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LE NOSTRE LEGGENDE!!

Raccontiamo in questa sezione, le storie più particolari della nostra Valle sia di oggi che di ieri....

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paoric
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da paoric »

Quest'ultima della maschera mi ha ricordato una puntata di AI CONFINI DELLA REALTA'!!

Certo che leggende....!! :shock: :shock: Grazie frenand


Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
milena nasi benetti
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da milena nasi benetti »

Finalmente riesco ad entrare ne forum, ho letto la leggenda di S. Gemolo, che conoscevo solo per sommi capi, apprezzando lo sforzo di radicare nei luoghi l'identità e il sapore della storia valligiana. A tutti i partecipanti al forum i miei saluti e a presto.
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paoric
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da paoric »

Bene Milena...finalmente! Allora BENVENUTA !! :bravo: :bravo:
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
frenand
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da frenand »

La Lepre Bianca

La Lepre viveva sotto il Sasso di San Paolo: bianca e leggiadra faceva bella mostra di sé e non esitava a mettersi in evidenza.

Il folto pelo perfettamente candido, le lunghe orecchie all'erta, il labbro superiore spaccato e fremente, appariva nel mezzo dei sentieri, contro ogni regola di lepre astuta ed esperta.
Colpivano i suoi occhi verdi, come smeraldi, i suoi unghioli d'argento, come le vibrisse attente e tutta la vitalità fremente del suo agile corpo.

La Lepre Bianca era là, pronta a schizzar fuori da ogni cespuglio, a mostrarsi spavaldamente tra le pietraie, a correre zigzagando per i sentieri, per poi voltarsi, compiere brevi inversioni, salti acrobatici, traversare radure, tuffarsi in un cespuglio per riapparire poi in un baleno. Chi l'aveva vista ne era rimasto esterrefatto, poi disorientato e ormai l'avevano vista in molti.

A poco a poco questa misteriosa apparizione aveva sciolto la lingua a tanti e di questa Lepre Bianca ora se ne parlava. Chi lavorava nei boschi e saliva ogni giorno lungo i sentieri conosceva benissimo le abitudini crepuscolari di quella specie di animali, ma questa sovvertiva ogni legge e anziché fuggire, secondo il suo istinto, non cercava altro che mettersi in mostra.

In molti, vinta ogni perplessità, era nato il desiderio di catturarla, ma l'impresa si dimostrava assai ardua.
Segretamente, assai prima dell'alba, un giovane si avviò su per i sentieri per appostarsi in un luogo propizio nell'attesa del fascinoso animale. Passarono le ore, il giorno e sul calar della sera crebbe l'ansia per la sua assenza da casa. Lo cercarono in molti, ma senza risultato.

Dopo qualche giorno il giovane ricomparve sul limitare del bosco, ma stranito, taciturno, incapace di raccontare quanto gli era successo.
Lo ricondussero alla sua casa, ma il suo aspetto triste e in felice non scoraggiò altri che vollero tentare la medesima impresa.

Dopo di lui altri risalirono i sentieri e ne ebbero la stessa sorte. Un giorno un padre che temeva per il figlio che sembrava anche lui affascinato dal mistero della Lepre
Bianca, lo seguì in segreto. Sul terminare della notte il figlio di nascosto, lasciò la sua
casa e il padre lo seguì tra i boschi, ma non potendo reggere al suo passo, lo perse di vista.
Ansimante, certo ormai dell'avventura che il figlio stava vivendo, si accasciò in un crocicchio dietro a un muricciolo, piangendo silenziosamente per il suo ragazzo.

D'un tratto udì uno scalpiccìo di passi sul sentiero.

Istintivamente alzò gli occhi e lo colpì la visione di suo figlio, inebetito, trascinato per mano da un'orribile strega dagli occhi verdi.

Un grido lacerante spezzò il silenzio del bosco e in quell'istante, abbandonato il ragazzo sul sentiero, schizzò via la Lepre Bianca, ritornata improvvisamente nella sua veste di maliarda.

Così essa c'è ancora, sotto il Sasso di San Paolo e aspetta e cerca con il suo fascino misterioso di trascinare e rapire le illusioni della gioventù.


