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Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

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gigilugi
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Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da gigilugi »

Il Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia, Ingegniero del XVI secolo

Agostino Ramelli nacque a Ponte Tresa (o forse a Mesenzana) nel 1531.
Mercenario, capitano, ingegnere militare e inventore di macchine per la guerra, l’assedio, l’idraulica, iniziò la carriera da soldato al servizio di Gian Giacomo Medici (1498-1555), l’inquieto signore di Musso, marchese di Marignano, l'attuale Melegnano, presso il quale ebbe la possibilità di studiare matematica ed architettura, secondo quanto lo stesso Ramelli ha lasciato scritto.

Il Medici (la sua famiglia non aveva rapporti di parentela con il prestigioso casato dei Medici di Firenze. Il fratello Giovan Angelo fu papa Pio IV), conosciuto anche come Gian Giacomo il Medeghino, condottiero dotato di uno spietato spirito sanguinario, ricevette il marchesato di Marignano intorno al 1532 da Francesco Sforza II, duca di Milano, città dalla quale era stato precedentemente bandito. Egli risedette anche a Frascarolo, a Musso e Gravedona, sul lago di Como.
È possibile che il giovane Ramelli avesse accompagnato il Medeghino, nell'esercito di Carlo V d'Asburgo, re di Spagna e Sovrano del Sacro Romano Impero, nella guerra che portò alla definitiva caduta di Siena (1554-1555) e in altre sue avventure militari.

Dopo la morte del Medeghino (8 novembre 1555), si trasferì in Francia dove fu al servizio del Duca Enrico d'Angiò (1551-1589), figlio di Enrico II e di Caterina de' Medici, dal 1574 re di Francia con il nome di Enrico III. Questi, al centro delle lotte religiose nella Francia cinquecentesca, dopo aver promosso la strage della notte di San Bartolomeo (23-24 agosto 1572) durante la quale vennero sterminati i calvinisti, nel 1572 assediò invano La Rochelle (sull’Oceano Atlantico, a nord di Bordeaux), roccaforte degli Ugonotti.
Il Ramelli prese parte all'assedio in qualità di ingegnere, forse accompagnando un contingente di quattromila soldati italiani comandati dal veneziano Filippo Strozzi, che aveva condotto campagne militari negli stessi luoghi e nel medesimo periodo di Gian Giacomo Medici.
Durante una missione di esplorazione del porto atlantico di La Rochelle, Agostino Ramelli venne gravemente ferito e fatto prigioniero. Ma un inventore non poteva finire i suoi giorni in fondo ad una cella: riottenne la libertà, presumibilmente grazie all'intervento del duca stesso, il quale durante la sua prigionia si prese cura di suo figlio.
Egli prestò la propria assistenza anche nella posa di mine ed esplosivi sotto i bastioni di L’Evangile (1573).
Quando tra il 1579 e il 1582, ricevette le cure di Ambroise Parè, consigliere, medico e chirurgo personale del re di Francia, egli era noto come il «Capitano Agostino, Ingegnere del Re».

Con l'ascesa al trono di Enrico III, consolidò la sua posizione a corte e decise di pubblicare i suoi studi e i suoi progetti. Essi furono raccolti nel volume "Le diverse et artificiose machine del Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia Ingegniero del Christianissimo Re di Francia et di Pollonia. Nelle quali si contengono uarij et industriosi Mouimenti, degni di grandissima Speculatione, per cauarne beneficio infinito in ogni sorte d’operatione", pubblicato nel 1588 a Parigi, nel quale sono raccolte 194 tavole accompagnate da un testo in italiano e in francese, che presentano le sue geniali invenzioni, parte delle quali immaginarie. Vi sono 96 pompe o meccanismi per innalzare l'acqua, 16 macchine per il prosciugamento di stagni paludi e porti, 21 mulini, 13 ponti per attraversare fossati, 14 congegni per sfondare le difese nemiche, 10 gru, 6 meccanismi per trascinare strutture pesanti, 4 fontane ed infine dispositivi per lanciare palle da cannone e trabocchi.
L'opera di Agostino Ramelli sulle macchine, "Le diverse et artificiose machine", ha esercitato una forte influenza sullo sviluppo meccanico per almeno 200 anni dopo la sua pubblicazione nel 1588, ed è ben noto agli studiosi della tecnologia rinascimentale.

