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Cadegliano non finisce di stupire - chiesa di S. Giovanni

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mondrian
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Cadegliano non finisce di stupire - chiesa di S. Giovanni

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Un'altra testimonianza delle bellezze artistiche di Cadegliano,a cura di arTevarese.com

Una dettagliata visita alle decorazioni interne dell'edificio intitolato a San Giovanni. Ulteriore tappa storica e di ricerca iconografica negli edifici di Cadegliano Viconago, piccolo borgo ricco di testimonianze artistiche.



Nella frazione di Viconago, vicino ad una balconata che dà sul lago di Lugano, si erge la chiesa di San Giovanni Battista. Luogo di culto e di fede conserva molte opere legate ad artisti di diversa provenienza. Scopriamole insieme.

Entrando nella chiesa - a destra della navata, nei pressi del confessionale - si trova un lacerto di affresco rappresentante S. Lucia firmato e datato: "Messer Pietro Maria Grigh nell'Anno Domini 1607". Non si sa chi sia questo artista: i principali dizionari di storia dell'arte non riportano il nome di questo pittore. Il cognome Grigh dovrebbe indicare una persona proveniente dall'estero, probabilmente l'origine è da ricercare in ambito tedesco. Si deve supporre che questo lacerto di affresco sia parte di una più ampia composizione di cui non è rimasto nulla. Il soggetto dell'opera è Santa Lucia: si nota il piatto parzialmente nascosto da una stazione della Via Crucis. La figura della santa è abbastanza imponente; è rappresentata in un paesaggio desolato con un cielo dai colori stinti. Sicuramente la figura era inserita in un contesto molto più articolato che comprendeva altre figure, contro un fondo di cui non si conosce nulla. Il modus operandi del pittore risente ancora di un modo di dipingere dell'ultimo quarto del XVI secolo. La figura della santa è semplice e convenzionale; in alcuni punti si possono osservare delle particolarità: la corona di roselline tra i capelli e un accenno di vegetazione vicino ai piedi di Lucia. Nella composizione spiccano su tutto i colori accesi della veste.

Parzialmente nascosto dalle magnifiche statue dell'altare maggiore si trova un grande affresco rappresentante la Nascita di Giovanni Battista. La scena è affollata da una moltitudine di personaggi: sullo sfondo si vedono Elisabetta distesa, affiancata da una donna, ai piedi del letto due donne astanti - tra queste Maria - e una giovinetta che regge un vassoio. In basso a sinistra c'è un gruppo di sei persone: la levatrice con in braccio il Battista, un uomo barbuto - Zaccaria - che timidamente rivolge lo sguardo verso il bambino e la levatrice, due donne che confabulano tra di loro e un'altra che copre con un telo il bambino. L'osservazione dell'affresco
induce a ritenere che l'autore di questa opera possa essere sempre Pietro Maria Grigh: la somiglianza del modo di dipingere è sorprendentemente simile, e i personaggi hanno molte analogie con la figura di Lucia.

L'organo della chiesa venne ideato e costruito dall'organaro Francesco Carnisi (Luino, 1803 - Luino, 1861) nel 1849. Non si sa chi sia stato il suo maestro e poco si conosce degli inizi della sua carriera: si suppone che il maestro luinese sia stato dipendente di un altro organaro.

Il censimento dei suoi lavori è in uno stato avanzato: le sue opere sono collocate nel varesotto, nel comasco e nella bassa Valtellina: ad esempio a Runo di Dumenza nel 1834, a Montegrino Valtravaglia e nella chiesa di San Silvestro di Cadero in Val Veddasca.

La caratteristica fondamentale degli strumenti del Carnisi è la continua ricerca di miglioramento, soprattutto per quanto riguarda la parte meccanica, pur rimanendo fedele, nel complesso, ai canoni dell'organaria italiana dell'Ottocento. Egli consigliava sempre la tastiera estesa, quando le fabbricerie erano disposte a spendere cifre più consistenti. Venne chiamato dai canonici del Duomo di Como a restaurare il prestigioso Antegnati: ciò dimostra quanto il Maestro di Luino fosse riconosciuto e stimato nella sua epoca più di quanto oggi si possa immaginare.

L'altare della chiesa di San Giovanni Battista proviene dalla demolita chiesa di San Giovanni decollato alle Case rotte di Milano. Questa chiesa era situata nei pressi del Teatro alla Scala: dopo la soppressione delle congregazioni voluta dall'imperatore Giuseppe II nel 1794 iniziò la decadenza della chiesa, culminata nel 1874 con la vendita al comune di Milano che la chiuse al culto e ne fece la sede di alcuni uffici. Da questo periodo in poi vennero dispersi arredi e quadri: alcuni di essi furono traslati nella vicina chiesa di San Fedele, altri in San Bernardino.

