, previdenza e riconoscenza nazionale.
Le spese complessive per la costruzione ammmontavano al 31 dicembre 1926 a lire 1.126.862 e gli introiti a L. 1.705.068,90 comprese le 109 quote dei Soci Patroni (L. 545.000) e le L. 50.000 versate dal comm. Johnson per la costruzione del padiglione da lui offerto e dedicato alla memoria di L. V. Bertarelli, costruzione che è già iniziata e la cui spesa ammonterà a circa L. 100.000.
I Soci Fondatori sono attualmente in numero di 2559 per complessive L. 255.900.
I contributi alla gestione del 1926 ammontarono a L. 54.200; si raccolsero nell’anno 33 quote di Soci Patroni (L. 5.000 ciascuna) per complessive L. 105.000 di cui 110.000 per onorare la memoria di L. V. Bertarelli.
Le mutate condizioni del sottosuolo costrinsero al rifacimento della conduttura dell’acqua potabile e alle spese relative provvide la generosità del Consigliere del Touring, cornm. Serina, così come aveva sostenuto le spese del primo serbatoio.
Infine ricordiamo le forniture gratuite di latte, pasta, vino, olio, birra, acqua minerale, mezzi di trasporto, dovute agli amici del Villaggio, che ogni anno aumentano di numero, sì da costituire oggi una vera legione, alla quale il Villaggio stesso deve la sua sempre crescente bellezza e prosperità. Le spese per la gestione ammontarono complessivamente a L. 92.944,65, che, suddivise fra 300 fanciulli, ospitati nelle comode e ariose villette del Villaggio, nei tre turni di un 1 mese ciascuno, rappresentano una spesa media, per ogni fanciullo e giornata, di L. 10,30, contro L. 8,40 dell’anno 1925 e L. 7,40 del 1924. L’aumento è imputabile esclusivamente al maggior prezzo dei generi alimentari, accentuatosi sensibilmente nel 1926.

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Tratto da "Le Vie d'Italia", maggio 1927
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

