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Pericolosità degli animali in valle....

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Emi
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da Emi »

lampo ha scritto:appunto, avrei qualche domanda da porgli, ad esempio:
dove sono quando ci sono da risistemare i sentieri, i tagliafuoco, la segnaletica, quando c'è da fare prevenzione antincendio, vigilanza, spegnere gli incendi, ripristinare o recuperare aree trasformate in discariche ecc ecc...
amare l'ambiente non è solo sparare, nessuno mette in dubbio la presenza di molti cacciatori nei gruppi di Protezione Civile, GEV, AIB... ci mancherebbe, ma rispetto al numero delle doppiette e a tutti i loro buoni propositi rimangono sempre in pochi.
Una caccia di selezione è necessaria, oggi, ma perché ???
Perché non leggo un'ammissione di colpa per l'introduzione di animali alloctoni ???
Vero, dobbiamo confrontarci con una convivenza forzata tra animali ( quelli selvatici ) e bestie ( noi ) ma le uscite del tizio, di cui sopra, mi fanno sorridere.
Senza contare che dipinge i cacciatori come gli unici "volontari" disinteressati :muro:
In effetti non sarebbe male se anche i cacciatori dessero una mano in tutte queste belle cosine che hai elencato.
Una domanda però: qualcuno glielo ha mai chiesto, o forse poichè "mediamente" sono visti come "nemici cattivi" sono semplicemente ignorati? Chiedeteglielo, provare non costa. Non difendo nessuno, ma la caccia alle streghe è improduttiva e crea solo divisioni e incomprensioni insanabili. :scratch:
Mi sembra però di ricordare che grosse squadre di cacciatori abbiano in passato riqualificato una grossa area nei pressi delle due cime del Monte Pian Nave (m.1058, Valtravaglia), riportando alla luce un grazioso e minuscolo laghetto in posizione panoramica sulla valle. Idem al Sette Termini.
Intanto, i prati magri del Chiusarella e delle Pizzelle (PCdF) non mi pare abbiano subito sinora una riqualifica altrettanto adeguata. Visto che spesso si è letto di "carenza di volontari", ecco, forse qualcun altro a cui rivolgersi e ai quali chiedere collaborazione esiste.


Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.

Leo Longanesi
mauri
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da mauri »

Rispondo, anche se non siamo precisamente in argomento..Per poter intervenire sui prati magri delle Pizzelle e soprattutto del Chiusarella (alcuni interventi, insufficienti, sono stati fatti comunque nel recente passato), essendo in zona Riserva Naturale..non basta la disponibilità di mezzi e volontari (tipo fai da te..) ma di un apposito e regolare dal pdv burocratico-autorizzatorio...piano naturalistico ben studiato e particolareggiato di intervento elaborato dai tecnici dell'Ente o da tecnici estranei ed approvato dall' Ente e da chi altro di dovere.
Ad esempio, se una squadra di "volenterosi" si mettesse a sfalciare e decespugliare (come sarebbe naturalisticamente opportuno) il Chiusarella, senza i piani e le autorizzazioni di cui sopra..sarebbe pesantemente sanzionabile con risvolti anche penali.
I volontari.. che siano GEV, AIB od altro sono a disposizione, in stand-by, da anni, ma le istituzioni parrebbero cieche, sorde ed inattive...
P.S. Quasi divertente...fino ad alcuni anni fa l'Alpe Ravetta appena sotto la loc. Pian Valdes in Martica era gestita da un agricoltore Sardo che allevava decine di capre per conto proprio... e (senza ovviamente alcun "piano di intervento ecc.) tali animali, girovagando tra l'Alpe ed il Chiusarella, tenevano rigorosamente "puliti" i vari prati magri esistenti in zona...
Peccato che l'agricoltore in questione..tra l'altro un vero e proprio.."personaggio" un pò ..eccentrico ed originale..diciamo così.. per motivi anche di salute abbia abbandonato l'attività e di conseguenza le capre non svolgano più la loro "ecologica " funzione di mantenimento dei prati magri in zona..al di là dei ...mancati interventi del PCdF. :dotnknow:
Saluti.
Emi
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da Emi »

