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La miniera di piombo in Valganna...

Raccontiamo in questa sezione, le storie più particolari della nostra Valle sia di oggi che di ieri....

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paoric
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da paoric »

Ottimo!!!! Grazie :okboy:


Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
gigilugi
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da gigilugi »

Estratto da: Ricerche di archeologia mineraria nell’area occidentale delle Prealpi Lombarde: scenari di conservazione e riqualificazione del “paesaggio culturale”. Andrea Candela. 2008.

Il distretto minerario della Valvassera.
Nel comune di Ganna, in Valvassera, si trovava la più ricca miniera di galena argentifera delle Prealpi Varesine. Nel deposito, a forma di grossa lente, si rinvennero anche: baritina rosea, fluorite, pirite in tracce, molibdenite, arseno-pirite negli scavi superiori, calcopirite (rara), quarzo, siderite in masse granulari e magnetite.Il filone, potenza fino a 6 m, si estendeva nei porfidi quarziferi con inclinazione 60°, 65° verso nord e direzione nordest-sudovest. Il giacimento rivelò il 65% di piombo e 145 grammi di argento per tonnellata di minerale.
La galena era rinvenuta in grossi cristalli cubici, generalmente ricoperti da fluorite e inclusi nella baritina, o finemente diffusa nella ganga talvolta accompagnata da piccole percentuali di pirite. Gli assaggi diedero risultati positivi anche a sudest verso la Valganna e a nordovest verso Rasa. Presso Cuseglio, inoltre, si rinvennero vene di piombo e argento, con poca baritina e senza pirite, che indussero l’allestimento di alcuni condotti di sfruttamento.
Le diverse indagini di ricerca mineralogica effettuate in Valvassera furono indubbiamente correlate alle vicende storiche riguardanti il progressivo popolamento della Valganna che, via di transito tra l’alta pianura milanese e i valichi svizzeri, offrì favorevoli condizioni di insediamento a popolazioni inizialmente nomadi o seminomadi.
Numerosi resoconti storici, correlati a considerazioni archeologiche sulla natura degli scavie seguiti nei livelli superiori della coltivazione, hanno fatto supporre che il giacimento fosse già stato sfruttato in età celto-romana; ipotesi che potrebbe essere confermata considerando il toponimo della valle: Vassera da “vasser” che, nell’idioma celtico, significa acqua. Era comunque certamente in attività nel XIV secolo, mentre durante il periodo rinascimentale è probabile funzionasse a fasi alterne.
Esaminando il manoscritto dell’abate Amoretti, Viaggio alle Alpi tanto per ricerca di filoni torbosi oppur metallici col mezzo elettrometrico, quanto per altre osservazioni scientifiche e geologiche, dove si riferisce delle ricognizioni compiute tra il Verbano e il Ceresio in cerca soprattutto di combustibili fossili, è possibile presumere che il minerale di Ganna fosse sfruttato con continuità nella seconda metà del XVIII secolo. Nel già citato Viaggio da Milano ai tre laghi, lo stesso Amoretti racconta inoltre di alcune fucine di ferro edificate in Valganna e Valcuvia, dove l’abbondanza di castagneti garantiva la quantità di combustibile sufficiente al funzionamento delle fornaci.
L’attività estrattiva perdurò nel corso del XIX secolo con discontinuità, diversi privati si alternarono, infatti, nella conduzione della miniera, inizialmente coltivata su piccola scala.
Nel 1862 Vinasque Baglioni, diventando concessionario del giacimento, ampliò le escavazioni garantendo la realizzazione di due pozzi di circa 9 m di profondità. Furono così scoperti il deposito “San Carlo” e il filone “San Gemolo” (noto anche come filone “Vassera”, lungo 100 m ca.). La mancanza però di capitali per il proseguimento dei lavori esterni, convinse Baglioni ad entrare in società con la ditta Barboglio (1870), che pochi anni dopo divenne l’unica proprietaria della miniera.
Dalle notizie che è possibile ricavare dai numerosi rapporti stilati nella seconda metà dell’Ottocento, si desume che, nel 1871, nella miniera di Vassera non si fosse ancora intrapresa alcuna attività di particolare interesse e valore industriale: «Questo interessante giacimento non ha al momento attuale, per le condizioni in cui si trova, alcun valore industriale». Ma, dal 1873, si diede inizio allo sfruttamento di tre depositi: il corpo metallifero principale, già scavato in età celto-romana, il filone “San Carlo” e il filone “San Gemolo”. Ventuno metri al di sotto dei lavori più antichi, fu invece aperto un condotto lungo 265 m che, sviluppandosi verso est, seguiva il minerale per circa 160 m. Furono inoltre allestiti due nuovi scavi e tre pozzi con le rispettive altezze di: 23, 21 e circa 80 m. Fu avviata, anche, la realizzazione di una galleria ribasso con l’entrata in Val Castellera (ribasso “Cesare”), necessaria all’eduzione delle acque, all’estrazione della galena argentifera e alla ventilazione delle escavazioni superiori.