novembre1927-1.jpg
Il Padiglione Bertarelli – Johnson
LE «Vie d’Italia» parlano, necessariamente e doverosamente, delle iniziative del Touring: ce n’è una di cui parlano raramente, non perchè manchi la materia o il motivo di compiacersene, tutt’altro. Forse è il caso di applicare qui la massima: beati i popoli che non hanno storia! Realmente, la storia del Villaggio Alpino del Touring per fanciulli gracili con preferenza agli orfani di guerra e ai figli dei combattenti si svolge in un senso solo: quello del progresso che è progresso di bellezza, di comodità, di provvidenze ausiliatrici e riparatrici. L’ultimo capitolo, fra i più brillanti, fu scritto il 18 settembre, una luminosa giornata che vide fra le simboliche mura (non del tutto simboliche perchè il villaggio è ora completamente recinto e ha le sue porte come un campo romano, ma più artistiche di quelle dei campi romani) raccogliersi un largo stuolo di persone venute dalla città e dalla campagna a celebrare l’annuale solennità con una straordinaria cerimonia: l’inaugurazione del padiglione Bertarelli-Johnson, il settimo tra i fabbricati che costituiscono per ora l’edilizia del villaggio, compresa la piccola ma indovinatissima cappelletta.
Il padiglione è la risultante reale di due motivi ideali: la fraterna amicizia che unì per tanti anni Federico Johnson a Luigi Vittorio Bertarelli e la gentile ansia per la salute della piccola colonia. È vero che i fanciulli, ancorchè gracili, portati lassù fra condizioni ideali di clima e di ambienti, nel sano e abbondante regime, nella lieta convivenza godono di un benessere invidiabile e rifioriscono nell’aspetto e si ricreano nell’animo. Ma dove esiste una collettività di ragazzi, bisogna saper prevedere ogni eventualità anche la più disgraziata, in modo da potervi far fronte con tutti i mezzi che la scienza e l’esperienza suggeriscono. Fra tali eventualità, c’è quella di qualche caduta accidentale, di qualche forma patologica di preesistente incubazione, peggio ancora, di qualche forma contagiosa che si annunci improvvisa e minacciosa. Ora che la provvidenza c’è, si può vivere tranquilli; prima le fronti degli amici del Villaggio e ancor più di chi ha particolarmente l’onore e la responsabilità di governarlo, si corrugavano per un pensiero molesto. Per spianarle, bastava che accanto alle graziose villette che accolgono le piccole famiglie di venticinque bambini colla loro provvisoria mammina, accanto alla più grandiosa Villa Pandini che ne accoglie cinquanta e all’ampio fabbricato che li riunisce tutti per i pasti, i giuochi, le letture, le cinematografie educative, e dove sono concentrate la cucina, le docce, la lavanderia, la guardaroba, la dispensa, i magazzini, accanto al minuscolo e leggiadro fabbricato della Direzione e alla già ricordata cappellina e al provvido acquedotto, largito dalla munificenza del consigliere dottor Serina, figurasse un nuovo edificio destinato esclusivamente alle cure medico-chirurgiche, che potessero rendersi necessarie.
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Ora l’edificio c’è, perchè Federico Johnson volendo onorare la memoria del suo amico Bertarelli, fratello in turismo e anche nelle idealità che lo animano, gli ha dedicato un gioiello di artistica armonia e di pratica utilità, da formare l’ammirazione di un competente nell’architettura come di un esperto nel difficile problema ospitaliero.
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La costruzione, dovuta all’ing. Gardella, il felice e generoso ideatore delle primitive villette e dell’arco Johnson (un altro dono scaturito dalla stessa liberalità che si estrinseca nelle forme della bellezza e della bontà), consta di un fabbricato a un sol piano, isolato nella parte più alta del villaggio, e rialzato sul fondo stradale. L’esterno è gaio ed elegante, intonato all’architettura prevalente nel Villaggio ed è diviso in sei ambienti: due camere da letto, con quattro letti, una camera per l’infermeria, una sala di disinfezione, una di medicazione, una da bagno, oltre i servizi e una loggetta esterna per uso dei convalescenti. Tutto vi è gaio, semplice, scrupolosamente nitido. I richiami della infermità vi perdono le loro malinconiche caratteristiche, e vi si affollano invece i lieti presagi della ricuperata salute.
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Eravamo in molti raccolti quel giorno a compiacerci: perchè molti sono gli amici e i benefattori del Villaggio che da loro e da loro soltanto trae la sua economicamente prospera vita. E tra gli amici, i Consiglieri Guasti, Serina, Rosetti, Binda, Bertarelli, Mercanti, Tedeschi animatore e suscitatore instancabile di ogni progresso del Villaggio, il sindaco Magnocavallo, il Capo Console per Napoli, barone De Angelis, il Vice Podestà di Varese, il comm. Rusconi, delegato da Mario Giampaoli a rappresentarlo, e il gr. uff. Pizzagalli, rappresentante del Podestà di Milano; e ufficiali della Milizia Nazionale e Rappresentanti dei Combattenti e via via. Ma c’erano anche molti venuti per dire ancora una volta la loro gratitudine e la loro ammirazione a Federico Johnson, questa volta presente non soltanto colle opere e collo spirito, ma colla persona.
A Lui il Touring aveva preparato un modesto omaggio, grazie alla previdente collaborazione di un felice raccoglitore di ricordi, di fotografie, di cimeli che, per la loro natura vanno spesso e ingiustamente dispersi.
Si tratta di un opuscolo intitolato «Un pioniere del turismo». Esso rievoca la lunga giovinezza sportiva di Federico Johnson, precursore e animatore: lo mostra quale fu instancabile propugnatore di tutte le forme del turismo, dal vecchio faticoso biciclo alla scorrevole bicicletta di insuperabile praticità, al trionfante automobile che ebbe nel Johnson in magnifico e precoce propagatore, all’alpinismo, all’equitazione, alla lotta, all’aeronautica. Felice tempra fisica e morale, che non trascura l’industria ereditata dal padre, ma anzi la sollevò a meritatissima fortuna, pur prodigandosi nei ludi sportivi e nelle vaste iniziative turistiche. L’opuscolo è pieno di gustose memorie, di aneddoti, di rivelazioni, a cui la fedele immagine soccorre graziosamente. I superstiti dei primi lustri di gloria e di ascensione del Touring vi troveranno interessantissimi richiami, ravvivati ricordi (1).