Virginia Borri, Marchirolo, storia e vita di un paese, Marchirolo, 1990



Ur Bürlachétt

"Va mìa a cà tardi e pasa mìa du Mött da Gagg se no ta cór adrée ur Bürlachétt..."

("Non tornare tardi a casa e non passare dal Mött da Gagg altrimenti ti corre dietro il gomitolo...")
Quante volte sono risuonate alle orecchie queste parole per le donne ed ancor più per le ragazze di Marchirolo?

Il Burlachétt, ossia l'insieme di quel resistente filo misteriosamente avvolto, tanto da formare un gomitolo da poter trattenere nel cavo di una mano.

L'apparenza tanto innocua di un gomitolo che scivola lungo il pendìo di una strada isolata nel buio della notte, s'interrompe quando incontra la pianella o lo zoccolo femminile, di chi, pur frettolosa o impavida, s'avventura per il Mött per fare in fretta ritorno a casa.

Silenziosamente, perfidamente, rotolando abilmente tra i sassi, il Burlachétt si avvinghia alla caviglia della sua vittima, poi all'altra, poi l'avvolge e la stringe fino a farla cadere, rotolare, trascinare, fino a raggiungerne il collo per soffocarla.

Solo il sopraggiungere provvidenziale di qualcuno mette fine al tormento che il Bürlachétt porta avanti con feroce insistenza.
A1 rumore di passi, silenziosamente si ritrae, avvolgendosi ancora su se stesso e, volatilizzandosi su per la salita, scompare.

Quale mistero c'era in cima al Mött? Quale personalità perversa nascondeva nella quotidianità le sue arti diaboliche? La sua inimicizia con le donne lo bolla inesorabilmente.
Rabbrividiamo, ed è un bene che di lui da tanto non se ne parli più.

Virginia Borri, Marchirolo, storia e vita di un paese, Marchirolo, 1990
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da frenand »

Carlo Dossi, nelle sue < Note azzurre > narra questa leggenda appresa in Valganna:

< 3586. Fiaba raccontatami da un alpigiano (Val Ganna).
Pipetta domanda tre grazie al divin Maestro: la prima di un sacco in cui entri qualunque cosa a lui piaccia - la seconda di un violino, sonando il quale ballino tutti, la terza, di uno schioppo che colga tutto ciò ch'ei miri.
Il divin Maestro accorda le tre grazie al Pipetta. Il Pipetta passa da un salumiere, ha fame, vede un salame e gli dice " va dentro " e il salame è nel sacco. Incontra poi un curato cacciatore che, abbattuta una lepre, fa per pigliarla. Egli suona il violino e il curato si mette a ballare stracciandosi i panni in mezzo alle siepi.
E il Pipetta raccoglie la lepre.
- un amico che soprariva con un asino carico di pentolini di Biella lo prega di una sonata. Pipetta suona. Balla il padrone, balla l'asino e tutte le bielle vanno in frantumi. -
Ma il Pipetta è condannato a morte. Chiede la grazia di fare prima una sonatina. Ballano i giudici, balla il boja, ballano gli spettatori ed egli fugge.
- Muore infine, in età avanzata. Il Paradiso non lo vuole, e l'Inferno gli chiude le porte. Torna di su, e chiede per solo favore a S. Pietro di deporre in Paradiso il suo sacco. Accordato. E allora dice: ch'io vada nel sacco - ed ecco il Pipetta in Paradiso. - >
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da frenand »

I Templari sono diventati di moda in questi ultimi anni.
Ma nel varesotto si parlava già diversi anni fa.
Nel Calandari d'ra Famiglia Bosina par ur 1982 vi è un bel racconto di Franco Bonacina : Il templare segreto di Ganna.
E' ambientato nella Badia.
Buona lettura.

frenand
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da gigilugi »

Leggenda, storia o una presa in giro per un giornale rivale ???
Articolo pubblicato sul "Campo dei Fiori", nel maggio 1892.