Eh, eh, me lo ricordo "il personaggio" e i suoi greggi che pascolavano sul Chiusarella, guardati con occhio vigile da un cagnolino antipatico ma che svolgeva bene il suo "lavoro".
Quanto al resto, mi sembra chiarissimo dalle tue parole (non sono che una triste conferma) che enti e parchi a questo modo sono soltanto un carrozzone iper-burocratico, i quali non san cosa farsi dei propri ottimi volontari, viceversa tentano di rifarsi - in ogni senso - sui "volonterosi". Cambierà la musica? Temo di no, ma spero si rendano conto che un parco così non serve a niente, altro che segnaletica digitale... :muro:
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Leo Longanesi
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paoric
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Cinghiali: la proposta di Federcaccia

Il presidente dell'associazione venatoria ritorna sull'ipotesi di affidare ai cacciatori la gestione della selvaggina

Ho ritrovato, a distanza di qualche mese, un nuovo articolo sulla stampa locale in cui gli amici Agricoltori denunciano nuovamente i danni causati dai cinghiali (in particolare) e, essendo stato citato il nostro intervento di offerta di collaborazione di 3 mesi fa sull’argomento (completamente ignorato dall’Ente Delegato), vorrei esprimere qualche considerazione ulteriore.

Confermo nuovamente di condividere pienamente la preoccupazione e la ‘rabbia’ nel non vedersi riconosciuti i danni che risulta realmente inspiegabile; tutti noi cacciatori versiamo, annualmente e pro-capite, 173 Euro di tasse governative e 65 Euro di tasse regionali che non generano, pur se previsto dalla normativa, praticamente nessun ristorno per la gestione faunistica (alla quale dobbiamo devolvere come minimo, a secondo dei casi, ulteriori 130 – 180 Euro) ma sono fagocitati da governo, regione ed ente delegato a copertura di non so quali altre spese. Basterebbe utilizzare questi fondi (una parte almeno) e la copertura dei danni sarebbe garantita. Detto questo vorrei evidenziare fortemente che la nostra categoria, in via totalmente volontaria, ha contribuito in questo ultimo anno al pagamento dei danni causati dalla selvaggina in una quota superiore a quanto richiesto; lo abbiamo fatto proprio in considerazione dell’importanza dell’agricoltura sul territorio senza polemizzare con chi invece a questa incombenza era preposto dalla legge.

Se passiamo ad analizzare le possibili soluzioni al problema dobbiamo partire evidenziando e ricordando a tutti che la nostra Provincia non è un territorio vergine ed incontaminato ma il frutto di secoli di interventi antropici che l’hanno modellata e modificata e che richiedono, anche per la parte faunistica, una costante ‘manutenzione’ che, nello specifico, si chiama ‘gestione faunistica’ e che, piaccia o meno, vede nel prelievo venatorio bilanciato e scientificamente gestito lo strumento unico per bilanciare l’eccezionale presenza di ungulati che decenni di gestione hanno saputo creare (mufloni, cervi, caprioli, cinghiali, ..).

Visto i risultati ottenuti (sarebbe meglio dire ‘non ottenuti’) fino ad oggi non resta, come già detto in più occasioni, che una soluzione: affidare la gestione faunistica di tutto il territorio provinciale a chi queste cose le fa con passione: i cacciatori. Quale associazione venatoria confermo che ci candidiamo ad assumere questo ruolo e siamo sicuri che sapremo ben gestire il capitale preservando gli interessi di chi il territorio, come noi, lo vive e lo interpreta giorno dopo giorno: gli agricoltori.

Purtroppo, alle riunioni specifiche citate non siamo mai invitati, ma poiché siamo abituati a lavorare per risolvere i problemi e non a polemizzare lancio una nuova proposta che spero venga accolta: quella di organizzare un convegno su questo argomento specifico invitando le componenti venatorie, gli agricoltori e, ovviamente, la Provincia; se si ritiene un’iniziativa utile a risolvere il problema l’Associazione che ho l’onore di dirigere è pronta, anche questa volta, a prendere le redini della situazione ed a organizzare quanto proposto.

Siamo convinti che le armi vincenti sono l’univocità della gestione e l’omogeneità dei comportamenti. Spero che gli amici agricoltori vorranno supportare questa nostra offerta di disponibilità; ovviamente le direttive della gestione devono derivare da una base regolamentare inequivocabile che statuisca indicazioni e vincoli chiari per tutti gli Enti (soprattutto Comuni e Parchi) e che sancisca, inderogabilmente, la necessità e l’obbligatorietà di non toccare le superfici naturali ed agricole rimaste; nel contempo, sempre nell’ottica della limitazione dei danni all’agricoltura, si deve finalmente affrontare anche la problematica del controllo della selvaggina nelle aree a parco naturale e nelle riserve naturali dove, pur mantenendo fermo il concetto di divieto generalizzato di attività venatoria, si deve iniziare quell’attività di gestione faunistica reale operando per abbattimenti di contenimento o di selezione.