La conoscenza da parte di amici ed estimatori di Federico Johnson di questo volumetto gli ha procurato affettuose testimonianze di simpatia: fra le molte ci è gradito di dare notizia di una che assume particolare significazione. È del comm. Guido Larcher, Capo Console del T. C. I. a Trento, il quale così si esprime:
«Egregio Commendatore, - Ho ricevuto con molto piacere la pubblicazione del Touring che La ricorda e La addita all’affetto ed all’ammirazione dei Soci.
«È una bell’opera simpatica e cara, ma non necessaria per noi Trentini, dalla buona memoria, che sappiamo e ricordiamo con quanta costanza e con quanto affetto Ella ci abbia sostenuti e difesi nei giorni del dolore e dell’attesa. Anzi, se una lacuna ho trovato nella pubblicazione si è nell’aver omesso un dettagliato accenno a quanto Ella ha fatto per noi».
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Ma il giorno 18 è fausto nei nostri annali anche per qualche altra aspirazione lungamente coltivata ed ora in via di essere soddisfatta. La felice situazione del Villaggio sul Piambello, fra prati e boschi, lontano da centri abitati risponde a tutti i requisiti della colonia climatica per fanciulli. Ma l’isolamento è molto sensibile quando manchi l’allacciamento telegrafico o telefonico che permetta di comunicare rapidamente coi luoghi di rifornimento o cogli organismi direttivi centrali. Per raggiungere il più vicino ufficio telegrafico occorre un’ora di cammino; e il villaggio non possiede rapidi autotrasporti. Le due lacune stanno per essere colmate. Il Podestà di Milano, on. Belloni, dopo una sua visita ammirativa, fece gentilmente dono alla nostra opera di un piccolo autocarro, prezioso per ogni genere di trasporti. Più complessa si presentava la questione del telefono, che non ha ancora impianti nella valle. Quante volte abbiamo deplorato, a Milano e al Villaggio, la lentezza di tali comunicazioni! Bisognava prendere una decisione radicale: provvedere a un impianto autonomo che raggiungesse il fondovalle e consentisse il collegamento colla linea telegrafica, in attesa che vi si stabilisca anche una linea telefonica. All’impianto avevamo pensato molte volte e anche raccolto un po’ di materiale: ma c’era ancora molta strada da fare. Ora la difficoltà è vinta grazie a una generosa donazione di quindicimila lire destinata a questo scopo dalla signora Elvira Bertarelli Dell’Oro, la degna e amatissima Consorte del nostro compianto Presidente. L’annuncio ne fu dato durante l’inaugurazione del Padiglione Bertarelli-Johnson e suscitò una profonda commozione e una sentita gratitudine fra i presenti: gli affetti familiari e il sentimento dell’amicizia che avevano dato gioie e conforti a Luigi Vittorio Bertarelli ancora una volta si univano per rendergli l’omaggio che supera ogni altro: la continuazione del bene. Chiamiamo tutti gli amici del Touring perchè si uniscano spiritualmente con noi nel ringraziare la generosa Donatrice.
La cerimonia inaugurale ebbe nel corso della giornata un seguito a cui brevemente accenniamo per difetto di spazio. Furono scoperte le targhe che denominano tre piazze del villaggio: quella centrale, intitolata a Benito Mussolini, il glorioso nome sotto il quale passerà nella storia questo culminante periodo della vita italiana in tutte le sue manifestazioni più importanti: nome che alle nascenti generazioni additerà un sublime esempio di devozione alla Patria; quelle adiacenti, a cui fu dato il nome di Marco De Marchi e di Umberto Grioni, fra i più generosi e costanti benefattori del Villaggio. Infine fu reso un omaggio di fiori alla statua di Mario Pandini, il valoroso giovine caduto in guerra, a cui è dedicata la più ampia delle ville. E qui la prof. Del Latte, delegata delle «Piccole italiane» parlò con commovente eloquenza ai nostri fanciulli, toccando profondamente i loro cuori e quelli di tutti i presenti quando, davanti ai venerandi Genitori di Fabio Filzi che, ospiti del comm. Chini e della sua gentile Signora, erano intervenuti alla solennità, ricordò il sacrificio alla patria che Fabio Filzi e due suoi fratelli avevano compiuto. Sacre memorie che sollevarono gli animi alle più alte sfere degli umani sentimenti.
Abbiamo accennato agli artefici principali di questa nuova opera di bontà e di poesia che venuta ad abbellire il nostro Villaggio.
È doveroso però ricordare anche tutte le altre egregie persone alla cui affettuosa, devota e gratuita collaborazione, si deve se il Padiglione potè essere presentato il 18 settembre, nella sua completa efficienza, a soli tre mesi dalla data di inizio della costruzione.
Questi ottimi amici nostri sono: l’ing. cav. Emilio Cortese, che offerse il modernissimo e ammiratissimo impianto di riscaldamento a termosifone; il gr. uff. Ettore Moretti, che fece dono dei mobili di ferro, di tinta azzurrina, elegantissimi nella loro semplicità; la ditta ing. Mario Gismondi & C. che provvide all’impianto della luce elettrica, col sistema «Zois» di sua ideazione ed applicazione; il comm. Vincenzo Aragozzini, cui devesi l’artistica lampada di ferro battuto, che illumina la loggetta di levante; il sig. Giuseppe Strada, che donò le due grandi lampade, pure di ferro battuto, che danno luce esternamente al Padiglione; la Banca Commerciale Italiana, che provvide alla fornitura di tutto l’arredamento scientifico, necessario allo studio della fisiologia infantile in montagna; il rag. Umberto Gavirati, uno dei benemeriti del Turismo Scolastico, che presiedette e cooperò all’assestamento del terreno circostante e alla costruzione del bellissimo viale di accesso al Padiglione; il costruttore edile Gino Sinigallia, che offerse gratuitamente la sua vigile assistenza alla costruzione. Infine, una parola di lode spetta pure al capomastro Gaetano Zanzi, che, nell’adempimento del compito assunto, unì alla diligenza e alla perizia del professionista, l’amore e l’entusiasmo propri a ogni buon Socio del Touring, quale egli è.
A tutti, noi esprimiamo il nostro vivo ringraziamento e la nostra profonda riconoscenza.

