La morte dei nostri castani
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La morte dei nostri castani
E' incredibile come la mancanza del frutto dei nostri castani sia passato quasi in silenzio, e cosa ancora più incredibile è sapere che per molti anni ( o forse per sempre ) non potremo più gustare quello che solo pochi anni fa era uno degli ingrdienti principali per saziare la fame di tutti i paesi del nord italia.Le cause???...ma, si dice che le principali cause sono state la forte siccità di quest’anno,ma soprattutto un maledetto imenottero chiamato”Cinipede Gallieno”che sembra abbia devastato tutti i castagneti, praticamente questo insetto non ha nemici naturali , si dice anche che hanno già trovato la cura che non è una medicina ma un altro insetto che si dovrebbe mangiare il Gallieno però gli esperti di questo non ne sono tanto sicuri.Sembra che la causa di tutto ciò sia di qualche furbastro che in gran segreto ha importato dalla Cina l’innesto di una nuova qualità di castagna, provabilmente il tutto è cominciato dalla provincia di Cuneo per poi diffondersi in tutta Italia, Reputo questo evento di una gravità inaudita,....l'unico risalto che viene dato dai media è solo per segnalare l' importazione dalla Spagna e il prezzo che è triplicato,...che tristezza !!
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Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
Re: La morte dei nostri castani
Solo una precisazione, l'insetto in italiano si chiama Cinipide galligeno del castagno (il nome scientifico è Dryocosmus kuriphilus) perchè determina nelle piante colpite la formazione di caratteristiche galle solitamente visibili sulle foglie.
Nelle galle si sviluppano le larve della specie. Se aprite una galle le potete osservare all'interno (sono dei "bruchetti" biancastri).
Il problema è che le galle alterano e riducono fortemente il normale sviluppo delle foglie determinando, se l'infestazione è molto estesa, una riduzione nella capacità della pianta di accrescersi e anche di produrre frutti.
Per quanto riguarda la riduzione nella produzione di frutti di quest'anno non ho "prove" certe, ma poichè l'imenottero era presente anche negli anni passati (anche se su un areale più ridotto) è probabile che l'anomalia sia dovuta anche a fattori climatici (pioggia durante la fioritura e siccità estiva e autunnale) e non solo al cinipide.
Nelle galle si sviluppano le larve della specie. Se aprite una galle le potete osservare all'interno (sono dei "bruchetti" biancastri).
Il problema è che le galle alterano e riducono fortemente il normale sviluppo delle foglie determinando, se l'infestazione è molto estesa, una riduzione nella capacità della pianta di accrescersi e anche di produrre frutti.
Per quanto riguarda la riduzione nella produzione di frutti di quest'anno non ho "prove" certe, ma poichè l'imenottero era presente anche negli anni passati (anche se su un areale più ridotto) è probabile che l'anomalia sia dovuta anche a fattori climatici (pioggia durante la fioritura e siccità estiva e autunnale) e non solo al cinipide.
Re: La morte dei nostri castani
Io ho una pianta in terreno privato( e cintato) e ogni anno peso il raccolto:2008 80Kg,2009 118Kg,2010 comparse le galle 40Kg,2011 galle in regressione raccolto 8Kg!
Re: La morte dei nostri castani
Questa cosa è preoccupante, forse non hanno dato tanto risalto alla nostizia per non allarmare la gente... Ma ci pensate se veramente le castagne dovessero sparire dal nostro territorio? E' tristissimo se fosse proprio così....
Mary
Re: La morte dei nostri castani
Dai cinesi c'è da aspettarsi questo e altro...
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
Re: La morte dei nostri castani
Dai Cinesi ci aspettiamo anche di peggio..
Comunque leggo da una pubblicazione del PCdF...
Il Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu (Cinipide del Castagno), insetto fitofago particolarmente "attaccato" ai ns. "poveri" tradizionali "Castanea Sativa" selvatico od innestato.. è effettivamente di origine Cinese ... ed introdotto accidentalmente..speriamo.. con legname e vegetali contaminati
Gli interventi di lotta, leggo, sono molto limitati..solo alcuni accorgimenti paiono possibili: segnalazione dei casi all'ERSAF o alla Regione, potatura dei rami colpiti con successiva bruciatura (come ai vecchi tempi per la Processionaria del Pino in Martica di parecchi anni fa) e null'altro. L'unica ipotesi percorribile a medio - lungo termine è l'introduzione di un antagonista naturale denominato "Torymus sinesis Kamijo" ( Hymemenoptera Toreymidae) già utilizzato..dicono.. con successo in areali colpiti dal parassita..