Luigi Roi
Presidente Federcaccia Varese

Fonte Varesenews.it
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da Emi »

Chiedo scusa, ma...
Proprio su questo sito non era stato segnalato un incontro che doveva tenersi - Giugno o Luglio - a Montegrino in cui erano, appunto, presenti esponenti politici, dell'agricoltura e della caccia? :scratch:
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Cinghiali, allo studio un'assicurazione per gli agricoltori

E’ sempre allarme rosso nelle campagne varesine per la presenza diffusa di cinghiali, il cui numero nonostante gli abbattimenti della scorsa stagione resta molto elevato e sembra addirittura lievitare, con concentrazioni sul territorio anche doppie rispetto ai limiti sostenibili.
“Con il mais ancora in campo, che quest’anno promette rese quantitative e qualitative eccellenti, cresce il pericolo di ulteriori danni alle produzioni e forti perdite di reddito per gli agricoltori che difficilmente saranno coperte dagli indennizzi previsti dalla legge – sottolinea Coldiretti Varese”.
“La scorsa settimana, a seguito della richiesta congiunta di Coldiretti e Federcaccia Varese, si è tenuto un importante tavolo istituzionale convocato dall’Assessore all’agricoltura Specchiarelli, per mettere a punto azioni di contenimento dei cinghiali – sottolinea il Presidente di Coldiretti Fernando Fiori - ma numeri e tempistiche presentati non fanno stare tranquilli i nostri coltivatori, che lo scorso anno avevano subito danni per quasi 100.000 euro, solo parzialmente indennizzati”.
A fronte dei dati forniti al tavolo istituzionale, che sembrano indicare una controtendenza, si
registrano situazioni di alcune aziende che – soprattutto nelle zone della Valcuvia – stimano perdite di raccolto comprese tra il 20 ed il 35% della produzione, con punte per alcune zone del 60% del mais divorato dai cinghiali.
“Occorre riconsiderare i dati in possesso della provincia perché appaiono particolarmente sottostimati: a fronte, ad esempio, di un danno complessivo stimato in poco più di 15.000 euro nell’ATC 1, due sole nostre aziende che operano nello stesso territorio hanno subito danni valutati per oltre 16.000! Oltre a queste due aziende ci sono però altre 32 denunce – rileva Coldiretti”.
Qualche risposta alla condizione critica provocata dalla presenza degli ungulati selvatici (ma
anche da piccioni e piccoli roditori che infestano le campagne a sud della provincia) arriva anche a
margine dei lavori del convegno sulle Assicurazioni in agricoltura organizzato nei giorni scorsi da
Coldiretti Varese.
“Il Direttore Generale dell’Assessorato all’Agricoltura della Regione Lombardia Paolo Baccolo
intervenuto nel dibattito ha confermato la disponibilità ad avviare un tavolo di lavoro con mondo
il agricolo e i consorzi di difesa, per mettere a punto e sostenere un prodotto assicurativo specifico, destinato a coprire i danni causati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica e dai cinghiali in particolare – evidenzia il Direttore di Coldiretti Varese Costante Arosio -. Non c’è dubbio che il
primo obiettivo è eliminare il problema, ma anche il totale risarcimento del danno agli agricoltori
con forme moderne e adeguate è un imperativo”.
La polizza assicurativa insieme ad un piano straordinario di abbattimento da approvare ed adottare subito, recinzioni per le superfici a coltura ed interventi di controllo e monitoraggio sono strumenti da mettere in campo immediatamente, - dicono da Coldiretti.
“La condizione nelle nostre campagne è veramente difficile e la sopportazione dei coltivatori al
limite, esasperati dal fatto che il loro lavoro va in pasto ai cinghiali – conclude Tino Arosio - e per
questo riteniamo che non si possa perdere neanche un giorno in più per mettere in atto ogni azione
che conduca alla eradicazione definitiva di questo flagello”.

fonte varesenews.it
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da Parsifal »