La maggior parte del poco che si sa della sua vita deriva dalle sue stesse dichiarazioni presenti nella dedica e prefazione al suo libro. E’ curioso come nel frontespizio l’autore si professi nativo di Ponte Tresa, mentre nella pagina seguente, sopra il suo ritratto, si leggono queste parole: “AUGUSTINUS DE RAMELLIS DE MASANZANA ÆTATIS SUÆ ANNO LVII”.
Ecco poi quanto scrive nella dedica al Re a proposito della sua prigionia, quando ricorda “la singular affettione ch’Ella mi mostrò alla Roccella, mentre io per il seruitio suo restai prigioniero et ferito a morte nelle mani de’ nemici suoi, la particolar cura et protettione ch’Ella primamente haueua presa in Parigi di mio figliolo, e finalmente le amoreuolissime lettere ch'Ella si degnò di scriuermi sino di Polonia”.
Come detto, nel libro sono descritte le più diverse macchine, tra le quali una ruota ad asse verticale per il sollevamento dell'acqua, simile a quella disegnata da Leonardo da Vinci, e un rivoluzionario carro armato anfibio, “un ponte chiuso, et serrato, come un battello, che l’acqua non può penetrare dentro; ma ha il suo fondo largo, accioche si sostenghi meglio sopra l’acqua”. Quando si muoveva su terreno utilizzava quattro ruote normali, mentre se doveva attraversare dei corsi d'acqua usava due ruote a pale “le quali servono per remi, et si fanno tornare per via d’una manuella con la forza d’un’ huomo; il quale huomo stà dentro d’esso ponte, senza esser uisto, ne offeso da’ nissuno. In oltre si mettono dentro di detto ponte nella testa quattro, ouero sei archibugieri, i quali con gli archibugi, et con i moschetti impediscono da’ i ferritoi, che sono in esso ponte, che’l nemico non gli offende, quando il ponte giugne alla riua del fosso”.

Il suo progetto oggi più popolare è forse la ruota dei libri, una specie di leggio multiplo rotante, ideato per consentire l'agevole lettura contemporanea di più testi; offriva al suo utilizzatore la possibilità di disporre di più libri, mantenuti orizzontali da un complesso sistema di ruote dentate, sì che ”mai i detti libri cascheranno, ne si moueranno del luogo doue si sono posti: anzi resteranno sempre nel medesmo stato, et si rapresenteranno sempre d'auanti al lettore nella medesma maniera che si sono posti sopra le sue tauolette, senza che ci sia di bisogno di legarli, ne ritenerli con cosa alcuna”. Pur essendo forse la meno utile delle 194 macchine, si tratta di un meccanismo che a molti è sembrata una prefigurazione dei moderni sistemi ipertestuali.

Le macchine di Ramelli usano tutti i tipi di ingranaggi che sarebbero stati usati nei secoli successivi e vari tipi di valvole.
Si ritiene che sia opera di Agostino Ramelli il progetto del ninfeo di Villa Litta a Lainate, costituito da giochi d'acqua il cui impianto idraulico utilizza la meccanica di un pozzo e non la forza idraulica di un torrente o di una cascata, come comunemente accadeva negli "edifici di frescura" dell'epoca.
Nell'opera sulle macchine mancano completamente illustrazioni di fortificazioni, che costituivano il principale interesse professionale dell'autore. Come lo stesso Ramelli ci dice nella prefazione "alli benigni lettori" della sua opera, egli aveva precedentemente composto un trattato sulle fortificazioni, il cui manoscritto gli fu rubato da persone di sua fiducia. Si pensa che autore del furto sia stato molto probabilmente Ambroise Bachot, architetto ed ingegnere di Enrico IV di Francia, il quale fu per almeno 16 anni apprendista e assistente dello stesso Ramelli, e che nel 1598 pubblicò un’opera dal titolo Le Gouvernail, la maggior parte del quale tratta di fortificazioni, e che si rifaceva ad un suo precedente trattato, Le Timon, pubblicata nel 1587, un anno prima del libro di Ramelli.

Ma lasciamo ancora la parola al Ramelli a proposito della sua opera: “La qual prego di core, quanto più posso, ogni nobile spirto, di uoler’ accuratamente leggere et rileggere senza arrestarsi alla rozza scorza della lettera: ma con sottil giudicio penetrare gli altissimi secreti et reconditi, che con marauiglia grande li si presenteranno a tutte le hore. Et non fare come alcuni domestici (che per modestia non mi pare da nominare) li quali col darmi titolo di uirtuofo in apparenza lodando me, ma perciò in esistenza se stessi honorando, m’hanno leuato clandestinamente molti Disegni particolari: et a quegli hor’ aggiungendo et diminuendo alcune inutili minuzie, da lor uani capricci inuentate; et hor’ strauolgendoli, ouer in altra parte distornandoli, per coprire i furti loro; gli hanno poi, così mutilati, attributi colle stampe a se stessi proprij,con desiderio di comparire alla presenza del mondo ornati di belle piume. Si come hanno fatto ancora d’alcuni miei Disegni intorno alle fortificazioni: delle quali io haueuo preparato di dar’ alla stampa un libro; che poi mi fu rubato. onde io hauendone ueduto qualche particolari disegni stampati, molto sproportionati et molto lontani da quella purità naturale, con la quale io gli haueuo composti; ho uoluto adesso informarne il mondo, per non incorrere in sinistra opinione appresso di persona alcuna, d’hauer mancato della intelligenza, che richiede questa eccellentissima professione delle fortificationi. la quale ho uisto, et può ueder’ ogni huomo di giudicio, mancare in chi ha fatti stampare li sudetti Disegni, a me sottratti, et da loro trasformati et cangiati in tutto dalla loro propria essenza, come si uede nelle lor impressioni. Spero ben, se’l Signor Dio me lo concederà, un giorno di fargli ueder’ al mondo con quel candore, co’lquale io gli ho inuentati, et partoriti per publico beneficio di quello. Il che tutto io ho uoluto auuertire semplicemente, per la gran differenza di utilità, che da questi miei, che saranno assoluti et perfetti, a questi loro falsificati et corrotti, potra scorgere il perito Lettore; s’egli degnera come L’Augel di Gioue, d’esporre li parti miei al chiaro raggio della uerità, della ragione, et della isperienza, maestra delle operationi mondane”.