Speriamo bene...
PS. Alcuni esperti comunque rilevano che, al di là dell'insetto in questione, la carenza di castagne sia dovuta anche a peculiari caratteristiche climatiche di quest'anno...siccità e caldo prolungato...
Vedremo..e saluti.
Comunque leggo da una pubblicazione del PCdF...
Il Dryocosmus Kuriphilus Yasumatsu (Cinipide del Castagno), insetto fitofago particolarmente "attaccato" ai ns. "poveri" tradizionali "Castanea Sativa" selvatico od innestato.. è effettivamente di origine Cinese ... ed introdotto accidentalmente..speriamo.. con legname e vegetali contaminati
Gli interventi di lotta, leggo, sono molto limitati..solo alcuni accorgimenti paiono possibili: segnalazione dei casi all'ERSAF o alla Regione, potatura dei rami colpiti con successiva bruciatura (come ai vecchi tempi per la Processionaria del Pino in Martica di parecchi anni fa) e null'altro. L'unica ipotesi percorribile a medio - lungo termine è l'introduzione di un antagonista naturale denominato "Torymus sinesis Kamijo" ( Hymemenoptera Toreymidae) già utilizzato..dicono.. con successo in areali colpiti dal parassita..
Speriamo bene...
PS. Alcuni esperti comunque rilevano che, al di là dell'insetto in questione, la carenza di castagne sia dovuta anche a peculiari caratteristiche climatiche di quest'anno...siccità e caldo prolungato...
Vedremo..e saluti.
Re: La morte dei nostri castani
Sulla "accidentalità" dell'importazione di questo "meraviglioso" insetto andrei un po' cauto.
Che poi anche la siccità abbia contribuito può essere.
Che poi anche la siccità abbia contribuito può essere.
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
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Leo Longanesi
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Re: La morte dei nostri castani
qesto l'avevate visto? http://la1.rsi.ch/falo/welcome.cfm?idg= ... &idc=42187
Re: La morte dei nostri castani
Interessante documento che conferma la mia impressione che ci vorrà del tempo per riavere i nostri castani fiorenti...sperando che l'insetto antagonista sia veramente efficace. Capisco anche lo scetticismo di Berna che temporeggia nel dare il permesso all'immissione di un nuovo insettto, anche io sarei spaventato nell'immettere un qualcosa di nuovo in giro senza sapere di preciso a cosa vado incontro...se poi anche questo arriva dalla Cina....Ma...sperem!!!enrico somersalt ha scritto:qesto l'avevate visto? http://la1.rsi.ch/falo/welcome.cfm?idg= ... &idc=42187
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
Re: La morte dei nostri castani
In effetti è un pericolo da non sottovalutare in quanto non si sa con certezza (ed è impossibile saperlo a priori) come si comporterà il parassitoide dalle nostre parti, anche se sulla carta dovrebbe essere un antagonista esclusivo del Cinipide del castagno. Tuttavia la lotta biologica con questa specie in Italia e anche al Campo dei Fiori è già iniziata: http://www.agricoltura.regione.lombardi ... er&mi=HomeParsifal ha scritto: Capisco anche lo scetticismo di Berna che temporeggia nel dare il permesso all'immissione di un nuovo insettto, anche io sarei spaventato nell'immettere un qualcosa di nuovo in giro senza sapere di preciso a cosa vado incontro...se poi anche questo arriva dalla Cina....Ma...sperem!!!
Speriamo funzioni senza creare ulteriori problemi
Re: La morte dei nostri castani
Già ai tempi di questo articolo mi sorsero dei dubbi sulla scarsità di notizie riguardanti questo parassita.le minacce all'ecosistema dovrebbero arrivare anche a chi non è esperto della materia
Ecco l'articolo in questione
Una produzione diminuita di almeno il 30 per cento nel solo mese di giugno. Sono preoccupati i produttori di miele e dintorni: si sta infatti diffondendo a grande velocità il parassita che rovina le piante di castagno e sulle bancarelle la domanda ha superato di molto l'offerta. Il cimipide galligeno, più volgarmente una piccola vespa, depone le uova nelle gemme del castagno. La foglia o il frutto crescono colonizzati dal parassita e invece che svilupparsi naturalmente si deformano creando una sorta di arricciatura. Il lavoro delle api divenda impossibile, così come il recupero del polline.
