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Il dialetto della valle....storie e curiosità

Raccontiamo in questa sezione, le storie più particolari della nostra Valle sia di oggi che di ieri....

Moderatori: lampo, quilla, Parsifal, gigilugi

mauri
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da mauri »

I Lüvertis o Lavartiis (Lavertiis non l'ho trovato.. ma si sa valgono sempre le solite considerazioni..) sono i cosiddetti asparagi selvatici, abbastanza comuni anche nelle Vs. e Ns. zone (alias Luppolo) i quali, oltre ad essere una pianta medicinale, e per mia esperienza personale tendenzialmente infestante, vengono usati come gustoso ed economico ingrediente nella cucina tradizionale contadina delle ns. valli. Le cime tenere di questo rampicante possono essere infatti lessate (circa 30 min. nella ricetta) e poi servite con uova al burro (Ööv in cereghìn) proprio come gli asparagi veri, tipo gli eccezzionali ns. asparagi di Cantello! :okboy: Ho trovato q.ste notizie sul libro "La Valcuvia a tavola" edito dalla C.M.Valcuvia, oltre al fatto che, in famiglia, ai tempi, qualche volta (raramente) abbiamo personalmente raccolto tale verdura (che però veniva chiamata erroneamente Ravartiis, chissà perchè) l'abbiamo cucinata come sopra descritto.
Saluti.


enrico somersalt
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da enrico somersalt »

ok Mauri, mi arrendo :oops: !!! pero' qui in riva al lago si dice(va) LEvertiis ( e cosi' pure NOS, e non nus, per le noci, eccetera). A me sembra che andando verso il nord i dialetti locali cambino con continuita', dal milanese/varesino verso il ticinese (che a sua volta non e' uno ma tanti, per via delle valli e dell'area germanica sempre piu' vicina). Provoco :) : Dialetto=lingua parrocchiale ??
Ponente
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da Ponente »

grazie gigilugi bravissimo, confermo tutto per esperienza diretta. Ti rifai a qualche pubblicazione o testo pubblicato? se si quale è?
ponente
mauri
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da mauri »

Ho reperito un altro "parolario" o pseudo dizionario :?: , come dirsivoglia, dialettale pubblicato nel lontano 1985 intitolato "'Na gerla de paroll" autore Trento Salvi di Luino, zona dal punto di vista linguistico-dialettale molto vicino alla vostra. Il tutto come contributo alla discussione sull'argomento "dialetto= lingua parrocchiale?" che proseguiremo. :happy3:
A parte le diversità della solite doppie vocali, che ometto, si notano le seguenti differenze, salvo errori ed accenti. (Scusate ma mi va insieme la vista sul PC). :dotnknow: Mirtillo, non c'è traccia di Negritt (niente di strano viste le considerazioni esposte nei messaggi precedenti), in compenso ci sono tre dizioni diverse: Ludriùn, Tencin e Getréll (??), Ribes = Ügheta, Patata = Pommdetera, Pomodori = Tumates, Prezzemolo = Pederssínn o Persemm oltre che al solito Erburin, Ravanello = Ravanin. Rosmarino = Üsmarin, Ruta = Erbarüga, Alloro = Ori (??), Betulla = Bedra o Bedula, Frassino = Putèn (???) , Ontano = Uniscia, Quercia = Ruvar o Rüvra.
Certo che ce ne è per tutti i gusti a conferma e testimonianza, in un certo senso,che la lingua dialettale cambia o quasi ad ogni "Parrocchia"
Vedremo nel proseguo della discussione.
Per Enrico: non devi "arrenderti" :oops:, non sono un così grande esperto del ns. dialetto, riesco a malapena a parlarne alcune frasi! Ma ho avuto la "fortuna" di avere i parenti più stretti che hanno mantenuto la consuetudine di parlare tale lingua abitualmente ed un suocero, autore del "Parolario Bosino", citato nei precedenti messaggi, che ha mi ha permesso di mantenere i contatti linguistici con il ns. dialetto.
Saluti.
frenand
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da frenand »

riki56 ha scritto:Rivagando nei ricordi, uno particolare che mi è rimasto impresso riguarda l'aneddoto raccontatomi da un "Milanesone doc'
un certo sig. Rossi che soggiornava negli anni 60 a Boarezzo per il periodo delle ferie estive e asseriva:
Riconoscere un Milanese "puro" da uno "arioso o della periferia" basta sentire quando non vuole essere infastidito
chiedendo di smetterla.
x Quello Doc è MOCHELA
x Quello Arioso è FINISELA

Mi sa che adesso è dura trovarne anche di quelli ariosi . . . . !
A Varese ricordo di aver sentito, anni 50/60, muchela.
A supporto riporto:
<....per questi "troncamenti" penseremo a parole latine come mutius e mutilus e verbi derivati.
Orbene, chi ha presente che per i latini -ti- si alterna con la variante -ci- e sa ricordare, per di più, che il ben noto Scaevola era di nome Mucius ( equivalente a Mutius ) il gioco è facile per arrivare al milanese mucc nel senso di "mutilo" ( o "mozzo" nel senso di "mozzato" , non di ragazzo!).
E' facile, di conseguenza capire come il sostantivo italiano " mozzicone " sia in milanese un mucc.
Finalmente, eccoci anche a muccà e muccal(l)la nel senso di "smetterla" o, come altri dicono, " piantarla": è un " tagliare", un " troncare".
Chi poi sentisse dire mutt anzichè mucc e muttà per muccà, pensi alla radice
in - t - ritrovabile in mutilus e mutilare, e non ha più problemi.>