Esternamente, prima del 1870, vi erano nelle vicinanze del secondo livello (615,90 m slm): il magazzino, una piccola fucina, una laveria e un solo locale in uso come abitazione per gli operai. I lavori, intrapresi per volontà di Pietro Barboglio, ampliarono l’intero complesso delle strutture esterne, mediante la realizzazione di impianti più moderni e di un unico grande edificio (482 m slm), in prossimità dell’attuale strada statale 233, comprendente: magazzino, fucina, falegnameria, stalla, laboratorio chimico, grande pesa, cucine e dormitorio, al pianoterra, e alloggi e uffici amministrativi al piano superiore. Fu, inoltre, costruito un bacino di raccolta delle acque torrentizie impiegato per la decantazione del materiale estratto e come fonte energetica. Si sistemò anche una strada carreggiabile che, dall’imbocco della miniera, avrebbe garantito un più facile trasporto del grezzo e una diga in pietra, indispensabile al contenimento degli scarichi delle escavazioni.
L’intera coltivazione era circondata da un muro di cinta di circa 578 m che dalla strada statale si stendeva fino alle pendici del Monte Martica, delimitando così un enorme piazzale adibito poi a laveria. Nelle immediate vicinanze dell’area estrattiva erano inoltre coltivati a bosco estesi appezzamenti di terreno, il cui legname era utilizzato per alimentare i forni della Valganna e per armare le gallerie.
Malgrado l’inquinamento atmosferico prodotto dalle emissioni delle fonderie, i comuni limitrofi non opposero resistenza alla realizzazione del comprensorio minerario.
Grazie al buon andamento dei prezzi del piombo, il minerale estratto dalla Valvassera era commerciato con le più grandi imprese di La Spezia, Padova e Genova, ma il crollo del mercato metallurgico europeo, tra il diciannovesimo e il ventesimo secolo, ne cagionò ben presto la temporanea chiusura.
In data 30 giugno 1909, con la concessione di 310 ettari di terreno, l’impresa Comolli e Magnoni divenne proprietaria dell’attività; mentre nel 1918, al termine del Primo Conflitto Mondiale, l’intero scavo fu rilevato dalla Girola di Milano, che avviò nuovi lavori di ricerca e allestì, oltre ai cantieri di abbattimento del minerale, una più moderna laveria gravimetrica per la decantazione dell’estratto.
Nei primi decenni del Novecento, la lavorazione constava dei seguenti stabilimenti: l’edificio già fabbricato dalla ditta Barboglio, una teleferica di 850 m (in grado di trasportare 50 t di materiale al giorno), gli impianti per il trattamento del minerale e, presso il giacimento, una ferrovia (tratta Luino-Varese) atta al trasferimento del grezzo, sostituita negli anni Cinquanta da trasporto su autoarticolato. La conduzione della società milanese si protrasse fino al 1935, anno di interruzione delle attività estrattive.
Imbocco della miniera Valvassera (presso i fabbricati edificati esternamente al secondo livello – livello Schimdt, 615.90 m slm. – anteriore al 1870)
Imbocco della miniera Valvassera (presso i fabbricati edificati esternamente al secondo livello – livello Schimdt, 615.90 m slm. – anteriore al 1870)
Forno di riduzione dell’estratto (verosimilmente di età precedente ai lavori intrapresi nella seconda metà dell’Ottocento).
Forno di riduzione dell’estratto (verosimilmente di età precedente ai lavori intrapresi nella seconda metà dell’Ottocento).
Il giacimento fu riattivato, nel 1943, dalla MI.RI.VA. che ne diresse a fasi alterne la gestione, unendosi nel 1945 con altri gruppi societari. Dopo l’allestimento degli impianti di cernita per flottazione a vaglio volumetrico e della tramoggia necessaria all’arricchimento del minerale, si tentò lo sfruttamento delle discariche e in seguito l’apertura di nuovi scavi. Furono così riarmate le gallerie in avanzato stato di abbandono e liberati i passaggi dai crolli, nonché costruiti ulteriori condotti, fornelli e pozzi.
Nel 1965, anno della definitiva chiusura, l’intera coltivazione della Valvassera comprendeva un totale di circa 4 km. di gallerie. L’area degli scavi più antichi era ubicata al di sopra del livello traverso banco “Schimdt” e includeva i piani di sfruttamento “San Carlo”, “San Gemolo”, “Fortuna” e “Romano”. Nel corso degli anni ’50 e ’60 del Novecento, furono allestiti nuovi condotti scavati mediante mine e martelli pneumatici, quali: la galleria “Bianchi”, il livello “Umberto” e il pozzo “Scarioni”. Il grezzo era trasferito dal ribasso “Cesare” (528 m slm) alla laveria nel piazzale antistante la coltivazione e, dopo la cernita, al silo di flottazione per l’arricchimento del minerale; il trasporto era effettuato da decauville con quattro carrelli trainati da un locomotore a benzina dalla potenza di 16 cavalli.
L’intero impianto funzionava grazie a due dighe edificate, l’una, sulla Castellera e, l’altra, sul torrente Margorabbia. Dal 1953 al 1956, lavorarono nei cantieri sotterranei otto operai su due turni. Ogni singola squadra era composta da: un minatore, un aiuto minatore e due manovali.
Nell’ultimo periodo di attività la miniera produceva circa 9 t al mese di galena argentifera, ma nel 1957 il suo ricavato era già sceso a sole 4 t. La coltivazione fu chiusa nel 1965 per fallimento finanziario delle società esercenti.
Alto forno (sezione quadrata) a carica mista, costituita da carbon di legna e minerale, che, dopo frantumazione e cernita, veniva quivi fuso a temperature comprese tra i 950 °C e i 1200 °C, in atmosfera riducente.
Alto forno (sezione quadrata) a carica mista, costituita da carbon di legna e minerale, che, dopo frantumazione e cernita, veniva quivi fuso a temperature comprese tra i 950 °C e i 1200 °C, in atmosfera riducente.
Minatori della Valvassera. Foto del 1956.
Minatori della Valvassera. Foto del 1956.
ghe voeuren i garun