L'unica altra opera nota di Ramelli è un manoscritto, posteriore al 1588, inedito e incompleto dedicato alla descrizione di un elaborato strumento per il rilevamento: "La fabrica et l'uso del triangolo, del Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia, Ingegniero del Christianissimo Re di Francia, Dove si trattano varie et molto belle Operationi, appartenenti ad ogni persona Vertuosa et massimamente a ciascuno, che faccia professione dell'Arte Militare".
Di lui si ha ancora notizia dal vicentino Filippo Pigafetta (1533-1604), il quale afferma che nel 1590 il «Capitano Agostino di Lugano, un anziano ingegnere» aiutò la Lega Cattolica nella difesa di Parigi assediata.
Gli ultimi documenti ritrovati che lo riguardano, sono delle carte legali datate 8, 9 e 20 agosto 1608 con la firma sua e della sua consorte, Philiberte Prevost, nei quali egli viene chiamato «Augustin Rameli Capitano ingegnere già al servizio del re, abitante a San Germain, in Rue Saint-Pères, nella parrocchia di St. Sulpice». I primi 2 documenti sono firmati ‘Agostino Ramelli’ con mano tremante, mentre in quello del 20 agosto ‘Agostino Ramello’ è scritto con mano più salda.

Nulla si sa riguardo la sua morte.


ghe voeuren i garun

12 settembre 1993 - 20 maggio 2012 - One Love
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da paoric »

Questo dove l'hai recuperato? Molto interessante grazie! :okboy:
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
gigilugi
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da gigilugi »

Sono partito da qui, e poi ho integrato con altre info trovate in rete che vi posterò nei prossimi giorni.
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gigilugi
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da gigilugi »

Stefano Franscini lo pone tra i matematici illustri della Svizzera Italiana

La Svizzera Italiana - Stefano Franscini - 1837 - pag 381
1837-La_Svizzera_italiana_381.jpg
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gigilugi
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

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Bollettino Storico della Svizzera Italiana, 1879, N° 12
1879_12_280_bssi.jpg
1879_12_281_bssi.jpg
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da renzo041262 »

Se qualcuno ha tempo e voglia di sfogliare le 741 pagine del libro "Le diverse et artificiose machine del Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia", suggerisco di andare al link sotto indicato. Ci sono splendide immagini da vedere; un documento sicuramente interessante.

http://echo.mpiwg-berlin.mpg.de/ECHOdoc ... ode=images
Allegati
Ramelli.jpg
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

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Eh ma così mi rovini la piazza...
L'avrei messo alla fine...
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da renzo041262 »

:dotnknow: sorry, mi farò perdonare con una chicca...
gigilugi
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

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Bollettino Storico della Svizzera Italiana, 1890, N° 12
1890_12_008_bssi.jpg
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Bollettino Storico della Svizzera Italiana, 1894, N° 5
1894_05_034_bssi.jpg
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Bollettino Storico della Svizzera Italiana, 1906, N° 1
1906_01_016_bssi.jpg
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da gigilugi »

Popolo e libertà, 27 luglio 1916
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Segnalo un errore nella parte iniziale di questo articolo, dove si afferma che probabilmente il Ramelli prese parte alla difesa del castello di Musso nel 1531-1532.
Lo ritengo poco probabile in quanto il Ramelli risulta essere nato prorpio nel 1531...
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gigilugi
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La lettura - Rivista mensile del Corriere della Sera - marzo 1940
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

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Archivio Storico di Ponte Tresa - Vol.6 - Edizioni A. S. P. T. CH Ponte Tresa 2006
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frenand
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Re: Capitano Agostino Ramelli dal Ponte della Tresia

Messaggio da frenand »

Questo argomento da tempo è fermo, intervengo con una curiosità e con un ricordo personale.

Il Lussemburgo, nazione nella quale nei secoli sono stati presenti moltissimi mulini idraulici, ha dedicato un francobollo al mulino di Ramelli, riproducendolo da una tavola del suo volume:
"Le Diverse Et Artificiose Machine Del Capitano Agostino Ramelli Dal Ponte Della Tresia Ingegniero del Christianissimo Re di Francia et di pollonia. ........."
Ecco il francobollo emesso nel 1997.


Nel settembre del 1975 ho avuto ho la possibilità di avere a casa mia il volume originale di proprietà del comune di Mesenzana.
Era in una scatola di latta per proteggerlo e portava una scritta che ricordava che era un omaggio al comune dell'ingegnere Decauville, industriale con attività nel comune.
Quale emozione!!!!!
Allegati
ramelli's mill.jpg
ramelli's mill.jpg (54.77 KiB) Visto 2347 volte
" Scambiano la fiacchezza della loro anima per civiltà e generosità" ( Stendhal )
frenand
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