G. BOGNETTI.

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(1) Il Touring spedisce volentieri l’opuscolo, dietro il semplice rimborso delle spese di affrancazione (L. 0,50).


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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Estratto dal

PROGRAMMA DI LAVORO

Il Villaggio Alpino del Touring si aprirà per la prima volta a una colonia invernale. Le commissioni a cui sono affidate varie attività, riprenderanno il loro lavoro: e la macchina che mai non si ferma vedrà tutti i suoi ingranaggi in moto, talvolta silenzioso ma non mai languido.

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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da paoric »

Ed eccomi qui con la mia piccola novità.... questa mattina abbiamo registrato una puntata presso la TV LA6 di Varese.

Ovviamente abbiamo parlato del Villaggio Alpino del TCI, presente per l'occasione l'ing. Giuseppe Spagnulo console per la Lombardia che ringrazio per il suo intervento.

La registrazione andrà in onda martedì 20 alle ore 20:45 ed in replica il sabato successivo alle 17:15

Ringrazio come sempre Daria Gilli per l'opportunità.
Allegati
Intervista Villaggio Alpino.jpg
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da mauri »

Ottima novità e complimenti per la pubblicità che ne deriva al sito, e soprattuto ai contenuti inerenti... :!: . Attendo con ansia il reportage televisivo sicuramente interessante come i Tuoi precedenti, anche quelli "radiofonici". :okboy:
Su questo sito le varie informazioni, notizie storiche, fotografie, filmati ed aneddoti inerenti al Villaggio Alpino del TCI non mancano certamente..(come sopra ampiamente esposto)..anzi, esiste una tale mole di informazioni :sunny: per cui siamo quasi a livelli.. enciclopedici e di ricerca! Per non parlare del tuo ottimo libro, recentemente pubblicato dall'editore Macchione (l'editore Varesino più attento ed autorevole relativamente alle ns. realtà locali) in cui fornisci al lettore un sintetico ma esauriente "colpo d'occhio" su quella bellissima realtà che rappresentava il Villaggio.
Circa due anni fa, gironzolando in moto durante le ferie, mi sono inoltrato, a piedi, all'interno del Villaggio (già visitato alcune volte ai tempi..biblici, tipo anni settanta-ottanta..), ed ho intravisto i primi padiglioni, abbandonati ma ancora in discreto stato di conservazione, fino a raggiungere la zona di abitazione del custode o chi per esso, il quale, mi ricordo, pur avvertendomi trattarsi di proprietà privata, di fronte alla mia spiegazione di essere interessato, sia pure a semplice livello di conoscenza spicciola, alla visita del complesso, non aveva ostacolato il mio ingresso, ma comunque non mi aveva, cortesemente e giustamente, permesso di proseguire la mia "abusiva" visita...
Visto che rappresenti il maggior esperto e la "memoria storica" di questa grande esperienza pedagogica, sanitaria ed educativa (potrebbe essere un'idea)... sempre che Tu non ci abbia già pensato :scratch: , potresti, ovviamente con la dovuta collaborazione, organizzare, prima o poi, se possibile, una bella visita "guidata" al Villaggio. Penso che l'iniziativa, a questo punto, sarebbe molto interessante per gli iscritti al forum e non solo per essi!
Sempre se trovi il tempo di organizzare una iniziativa simile tra i tuoi numerosi impegni! Questo è ben difficile a prevedersi ! :dotnknow:
Saluti.
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da paoric »