12 settembre 1993 - 20 maggio 2012 - One Love
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paoric
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da paoric »

Cavolo che colpaccio, me lo leggo con calma! Grazie
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Lord Nuffield
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da Lord Nuffield »

Rarità........................
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paoric
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da paoric »

Azz e questa da dove salta fuori?

Cmq benvenuto sul forum ... Lord ! :)
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mauri
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da mauri »

Info e relazioni sulla storia della Miniera Valvassera ne appaiono altre sul sito ma mi sembra che questa pubblicazione dell'esimio collega di forum Gigilugi sia la più esauriente ed interessante...Grazie quindi a Lui.. :okboy:
Per quanto riguarda il post con lo "stemma" della Mi.Ri.Va sono veramente stupito... :happy3: Grazie anche a Te e benvenuto nel forum da parte mia...Se hai altre curiosità o notizie sulla Miniera ed altro fatti avanti...Ti ringraziamo anticipatamente...
Saluti.
orsoblu
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da orsoblu »

Inoltre:
estratto
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Chi segue gli altri arriva sempre secondo!
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gianfranco
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da gianfranco »

Contribuisco con un po di storia.
Allego la prima pagina di un documento abbastanza corposo, si tratta dell'arbitrato steso dal notaio Francesco Piccinelli di Bosto il 10 aprile 1556, per la definizione del possesso delle miniere d'argento "appellatis nella Bruggiera e nella Vassera".
L'attore principale è piuttosto noto, si tratta del cardinale Jo: Angelo Medici Commendatario della Badia di Ganna, che di li a pochi anni diverrà Papa Pio IV. La società che si contrappone è formata da personaggi locali importanti : Marino e Francesco "Mozzonibus", Gabriele e Bernardo "de Tattis" e Jo: Antonio "Horrigonus".
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gigilugi
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da gigilugi »

Ottimo :okboy:

Ecco altri documenti, anche se un po' più recenti...


Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, mercoledì 15 giugno 1870, Num. 163
RG1870_06_15_163_PM_Page_4.gif
Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, martedì 27 febbraio 1877, Num. 48
RG1877_02_27_048_PM_Page_21.gif
Gazzetta Ufficiale del Regno d'Italia, mercoledì 18 giugno 1894, Num. 138
RG1894_06_13_138_PM_Page_03.gif
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mauri
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da mauri »

Vista l'immensa mole di notizie storiche, a questo punto, che abbiamo riguardo alla Miniera Valvassera ed alla sua storia..proporrei di mettere in cantiere una pubblicazione specifica in merito..Se qualcuno è d'accordo e vuole contribuire... :sunny:
Saluti.
Davide...
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da Davide... »

mauri ha scritto:Vista l'immensa mole di notizie storiche, a questo punto, che abbiamo riguardo alla Miniera Valvassera ed alla sua storia..proporrei di mettere in cantiere una pubblicazione specifica in merito..Se qualcuno è d'accordo e vuole contribuire... :sunny:
Saluti.
Molto interessanti le informazioni postate !! io sono d'accordo , però non posso contribuire perchè non sono in possesso di nessuna informazione :roll: , ciaoo :okboy: ,
Davide .
gianfranco
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da gianfranco »

Allego il documento originale del 1547 col quale Francesco Raimondi denucia al Governatore di Milano Francesco Gonzaga, l'esproprio fatto con violenza da parte degli emissari di Guido e Nicolò Rcimboldi, del suo diritto riconosciuto dai competenti organi ducali, allo sfruttamento della "miniera di argento in Valganna diocesi di Milano sotto la strada de Cusey dove si dice alla predara".
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paoric
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da paoric »

:shock: :shock: :shock:

:piega:
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da mauri »

Ottimo..però traduci od ingrandisci poichè non si legge nulla...
Grazie!!!
gianfranco
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Re: La miniera di piombo in Valganna...

Messaggio da gianfranco »

Il tetto di 350k condiziona la qualità delle riproduzioni, provo a dividere in due l'immagine sperando che il risultato sia accettabile
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