Prendo spunto dall'argomento qui trattato per segnalare la "vera" pericolosità su un tipo di animale moooooolto pericoloso in valle....." IL FUNGIATT...specialmente quelli della domenica e visto il periodo ci aggiungo anche i " RACCOGLITORI DI CASTAGNE cottimisti !!! polemico ???? " SI"...se sabato o domenica eravate in giro per la valle vi sareste resi conto :muro: meno male che le piante hanno radici profonde altrimenti anche quelle avrebbero portato via....insieme ai ricci verdi che avevano nei cesti...
Allego una foto fatta da me sulle montagne liguri un anno fa...e chi vuol capire capisca !!!
Allegati
DSC00465.JPG
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da Emi »

Beh, magari i cacciatori potrebbero trovare un "nuovo" animale cui sparare dietro, in questo caso... :bigrin:
Scherzo.
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Cinghiali, Longoni cerca una soluzione definitiva
Il consigliere regionale leghista si schiera al fianco degli agricoltori e lancia un appello: "Il raccolto di mais 2011 è eccezionale, non permetteremo ai cinghiali di rovinarlo"


"Il problema cinghiali è diventato emergenza per l’agricoltura delle nostre valli. Mi impegnerò personalmente affinché il tavolo di lavoro lanciato a settembre dall’assessorato all’Agricoltura di Regione Lombardia trovi una soluzione immediata che tuteli i nostri agricoltori, sia in tema di abbattimento controllato dei capi, come annunciato dalla Provincia, che di protezione dei raccolti e, soprattutto, del risarcimento di danni finora subiti, secondo forme moderne e adeguate alla situazione”. L’appello è stato lanciato dal consigliere leghista Giangiacomo Longoni, di fronte al perdurare della presenza di cinghiali nelle valli varesine e dei danni che questi arrecano alle coltivazioni di mais.

“Non possiamo permetterci che la straordinaria raccolta di mais che si prospetta grazie al perdurare delle buone condizioni climatiche venga minacciata dai danni provocati dal popolamento incontrollato dei cinghiali selvatici nel nostro territorio e, soprattutto, sui nostri campi coltivati. La produttività di mais di quest’anno, come non se ne vede da tempo, rappresenterebbe, infatti, una boccata d’ossigeno per l’intero settore. Per questo motivo urge un intervento finalmente risolutore”. “La Lega Nord non si dimentica dei suoi contadini e delle risorse della sua terra. Per questo motivo mi prendo la responsabilità di scendere in campo in prima persona, favorendo l’intervento di Regione Lombardia nella gestione dell’emergenza e la sintonia tra il lavoro delle istituzioni locali e gli operatori”.

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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Cinghiali, lasciamo che operi chi conosce il territorio


Spettabile Redazione di Varesenews, ho letto con interesse e con sorpresa la ‘dichiarazione di guerra’ fatta dal Consigliere Longoni sul problema cinghiali (per altro tardiva visto che, come tutti coloro che la campagna la vivono e sanno esattamente, la raccolta del mais è già iniziata se non addirittura conclusa); nulla da eccepire sugli obiettivi, che condividiamo pienamente; ci sorprende l’uscita visto che il problema è stato sviscerato più volte e più volte affrontato nelle sedi opportune, senza demagogia, privilegiando la conoscenza della materia e presentando proposte concrete anche se, purtroppo, chi poi le deve realizzare non sempre le condivide. Nella recente tavola rotonda, tenutasi in Provincia fra tutte le Associazioni Venatorie e Agricole ed espressamente richiesta dalla mia Associazione e da Coldiretti, siamo ancora una volta passati dalle parole ai fatti presentando il documento che invio in allegato; per ora la Provincia ha ritenuto non necessarie le misure da noi proposte suggerendo soluzioni alternative che si concretizzeranno nelle prossime settimane; i dati ci diranno se siamo sulla giusta via. Quindi, riassumendo, lasciamo che chi conosce il territorio operi seguendo quanto deciso e poi ne discuteremo i risultati; rimandiamo invece alla prossima campagna elettorale le uscite ad effetto ! Cordiali saluti.
13/10/2011
Luigi Roi - Presidente Federcaccia Varese


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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

I cacciatori: “Cinghiali, la nostra proposta”