Il lupo e il Tedesco (1)

ovverosia

la storia tremenda capitata nella Valganna nel 1658

______________________

« Et narrano li habitanti della vicina valle che due donne procedendo scalze per diserto sentiero, d’improvviso viddero sbuccar dai folti cespugli un lupo che molto arricciato il pelo avendo e scintillanti gli occhi chiaramente rendea manifesto essere da lungo tempo digiuno et risoluto perciò tanto a mangiare.
« Le donne inginocchiatesi presto e fatto caldo voto alla Madonna del Rosario perchè salvar le volesse da quella affamata fiera et mostrate alla fiera medesima a guisa di croce i rastrelli che nelle mani tenevano, conciossiacusachè tornassero elleno dai lavori del campo, ottennero per vero miracolo che la fiera si fuggisse rapidissimamente.
« Abitava allora in fondo alla valle un uomo bravo et timorato di Dio che dopo avere per lunghi anni vissuto in Alemagna et fatte molte ricchezze era venuto in questo paese et con certe bacche che andava per le siepi cogliendo et con orzo et con acqua che manipolava in certo suo modo et cuocere faceva fabbricava una bevanda spumosa et di colore simigliante a bellissima ambra che beveva et faceva bere et a cui piaceva, pareva molto buona.
« Stavasene come di consueto il bravo et buono uomo una festa seduto fuori della sua habitatione a bere la sua diletta bevanda quando d’improvviso gli apparve una fiera simile a quella della quale egli pure aveva per tutta la valle sentito menzionare giorni avanti et avendo sentito dire che le donne potuto avevano fugare la fiera facendo segni di fede et invocationi a Maria Santissima et buona parendogli tale santa ispiratione, subito il bravo et timorato uomo mandò un garzoncello ad invitare il parroco ad accorrere in luogo con i santi paramenti et acqua benedetta et la croce per allontanare cosiffatta mala bestia.
« Indossata il degno ministro di Dio cappam et stolam con laudabile sollecitudine venne nel luogo ove avea dimora la fiera ma quivi incontrato grossa mano d’alabardieri espressamente venuta per inseguire la fiera et veduto alla testa degli homeni d’arme Gian Bagaglinus astutissimo e finissimo venatore di fama molto preclara per molta parte di contado et insieme a lui Aloisium Porlettiam comense celebrato scrittore di cronache et belli fatterelli con lingua purgata il buono pastore dal dubbio reso peritante che maggiormente sull’animo della fiera la vista potesse di tante alabarde che non i sacri paramenti et l’acqua benedetta tornavasene al presbiterio et vocato il sagrestano et fatta suonare la campana con moltitudine di popolo orante et genuflessa rendeva gratia all’Altissimo del salvamento ottenuto.
« Ma seppesi dappoi che il buono et timorato habitante della valle più reperito non fosse così che fu opinione molto accreditata e che dura tuttavia che il lupo molto affamato essendo e bestia feroce avesse mangiato il bravo et buonissimo uomo.
« Del che venne grave et acerbo rimbrotto al bravo et buono pastore di questa sede comecchè fosse paruto et allo eccellentissimo ordinario diocesano ed a tutto il capitolo mediolanense che se accorso fosse il santo uomo meglio che da sacrileghe alabarde, dai santi segni di madre chiesa salvamento sarebbe per essere derivato ».

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Qui termina la cronaca di quel tempo. Il resto della scrittura trovasi tutta corrosa ed è in istato di pessima conservazione.
Noi l’abbiamo riportata unicamente per dimostrare che talvolta a distanza anche di secoli le vicende di questo mondo s’assomigliano molto, e che il lupo veduto nel secolo decimosettimo, nei pressi della Valganna potrebbe essere anzi molto probabilmente è, il bisavolo del lupo veduto dalla Prealpina nella settimana passata a Sant’Ambrogio.
___________
(1) Racconto trovato nell’archivio della parrocchiale d’Induno Olona e statoci gentilmente favorito dal cassiere della fabbriceria prima di partire per l’estero.
ghe voeuren i garun

12 settembre 1993 - 20 maggio 2012 - One Love
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paoric
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Re: LE NOSTRE LEGGENDE!!

Messaggio da paoric »

Molto interessante! Grazie :happy3:

Cmq non è che ci ho capito molto!!! :lol: :lol: :lol:
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