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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da riki56 »

"MUCHELA/MOCHELA",
confermo "Muchela" come idioma Varesotto e a questo proposito mi ricordo un aneddoto dei miei primi anni di scuola a Boarezzo e per via del dialetto con cui si parlava fuori dal scuola; certe parole riusciva difficile "digerirle" in Italiano.
Una di queste era "Monumento"; luogo molto frequentato da noi ragazzini per via del parco giochi.
In dialetto lo chiamavamo "MUNUMENT".
Cosi a scuola spesso scrivevo "MUNUMENTO" Italianizzandolo.
La maestra stufa di correggermi una volta mi costrinse a scrivere 500 volte la frase "ANDARE AL MONUMENTO" :crybaby2:

Riki
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da paoric »

riki56 ha scritto:"MUCHELA/MOCHELA",

Cosi a scuola spesso scrivevo "MUNUMENTO" Italianizzandolo.
La maestra stufa di correggermi una volta mi costrinse a scrivere 500 volte la frase "ANDARE AL MONUMENTO" :crybaby2:

Riki

:lol: :lol: avrei voluto vederti!! :D
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da mauri »

Tanto per partecipare all'interessante ed anche un pò divertente argomento. :happy3:
Ho trovato su un testo Smettila = Mochela, ma qua a Varese mi sembra di aver sempre "sentito" nella parlata "mucala" o più spesso "muchela". :?: Mah! Comunque la frase completa sempre sentita e contestualizzata è più o meno questa: "alùra muchela lì", spesso purtroppo ambientata in una situazione di litigio o comunque in una animata discussione. :? Il bello del dialetto è anche questo, quello di rendere con immediatezza emozioni e discussioni. :!:
Saluti a tutti.
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da Cristina »

mauri ha scritto:Il bello del dialetto è anche questo, quello di rendere con immediatezza emozioni e discussioni.
Sì, ma se lo dicono a me risponderei "muchela ci chiami tu' sorella!" :D
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da mauri »

Cristina ha scritto:Sì, ma se lo dicono a me risponderei "muchela ci chiami tu' sorella!" :D


Muchela, o come dirsivoglia, non è un insulto diretto alla persona, almeno come si intende qui da noi, è solo un intercalare, certamente poco "gentile", corrispondente al generale, per la lingua italiana, "dacci un taglio" o simili. Ripeto si tratta di una frase poco elegante ma non un "affronto" diretto all'interlocutore. Poi a seconda delle zone linguistiche italiane, ma non credo proprio che ciò accada nell'accezione varesina, può essere interpretato diversamente. A me risulta così nella mia esperienza di cinquantenne convissuto da sempre col dialetto zonale. Tutto OK. Trattasi di un frainteso, niente offese personali dirette da rimandare all'altrui sorella, ma semplicemente un inelegante invito a "piantarla lì". :bere:
Saluti:
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da Cristina »

Sì sì, l'avevo letto nel post che vuol dire smettila, ma io stavo ipotizzando una scena reale dove non sapevo il significato... :lol:
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da milanes61 »

gigilugi ha scritto:Mitiche le commedie dialettali della svizzera.
Ricordo che da bambino vedevo queste commedie e dopo tanto tempo non sono ancora riuscito a trovare una traduzione per "la tuaia peciureta", quacuno sa cosa è questo aggettivo o attributo della tovaglia?
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da riki56 »

"la tuaia peciureta" credo possa riferirsi una persona di poco conto in quanto dalle nostre parti si suole definire "un tuaia" un individuo privo di carattere che si fa facilmente comandare e "peciureta" dovrebbe essere un dispregiativo poichè presumo faccia riferimento ad uno straccetto.
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da frenand »

milanes61 ha scritto:
gigilugi ha scritto:Mitiche le commedie dialettali della svizzera.
Ricordo che da bambino vedevo queste commedie e dopo tanto tempo non sono ancora riuscito a trovare una traduzione per "la tuaia peciureta", quacuno sa cosa è questo aggettivo o attributo della tovaglia?
Peciùn vuol dire trasandato e sporco. Potrebbe essere una tovaglia " sporchina" ?
Bisognerebbe conoscere il contesto.

saludi
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Re: Il dialetto della valle....storie e curiosità

Messaggio da paoric »

Chi si ricorda dell'usanza di dire.... "Si usava ai tempi di Carlo Cudega" beh... non avevo mai fatto una ricerca su questo modo di dire... ecco cosa ho trovato..

Un modo di dire molto comune dei milanesi fa riferimento ai tempi di Carlo Cudega, quando si vuole intendere qualcosa di molto vecchio e sorpassato.
L'origine di quest'espressione si deve far risalire al 1700, quando era invalsa la consuetudine presso gli uomini di lisciarsi i capelli utilizzando del grasso di maiale, cioè applicando la cotenna di maiale (codega) sul codino per mantenerlo compatto e lucido.
Con l'espressione " i temp de Carl Cudega.." si intende appunto dire: "quando si usava la cotenna per acconciarsi i capelli", cosa passata ormai in totale disuso, già nel 1800 e considerata perciò estremamente adatta ad indicare qualcosa di vecchio e assolutamente sorpassato.
Una seconda teoria si rifà al fatto che, nel primo Ottocento, il servo delle vecchie casate veniva chiamato codega, perchè indossava la marsina con le falde (cioè i codegh), il senso è ovviamente lo stesso, cioè di qualcosa di superato.
(fonte melegnano.net)
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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