Un sunto della proposta Federcaccia presentata nel corso della recente tavola rotonda sull’argomento cinghiali tenutasi in Provincia fra tutte le Associazioni Venatorie e Agricole

Gentile Redazione di Varesenews, a complemento di quanto affermato sull’argomento gestione fauna in esubero (cinghiali in prima battuta ma anche ungulati, corvidi, conigli, …..), nell’ottica di fornire proposte concrete e non solo intenti Vi invio un sunto della proposta Federcaccia presentata nel corso della recente tavola rotonda sull’argomento cinghiali tenutasi in Provincia fra tutte le Associazioni Venatorie e Agricole ed espressamente richiesta dalla mia Associazione e da Coldiretti. Come anticipato nel mio scritto di ieri la Provincia, per ora, ha ritenuto non necessarie le misure da noi proposte suggerendo soluzioni alternative.
Grazie come sempre per l’ospitalità.
Cordiali saluti.
Luigi Roi - Presidente Federcaccia Varese

* * *

Una base di discussione per la Gestione delle Specie Animali in Esubero (Mammiferi ed Uccelli)

EVOLUZIONE STORICO/FAUNISTICA nella Provincia di Varese
La nostra Provincia, nel dopoguerra, ha subito mutazioni profonde del territorio che hanno inciso
fortemente sulla fauna penalizzando le specie meno adattabili (ad esempio: la lepre) e favorendo
gli animali opportunisti che hanno avuto, ciclicamente, vere e proprie esplosioni demografiche
(cinghiali, corvidi, gabbiani, volpi, piccioni, conigli,…).
Il TASP (Territorio Agro Silvo Pastorale), soprattutto nelle fasce centrali e meridionali della
Provincia, ha subito riduzioni drammatiche in conseguenza di un’urbanizzazione selvaggia, di un
incremento esponenziale della rete viaria e dello sviluppo dell’area aeroportuale di Malpensa.
Sul territorio si sono progressivamente stratificate realtà amministrative diverse (Stato, Regione,
Provincia, Comuni, Parchi Regionali, PLIS, SIC, ZPS, …) che, pur gestendo un’entità unica quale il
territorio naturale; finiscono, molte volte, con il generare difficoltà gestionali oggettive e conflitti
di competenze.

OBIETTIVI ATTUABILI / ATTIVITA’ PROPOSTE

Definizione delle specie in esubero oggetto di monitoraggio e, per ognuna di esse, calcolo della densità numerica compatibile con il TASP disponibile
La definizione della lista delle specie oggetto di monitoraggio (ungulati, corvidi, gabbiani, piccioni,
etc.) è un’attività continua nel tempo con aggiornamenti effettuati sulla base di rilevazioni e/o
segnalazioni fornite dalle Associazioni Agricole, dalle Associazioni Venatorie e/o dal Servizio di
Vigilanza Venatorio della Provincia.
Con il supporto di tecnici faunistici forniti dalle Provincia, per ognuna delle specie identificate, si
procede al calcolo della densità numerica compatibile con il TASP disponibile nelle varie aree
omogenee identificate considerando la vocazione e l’utilizzo specifico del territorio (aree agricole,
aree boscate, incolti, …) nelle singole realtà
Per ogni specie si devono identificare i metodi di intervento su base progressiva (passivi ed attivi)
che permettano la riduzione della densità numerica per il rientro nei valori accettabili

Suddivisione in aree omogenee di monitoraggio del TASP provinciale

Il territorio della Provincia sarà suddiviso in aree di monitoraggio omogenee (con un’ampiezza
media di 100 ettari) evidenziando le vocazioni colturali, l’utilizzo specifico tradizionale e le criticità
presenti sul territorio
Per ogni area di monitoraggio si dovranno identificare almeno due referenti, appartenenti alle
Associazioni Agricole e Venatorie, incaricati di fornire indicazioni, suggerimenti e rilevazioni
costanti e circostanziate alla Commissione Operativa Permanente
L’estensione e la definizione territoriale delle singole aree può essere variata continuamente dalla
Commissione.
Il territorio di ogni singola area omogenea deve ricadere, interamente, all’interno dei confini di un
singolo ATC o CA.
Aree omogenee specifiche devono essere definite all’interno dei Parchi Regionali e Naturali
coincidenti con i confini degli stessi.

Definizione di un Processo di Monitoraggio permanente della densità numerica basato su referenti di zona e/o rilevatori automatici (foto-trappole, ….)