Ciao Mauri, grazie per le belle parole... :oops:

Ti posso dire che riiguardo la tua ultima domanda ne ho già parlato questa mattina con il Console Spagnulo, che in una simpatica battuta ha chiesto se per fare qualcosa in Valganna bisogna passare per il Ricciardi della valle... :D

In ogni caso si potrebbe "unire" le forze e fare quella cosa che ti avevo detto la scorsa settimana alla Tagliata...a quanto pare il TCI sarebbe BEN disposto a partecipare all'evento...

Quindi ovviamente rimaniamo in contatto!

Grazie ancora.

Ciao
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Un atto generoso dello Sport Club Pirelli.

Lo Sport Club Pirelli, nel prendere, giorni or sono, la decisione di sciogliersi, con la fine del corrente anno, per cedere il posto al Dopolavoro Aziende Pirelli, ha deliberato di erogare la somma di L. 5820,18, rimanenza attiva della sua gestione, a favore del Villaggio Alpino creato dal Touring Club Italiano per i fanciulli gracili e poveri, orfani di guerra, figli di combattenti.
Ha quindi trasmesso la somma al Touring Club Italiano, accompagnando la generosa offerta con una lettera nobilissima e con l’augurio che alla benefica istituzione creata dal T.C.I. sia riservato un sicuro e florido avvenire.

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Tratto da "Le Vie d'Italia", febbraio 1928
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

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Per seguire l'ordine cronologico, qui trovate l'articolo tratto da "Le Vie D'Italia", numero di aprile 1928
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da gigilugi »

Estratto dalla:

RELAZIONE DEL CONSIGLIO PER L’ESERCIZIO 1927

VIII. II Villaggio Alpino del Touring. - Il VII Esercizio di questa nostra colonia alpina ha dato risultati veramente soddisfacenti, che ancora una volta dimostrano il profondo interessamento dei Soci per questa bella iniziativa, dedicata al bene dei fanciulli gracili, bisognosi della cura montana e d’assistenza premurosa ed affettuosa.
Nel 1927 vennero inaugurati al Villaggio il padiglione-ospedaletto Bertarelli-Johnson — dovuto ad un munifico atto di quest’ultimo, antico Direttore Generale del Touring — le piazzette Benito Mussolini, Marco De Marchi, Umberto Grioni, il cancello d’ingresso a nord; venne provveduto al riassetto dei viali e sentieri e fu iniziata la costruzione del muro di cinta, in sostituzione dell’attuale cinta di solo filo spinato; venne impiantato il servizio telefonico che congiunge il villaggio alla stazione di Ganna, grazie al generoso intervento della Signora Elvira Bertarelli; fu riordinato il servizio idrico con costosi lavori all’acquedotto, la cui spesa fu interamente assunta dal benemeritissimo consigliere dott. Serina.
Le spese complessive delle varie costruzioni ed impianti ammontavano, al 31 dicembre 1927, a L. 1.210.860,60.
Le spese di gestione poterono essere contenute nel più stretto limite.
Pur avendo ospitato, nei tre mesi della gestione estiva, un egual numero di fanciulli (287), la spesa per fanciullo e per giornata è stata in questo esercizio di sole L. 9,83, contro 10,35 della gestione 1926.
Le entrate, in complessive L. 317.808,30 sono date per L. 3200 da 32 nuove quote di Socio Fondatore, per L. 204.800, da contributi per impianti vari, per altre L. 94.808,30 da versamenti diversi in conto gestione estiva, ed infine per L. 15.000 dal versamento della Banca Commerciale Italiana per la gestione invernale.
Dobbiamo inoltre ricordare le forniture gratuite di latte, vino, olio, birra, acqua minerale, sapone, ecc. e di mezzi di trasporto, dovute alla generosità dei buoni amici del nostro Villaggio, che — entusiasti dello scopo altamente benefico propostosi dal nostro Sodalizio — aumentano di numero e di generosità, contribuendo quindi notevolmente a rendere la nostra colonia quale essa è, cioè una delle migliori del genere esistenti in Italia, fonte di incondizionata ammirazione ed approvazione degli Italiani e degli stranieri che l’hanno visitata. Infaticabile animatore del Villaggio, è il Collega di Consiglio Mario Tedeschi, che al principio del corrente anno volle tentare un nuovo esperimento: quello di organizzare anche una colonia invernale per lenire tante miserie e per sollevare tanti piccoli organismi minacciati: dell’esito felicissimo riferì recentemente questa stessa Rivista e più concretamente diremo nella relazione del prossimo anno.