L'altare maggiore venne trasportato a Viconago, i due angeli laterali al ciborio passarono a decorare la fontana del museo Poldi Pezzoli. L'altare venne trasportato nel 1878, sistemato ed inaugurato a cura di Zaccaria Righetti.

Sull'altare maggiore sono presenti sculture di Giuseppe Rusnati (1674-1713). Fu scultore e architetto, protostatuario e maestro di arte statuaria nel Duomo di Milano. Di lui scrisse Giorgio Nicodemi: "Fu notevole assai per il suo temperamento d'artista e per le sue opere di tocco fine e vigorosamente espressivo. Nessuna di esse è priva di lirismo concentrato e intenso".

Le pareti della navata, dell'ambulacro e della controfacciata della chiesa sono contraddistinte da figure di santi antichi e contemporanei e da simboli eucaristici. Sono state disegnate e messe in opera da un certo A. Zennaro di Milano. Purtroppo non è stato possibile venire a conoscenza dell'identità di quest'ultimo.
Nell'ambulacro sono presenti tre finestre: in una c'è un agnello, e opposti da una parte una cesta colma di pani con pesci e sullo sfondo la scritta JHS, dall'altra un pellicano che nutre i suoi piccoli.

I santi che si trovano alle pareti della navata sono: S. Giovanni Bosco, S. Rosalia, S. Carlo Borromeo, Papa Pio X, Maria Vergine, S. Francesco, S. Chiara, S. Luigi Gonzaga.
In controfacciata c'è la figura del santo titolare della chiesa: San Giovanni Battista. La maestosa figura si erge per tutto il diametro dell'oculo; si deve sottolineare l'interessante precisone nel disegno e la pulizia dell'immagine.

Gli ultimi interventi all'interno della chiesa vennero realizzati per abbellire e restaurare alcune parti dell'edificio tra il 1944 ed il 1946. Bisogna ricordare in particolare quelli di Giovanni Tonacca, Lucio Lecchi e Arturo Tosi.

Il primo artista diresse i lavori di restauro, fece realizzare gli stucchi che ornano i cornicioni principali che corrono alla base delle volte della chiesa. Inoltre ebbe il compito di stendere una relazione dei lavori da compiersi a cui collaborò attivamente.

Giovanni Tonacca fu socio fondatore della Pro loco di Viconago. Eseguì in tutta la Lombardia lavori in cappelle funerarie, chiese e ville patrizie; in molte di esse ha compiuto lavori di restauro: "Ricordava che una delle più grandi soddisfazioni era quella di riuscire a ripristinare stucchi e decorazioni, così da rendere difficilissimo distinguere la parte restaurata da quella originale". In Valganna ha ripristinato la cappella di San Sebastiano e il Battistero nella chiesa parrocchiale di Marzio e a Viggiù.

Lucio Lecchi realizzò la Vergine Assunta sopra l'altare maggiore. La figura della Vergine è modellata
sull'esempio di un dipinto di Pietro Antonio Magatti. Il riquadro dove è inserita la Madonna è attorniato da quattro tondi con i simboli di una porta (Porta coeli), un sole (Electa ut sol), un pozzo (Fons vitae), una torre (Turris davidica): questi sono attributi abitualmente riferiti alla Vergine.

Arturo Tosi di Busto Arsizio dipinse l'affresco della navata centrale raffigurante Cristo Re con i Santi Giovanni Battista e Antonio Abate. La figura ieratica di Cristo campeggia al centro del riquadro circondato da una nuvola di cherubini. Al di sopra Dio Padre e in basso a sinistra il Battista e a destra Sant'Antonio abate con i loro simboli. I volti di Cristo e del Battista sono molto simili tra di loro: a mio avviso c'è una rispondenza tra questi ultimi e il volto del Cristo affrescato nel battistero; quindi anche quest'ultimo affresco deve essere attribuito ad Arturo Tosi.

Nella controfacciata sono collocate, vicino alle stature lignee, due tele firmate e datate in basso a destra da "Aldo Piantini 1944" rappresentanti S. Rosa da Viterbo a sinistra e a S. Rita da Cascia a destra. Aldo Piantini (Siena, 1892-Milano, 1961) è un pittore di quadri religiosi. Ha dipinto diverse volte il drappellone del Palio di Siena.


Mauro Brusa


Artevarese.com


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