La definizione di un Processo di Monitoraggio permanente, a livello provinciale, della densità
numerica delle popolazioni animali presenti sul territorio permette di intervenire anticipatamente
o, comunque, nella fase iniziale della eventuale problematica che si stà creando limitando
economicamente ed operativamente gli interventi necessari.
Attori principali del processo dovranno essere i referenti di zona che si avvalgono della moderna
tecnologia che costituisce e fornisce una valida alternativa integrativa utilizzando, ad esempio,
rilevatori automatici dotati di macchine fotografiche integrate (foto-trappole).
Nel processo di monitoraggio i referenti potranno, altresì, avvalersi di soggetti terzi quali i
proprietari dei fondi, i cacciatori locali, le Guardie Venatorie Provinciali e le Guardie Venatorie
Volontarie delle Associazioni Venatorie

Istituzione di una Commissione Operativa Permanente che coordini le attività di monitoraggio e gli interventi necessari (Associazioni Venatorie, Associazioni Agricole, ATC, CA, Amministrazione Provinciale)
La Commissione Operativa Permanente coordina le attività di monitoraggio e gli interventi
necessari per il ripristino delle densità numeriche ottimali delle popolazioni animali in esubero
La Commissione Operativa Permanente è composta da (due ?) rappresentanti delle Associazioni
Venatorie Provinciali, da (tre ?) rappresentanti delle Associazioni Agricole Provinciali, da (un ?)
rappresentante per ogni ATC e CA, da (due ?) rappresentanti dell’Amministrazione Provinciale
La Commissione identifica ed attua gli strumenti operativi idonei attivi (abbattimenti al di fuori
del periodo venatorio, piani di abbattimento per il periodo venatorio, rilocazione in altre aree, …)
passivi (barriere elettriche, dissuasori, ….) e gli strumenti assicurativi e le coperture economiche
per il rimborso dei danni causati dalle popolazioni animali alle colture

Istituzione di Gruppi di Intervento Operativi Permanenti che eseguono gli interventi necessari (Selecontrollori addestrati)
La Commissione Operativa Permanente coordina le attività dei Gruppi di Intervento Operativi
formati dai Selecontrollori
I Selecontrollori addestrati sono scelti fra i possessori e/o i conduttori dei fondi in possesso della
licenza di caccia
I Selecontrollori operano in stretta relazione e coordinamento con i referenti di zona
I Selecontrollori operano, altresì, avvalendosi di soggetti terzi quali i proprietari dei fondi,
i cacciatori locali, le Guardie Venatorie Provinciali e le Guardie Venatorie Volontarie delle
Associazioni Venatorie
L’attività dei Selecontrollori è normata da apposito regolamento provinciale.

Fonte Varesenews.it articolo pubblicato QUI
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Chiude la caccia, ecco come è andata
Si chiude la Stagione venatoria: un breve bilancio del 2011 e le prospettive per il 2012 offertyo da Luigi Roi, presidente di Federcaccia Varese