«Purtroppo ci siamo accorti che il problema si è diffuso fino a 800 metri di altezza – spiega Luciano Mazzola – Nell'ultimo spostamento che ho fatto fare agli alveari, speravo di trovare un ambiente non ancora attaccato dal parassita, ma anche ad una certa altezza, fra i boschi, ho constato che la malattia è presente. Stiamo cercando di colmare il vuoto della produzione aumentando la raccolta per il miele millefiori, quello d'acacia e del tiglio di montagna. Questo però è un rimedio insufficiente, perché il miele di castagno è una varietà molto amata ed è un prodotto di punta della nostra attività. Diciamo che fa parte della nostra tipicità».
Il parassita che invade le foglie e le gemme del castagno non è solo uno svantaggio per i produttori di miele. Vicino alla perdita economica c'è quella ambientale. Le larve di cimipide stanno rovinando un anello importante dell'ecosistema. Come accade per il polline, le castagne, altro cibo millenario del territorio, risentiranno della malattia.
Il parassita è un vero killer delle biodiversità per la sua velocità di diffusione e per le grandi capacità di adattamento.
Oltre a rende improduttivi i castagni che riesce a colonizzare completamente, lavora a sfavore anche delle piante in cui non tutte le gemme sono compromesse. Dove la colonizzazione non è totale il cimipide si nutre della linfa, impoverendo la possibilità della pianta di fortificarsi. Di questo passo i territori “sani” rischiano di restringersi sempre di più.
La Provincia di Varese ,29 giugno 2011
Ecco l'articolo in questione
Una produzione diminuita di almeno il 30 per cento nel solo mese di giugno. Sono preoccupati i produttori di miele e dintorni: si sta infatti diffondendo a grande velocità il parassita che rovina le piante di castagno e sulle bancarelle la domanda ha superato di molto l'offerta. Il cimipide galligeno, più volgarmente una piccola vespa, depone le uova nelle gemme del castagno. La foglia o il frutto crescono colonizzati dal parassita e invece che svilupparsi naturalmente si deformano creando una sorta di arricciatura. Il lavoro delle api divenda impossibile, così come il recupero del polline.
«Purtroppo ci siamo accorti che il problema si è diffuso fino a 800 metri di altezza – spiega Luciano Mazzola – Nell'ultimo spostamento che ho fatto fare agli alveari, speravo di trovare un ambiente non ancora attaccato dal parassita, ma anche ad una certa altezza, fra i boschi, ho constato che la malattia è presente. Stiamo cercando di colmare il vuoto della produzione aumentando la raccolta per il miele millefiori, quello d'acacia e del tiglio di montagna. Questo però è un rimedio insufficiente, perché il miele di castagno è una varietà molto amata ed è un prodotto di punta della nostra attività. Diciamo che fa parte della nostra tipicità».
Il parassita che invade le foglie e le gemme del castagno non è solo uno svantaggio per i produttori di miele. Vicino alla perdita economica c'è quella ambientale. Le larve di cimipide stanno rovinando un anello importante dell'ecosistema. Come accade per il polline, le castagne, altro cibo millenario del territorio, risentiranno della malattia.
Il parassita è un vero killer delle biodiversità per la sua velocità di diffusione e per le grandi capacità di adattamento.
Oltre a rende improduttivi i castagni che riesce a colonizzare completamente, lavora a sfavore anche delle piante in cui non tutte le gemme sono compromesse. Dove la colonizzazione non è totale il cimipide si nutre della linfa, impoverendo la possibilità della pianta di fortificarsi. Di questo passo i territori “sani” rischiano di restringersi sempre di più.
La Provincia di Varese ,29 giugno 2011
Re: La morte dei nostri castani
altro effetto dell'ingordigia e del profitto...
poi magari arriva qualcuno a sostenere che gli interventi per combattere questo "fenomeno" sono degli sprechi.
Ogni riferimento non è puramente casuale.
poi magari arriva qualcuno a sostenere che gli interventi per combattere questo "fenomeno" sono degli sprechi.
Ogni riferimento non è puramente casuale.