Il vecchio mulino di Cugliate Fabiasco
Inviato: mar set 04, 2012 9:05 pm
Forse non tutti sanno che ... anche Cugliate Fabiasco "conserva" un mulino, ecco un video e una breve spiegazione di quello che ho trovato.
Ringrazio i coniugi Tozzi per l'accesso alla loro abitazione.
A Cugliate, seguendo la via Molinazzo, si é subito attratti da due edifici immersi nel ver-
de: sono il vecchio mulino e la segheria.
Abbandonati per molti anni sono stati riscoperti e trasformati in private
abitazioni mantenendone le antiche caratteristiche.
II mulino esisteva dall'inizio del XVIII secolo come riporta iI catasto teresiano dove é de-
scritto: "molino di due ruote d’affitto di Bazzioli Antonio Maria e Carlo q.m Gio Pietro
livellari dell’Ospitale Maggiore di Mi/ano”. In seguito venne acquistato dalla famiglia
Rossinelli che lo utilizzò fino agli anni 50. Più tardi fu aggiunta la segheria della quale
si scorge ancora la ruota di legno disposta fra due pareti.
Un perfetto sistema di canaiizzazione consentiva I'azionamento alternativo del mulino
e della sega
Per sopperire alla mancanza di risorse idriche le acque venivano raccolte e imma-
gazzinate in due laghetti collegati fra loro e regolati da un sistema di paratoie mobili.
Il sig. Rossinelii figiio di Salvatore ultimo mugnaio, racconta che ogni tre, quattro an-
ni la roggia, ricca di trote e gamberi, doveva essere ripulita dai depositi di sabbia. Una
memoria viva capace di dare movimento a un mondo che si e fermato. Qui, mi dice,
venivano da Cadegliano, Fabiasco, Arbizzo a macinare i cereaii. Su questo spiazzo i
carri depositavano i grossi tronchi e mio zio Antonio, dopo un primo trattamento li tagliava
per farne ottime assi.
Questo luogo era chiamato "or morin di du".
(fonte "... e fu tanto girar di macine" di Maurizio Miozzi)
Ringrazio i coniugi Tozzi per l'accesso alla loro abitazione.
A Cugliate, seguendo la via Molinazzo, si é subito attratti da due edifici immersi nel ver-
de: sono il vecchio mulino e la segheria.
Abbandonati per molti anni sono stati riscoperti e trasformati in private
abitazioni mantenendone le antiche caratteristiche.
II mulino esisteva dall'inizio del XVIII secolo come riporta iI catasto teresiano dove é de-
scritto: "molino di due ruote d’affitto di Bazzioli Antonio Maria e Carlo q.m Gio Pietro
livellari dell’Ospitale Maggiore di Mi/ano”. In seguito venne acquistato dalla famiglia
Rossinelli che lo utilizzò fino agli anni 50. Più tardi fu aggiunta la segheria della quale
si scorge ancora la ruota di legno disposta fra due pareti.
Un perfetto sistema di canaiizzazione consentiva I'azionamento alternativo del mulino
e della sega
Per sopperire alla mancanza di risorse idriche le acque venivano raccolte e imma-
gazzinate in due laghetti collegati fra loro e regolati da un sistema di paratoie mobili.
Il sig. Rossinelii figiio di Salvatore ultimo mugnaio, racconta che ogni tre, quattro an-
ni la roggia, ricca di trote e gamberi, doveva essere ripulita dai depositi di sabbia. Una
memoria viva capace di dare movimento a un mondo che si e fermato. Qui, mi dice,
venivano da Cadegliano, Fabiasco, Arbizzo a macinare i cereaii. Su questo spiazzo i
carri depositavano i grossi tronchi e mio zio Antonio, dopo un primo trattamento li tagliava
per farne ottime assi.
Questo luogo era chiamato "or morin di du".
(fonte "... e fu tanto girar di macine" di Maurizio Miozzi)