Agli amici Lettori di ‘Varesenews’,
con un paio di giorni di anticipo, causa la nevicata di fine gennaio, si è chiusa la stagione venatoria 2011 ed è ora di fare un bilancio guardando in avanti al prossimo ciclo che si inaugurerà in settembre.
Credo che la bilancia, per quanto riguarda la situazione faunistica, sia decisamente positiva soprattutto per quanto concerne il sempre maggiore patrimonio di ungulati anche se, e lo abbiamo vissuto e sperimentato negli scorsi mesi, la latitanza dell’Ente Delegato nel predisporre norme efficaci di gestione ci rende difficile operare una gestione corretta in collaborazione con gli amici agricoltori.
Purtroppo è con rinnovato e profondo rammarico che mi vedo costretto ad evidenziare, nuovamente, le conseguenze negative di quelle decisioni unilaterali da noi sempre, inutilmente, criticate e contrastate quando denunciammo, a più riprese, l’inaccettabilità di un ‘Regolamento per la caccia di selezione agli ungulati’ voluto da pochi con una visione miope e personalistica e non comprendendo le ragioni politiche, pratiche e logiche di un mancato coinvolgimento diretto delle Associazioni Venatorie.
Sappiamo, per provata e ripetuta esperienza, che l’Amministrazione Provinciale non è incline ad accettare suggerimenti da parte delle Associazioni Venatorie (per onestà, da parecchi mesi, non risponde neanche alle richieste inviate per lettera a cui, almeno per cortesia formale, potrebbe rispondere con un laconico: “non ci serve il vostro aiuto”), ma preferisce auto incensarsi ed auto compiacersi del proprio modo di gestire l’ars venandi ignorando, sistematicamente, ogni nostra offerta di creare un corpo regolamentare che possa giovarsi di consigli e suggerimenti diretti, da parte delle Associazioni Venatorie, frutto dell’esperienza e delle richieste che giungono da tutta la base associativa e non da meri isolati interessi di parte.
Nonostante tutto questo, continuiamo a sperare ed ad auspicare che il prossimo futuro porti un deciso cambiamento augurandoci che il 2012 veda la risoluzione dei problemi di relazione con l’Ente Delegato che invitiamo, ancora una volta, a voler considerare le nostre offerte di partecipazione e di collaborazione.
Punto focale per tutti su cui non possiamo transigere rimane la richiesta di far rispettare il dettato dalla normativa regionale in materia di pianificazione venatoria che obbliga la Provincia di Varese, nella fase di revisione del Piano Faunistico attuale, a considerare l’effettiva superficie di Territorio Agro Silvo Pastorale realmente disponibile nonché l’abnorme percentuale di territorio sottratto all’attività venatoria che va molto aldilà (44% dice la Provincia, più del 50% nella realtà) della prospettata estensione massima ? Su questo vi è piena consapevolezza ed unità di vedute con gli amici agricoltori che hanno più volte denunciato come il territorio agricolo e naturale sia stato, a vario titolo, fagocitato in questi ultimi decenni. Dobbiamo far capire a tutti che nemmeno un centimetro ulteriore di terreno naturale deve essere ceduto alla speculazione edilizia o alla erosione di territorio, che ingiustificatamente e subdolamente continua, mascherata da Piano di Governo del Territorio (un bel nome per nascondere e favorire la speculazione), da pista ciclabile (una scusa ‘ecologica’ per tanto altro spandimento di cemento), da strutture sportive e da tante altre realtà che sono sotto gli occhi di tutti.
Non posso che ripetermi all’infinito; è necessario procedere a previsioni regolamentari inequivocabili, chiare e ben definite che statuiscano, a livello provinciale, indicazioni e vincoli chiari per tutti gli Enti (soprattutto Comuni e Parchi) e che sanciscano, inderogabilmente, la necessità e l’obbligatorietà di non toccare le superfici naturali ed agricole rimaste minimizzando o eliminando le aree a parco naturale vero e proprio dalle altre aree che ne costituiscono la parte maggiore. La Provincia non può più eludere al proprio ruolo di coordinamento sovra-comunale e deve quindi preoccuparsi di promuovere ed avviare concretamente, in una logica di visione comune del bene territorio, la revisione delle zonizzazioni dei Parchi e quindi dei Piani Territoriali di Coordinamento che ne costituiscono la pratica attuazione. Nel contempo, sempre nell’ottica della limitazione dei danni all’agricoltura, si deve finalmente affrontare anche la problematica del controllo della selvaggina nelle aree a parco naturale e nelle riserve naturali dove, pur mantenendo fermo il concetto di divieto generalizzato di attività venatoria, si deve iniziare quell’attività di gestione faunistica reale operando per abbattimenti di contenimento o di selezione di specie particolarmente difficili da gestire altrimenti o dannose per l’agricoltura e per l’ambiente naturale (cinghiale, ungulati, corvidi, nutrie,....).
30/01/2012
Luigi Roi - Presidente Federcaccia Varese

Lettera pubblicata su Varesenews QUI
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da mondrian »

Cinghiali, battute di caccia notturne?

CAMPO DEI FIORI – Cinghiali che si spingono fin quasi alla periferia di Varese, linci sul Campo dei Fiori, lupi che vagano sulle alture svizzere del Ceresio, carcasse di nutrie nel lago di Varese. Che sta succedendo? La neve alta certo affama gli animali e li induce a cercare il cibo senza troppe cautele, ma a Villa Recalcati incominciano a preoccuparsi. Partiamo dai cinghiali, intere famiglie avvistate lungo le strade della Valganna e della Valcuvia, devastazioni nel giardino comunale di Brezzo di Bedero e nei dintorni delle case alte a Canonica di Cuveglio. Con rischi concreti per escursionisti, orti e giardini e danni che ogni anno - rivela il presidente della Coldiretti, Fernando Fiori - ammontano ad almeno 50 mila euro per le aziende agricole varesine e che solo in parte vengono risarciti. E’ normale?