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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

Messaggio da paoric »

Ecco una breve intervista alla MITICA Virginia, una delle tante cuoche del Villaggio Alpino....

La Virginia ha 93 anni!

<object width="640" height="385"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/82Lo_NmW0Sw&hl ... ram><param name="allowFullScreen" value="true"></param><param name="allowscriptaccess" value="always"></param><embed src="http://www.youtube.com/v/82Lo_NmW0Sw&hl=it_IT&fs=1" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true" width="640" height="385"></embed></object>[/youtube]
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Re: IL VILLAGGIO ALPINO DEL TOURING CLUB ITALIANO IN VALGANNA

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Gentili cerimonie al Villaggio Alpino del T.C. I.

Domenica 30 settembre, presenti vari Membri del Consiglio Direttivo del T.C.I., numerosi amici e benefattori ed alcune alte Autorità della Provincia di Varese, si è svolta al Villaggio Alpino del T.C.I. una serie di gentili cerimonie. Il Comm. Tedeschi, dopo avere brevemente illustrato le finalità del Villaggio e commemorato l’Architetto Arnaldo Gardella, che dei padiglioni e delle casette che il villaggio compongono fu il geniale progettista, inaugurò la Capanna Silva, una graziosa costruzione di legname sul tipo di certi «chalets» valdostani e vallesani tanto caratteristici, destinata ad essere il deposito della legna, tanto necessario dato il rilevante consumo che se ne fa durante il soggiorno invernale dei piccoli ospiti lassù.
Con semplicità ed austerità sono stati dedicati ai nomi dei benefattori Arnaldo Gardella, già nominato, e Maria Teresa Johnson, la compianta sposa del Comm. Federico, un viale ed un piazzaletto del villaggio; mentre al benefattore vivente, Umberto Gavirati, veniva reso omaggio col dedicare al suo nome il Parco, di cui ebbe a curare in parte il dissodamento per sistemarlo a giardino.
Nella stessa mattina, all’ingresso a valle del villaggio veniva inaugurato un grazioso tabernacolo, ideato dall’architetto Ferdinando Tettamanti e decorato di una bella «Madonna azzurra» dal pittore Ravanelli.
Infine veniva consegnata una medaglia d’oro, dono del Touring Club Italiano, ai coniugi Bertarini, che da otto anni, e cioè dalla fondazione del villaggio, attendono alla custodia dello stesso con fedeltà, coscienza e scrupolosità indefessa.
Don Antonio Cantoni celebrava poi la messa e nel pomeriggio — dopo una colazione alla fine della quale parlava argutamente il Prof. Avancinio Avancini facendo giustamente rilevare l’opera infaticabile e feconda del Comm. Tedeschi — i fanciulli si producevano in un saggio ginnastico che veniva eseguito in modo mirabile, riscuotendo i vivi applausi degli intervenuti.

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Per seguire l'ordine cronologico, qui trovate l'articolo tratto da "Le Vie D'Italia", numero di febbraio 1929
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