Medaglia d'onore al Pietro
Inviato: sab mag 01, 2010 2:58 pm
E' con orgoglio che voglio far conoscere a tutti voi la bellissima notizia. E' stata concessa la Medaglia d'Onore al Pietro, in qualità di Internato Militare Italiano (IMI) nei campi di concentramento durante la seconda guerra mondiale.
Ora aspettiamo che il Comitato, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ci faccia sapere la data per volare a Roma e ritirala, durante una cerimonia ufficiale.
Ma veniamo con ordine....dopo l'8 settembre 1943, Pietro si trova sul fronte Albanese.
Decide, insieme ai suoi commilitoni, di schierarsi dalla parte di Badoglio e del re Vittorio Emanuele III. Per questo è catturato dai Tedeschi e, dopo una lunghissima marcia a piedi per più di 200Km, caricato su un treno verso la Germania.
Lungo il viaggio i Tedeschi gli fanno credere di viaggiare alla volta dell'Italia, ma ben presto si accorgono che li attende ben altro destino. Pietro viene deportato e internato in diversi lager per oltre due anni e nel 1944, obbligato a lavorare nell'industria pesante.
Riesce a tornare a casa solo nel 1945, liberato dagli Americani, privato ormai della sua giovinezza, dei suoi sogni, della gioia di vivere, della spensieratezza che tutti i giovani di 20 anni hanno.
In questi campi di prigionia agli IMI ("italienische Militärinternierte" nome con il quale venivano indicati i militari italiani), non vengono riconosciute le garanzie della Convenzione di Ginevra, come agli altri militari internati, in quanto visti come traditori. Per questo subiscono vessazioni, soprusi e dopo il 1944, sfruttati come manodopera nelle fabbriche tedesche fino alla morte, senza godere della tutela della Croce Rossa o altra organizzazione internazionale.
Più di 800.000 IMI furono internati nei lager perchè si rifiutarono di combattere e di collaborare con i tedeschi e con i fascisti .
Affrontarono la morte per fame, per freddo, le percosse, polmonite, tubercolosi e meningite: dimenticati da tutti, massimamente odiati in quanto ritenuti traditori da questi e da quelli.
Il NO che li trattenne prigionieri in Germania, e che molti pagarono con la vita, fu atto volontario e consapevole.
La cosa più sorprendente è che finita la guerra, gli IMI vennero dimenticati, come se nella coscienza nazionale fosse avvenuta una sorta di rimozione dell'evento, anche se ben altre furono le motivazioni politiche e sociali che la determinarono.
"..Erano dei testimoni troppo scomodi, furono emarginati, la loro onesta fu quasi una colpa, perchè l'onesta è uno scomodo termine di paragone...(Tagliasacchi ex IMI)".
Solo dal 2007 in poi lo Stato Italiano decise di concedere loro la Medaglia d'Onore.
E' proprio con Onore che la ritirerò a nome di mio nonno, che lottò per amor di patria e lealtà al suo giuramento per dare anche a me libertà e democrazia.
Ora aspettiamo che il Comitato, istituito presso la Presidenza del Consiglio dei ministri ci faccia sapere la data per volare a Roma e ritirala, durante una cerimonia ufficiale.
Ma veniamo con ordine....dopo l'8 settembre 1943, Pietro si trova sul fronte Albanese.
Decide, insieme ai suoi commilitoni, di schierarsi dalla parte di Badoglio e del re Vittorio Emanuele III. Per questo è catturato dai Tedeschi e, dopo una lunghissima marcia a piedi per più di 200Km, caricato su un treno verso la Germania.
Lungo il viaggio i Tedeschi gli fanno credere di viaggiare alla volta dell'Italia, ma ben presto si accorgono che li attende ben altro destino. Pietro viene deportato e internato in diversi lager per oltre due anni e nel 1944, obbligato a lavorare nell'industria pesante.
Riesce a tornare a casa solo nel 1945, liberato dagli Americani, privato ormai della sua giovinezza, dei suoi sogni, della gioia di vivere, della spensieratezza che tutti i giovani di 20 anni hanno.
In questi campi di prigionia agli IMI ("italienische Militärinternierte" nome con il quale venivano indicati i militari italiani), non vengono riconosciute le garanzie della Convenzione di Ginevra, come agli altri militari internati, in quanto visti come traditori. Per questo subiscono vessazioni, soprusi e dopo il 1944, sfruttati come manodopera nelle fabbriche tedesche fino alla morte, senza godere della tutela della Croce Rossa o altra organizzazione internazionale.
Più di 800.000 IMI furono internati nei lager perchè si rifiutarono di combattere e di collaborare con i tedeschi e con i fascisti .
Affrontarono la morte per fame, per freddo, le percosse, polmonite, tubercolosi e meningite: dimenticati da tutti, massimamente odiati in quanto ritenuti traditori da questi e da quelli.
Il NO che li trattenne prigionieri in Germania, e che molti pagarono con la vita, fu atto volontario e consapevole.
La cosa più sorprendente è che finita la guerra, gli IMI vennero dimenticati, come se nella coscienza nazionale fosse avvenuta una sorta di rimozione dell'evento, anche se ben altre furono le motivazioni politiche e sociali che la determinarono.
"..Erano dei testimoni troppo scomodi, furono emarginati, la loro onesta fu quasi una colpa, perchè l'onesta è uno scomodo termine di paragone...(Tagliasacchi ex IMI)".
Solo dal 2007 in poi lo Stato Italiano decise di concedere loro la Medaglia d'Onore.
E' proprio con Onore che la ritirerò a nome di mio nonno, che lottò per amor di patria e lealtà al suo giuramento per dare anche a me libertà e democrazia.