“No, non è normale e devono essere abbattuti almeno 500 esemplari – risponde l’assessore provinciale alla gestione faunistica, Bruno Specchiarelli – A suo tempo c’eravamo accordati con le squadre volontarie per abbattere 1500 capi, un numero congruo di questi ungulati che hanno una proverbiale capacità di riprodursi e mi risulta che ne siano stati abbattuti soltanto mille, un terzo meno del previsto. Se non interveniamo subito, ci troveremo entro due mesi a fronteggiare un’emergenza”. Specchiarelli ha subito incontrato il collega alla sicurezza Massimo Carioni e insieme hanno allertato il Nucleo Faunistico Provinciale. La missione dovrebbe consistere nell'eliminazione dei cinghiali in eccesso con battute di caccia notturna.

Pronta è giunta però la risposta dei cacciatori che respingono l'accusa di negligenza: "Non accettiamo assolutamente l'insinuazione dell'assessore - dice Stefano Chiapponi, caposquadra per la Valcuvia dei cacciatori di cinghiali - non esiste un vero e proprio censimento degli ungulati e non ci convince la tesi secondo cui gli animali da abbattere sarebbero millecinquecento". E' probabile a questo punto che i cacciatori chiedano un incontro con Specchiarelli per chiarire le accuse e le responsabilità. L'assessore intanto porterà martedi in giunta a Villa Recalcati la delibera per dare il via all'applicazione dell'articolo 41 della disciplina venatoria, che prevede l'intervento del Nucleo Faunistico per gli abbattimenti straordinari in caso di emergenza.

Si diceva dei lupi segnalati sulla sponda svizzera del lago di Ceresio, sul versante comasco e della comparsa delle linci nel Varesotto. Volfrano Rossi, consigliere dell’Ambito Territoriale di Caccia 1, quello a nord della provincia, segnala avvistamenti di linci sul Campo dei Fiori e sul Piambello tra la Valganna e la Valceresio, nei boschi di Castelveccana che s’inerpicano verso il monte Nudo e al lago Delio. Non è escluso che si tratti dello stesso esemplare e comunque è una presenza rara, probabilmente un animale emigrato dal Canton Grigioni. La lince pesa dieci-dodici chili, ha pelo grigio maculato ed è simile a un grosso gatto. Si nutre di animali di piccole e medie dimensioni, lepri, conigli, roditori, volpi, uccelli e invertebrati, ma la sua presenza dalle nostre parti non lascia del tutto tranquilli.

Infine un’ex guardia ecologica varesina, Alberto Zambon, ha trovato due carcasse di nutrie (grossi topi, del tutto simili ai castori) impallinati da qualche cacciatore sulla sponda del lago tra Capolago e la Schiranna: si tratta di un giovane esemplare maschio di un chilo e di un adulto di cinque. “Stiamo vigilando e la situazione è sotto controllo – conferma l’assessore Specchiarelli – Le nutrie mangiano bulbi e tuberi e sappiamo che un’eccessiva loro presenza potrebbe provocare danni alle colture. Non escludiamo di ricorrere a strumenti di caccia selettiva”


Sacromontevarese.net

La "risposta" dei cinghiali :

 Doveva essere una corsa di allenamento di routine lungo le strade del Brinzio. Alla Rasa, però, l'imprevisto. Sulla provinciale, si sono visti travolgere da due cinghiali, sbucati all'improvviso e che hanno attraversato la strada. Impossibile evitare l'impatto che è stato particolarmente traumatico per il gruppetto di ciclisti. Tre i feriti, di 42, 47 e  48 anni, che sono stati soccorsi dal 118 e trasportati all'ospedale di Varese dove i medici hanno riscontrato fratture e ferite, fortunatamente di lieve entità.


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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da paoric »

Uhm la Lince in valle...interessante...
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Re: Pericolosità degli animali in valle....

Messaggio da mondrian »

paoric ha scritto:Uhm la Lince in valle...interessante...
Infatti!Sarebbe interessante avere qualche riscontro o perlomeno conferma di tali avvistamenti
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