Pericolosità degli animali in valle....
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Azz ho proprio la testa per aria in questi giorni...scusa ciao
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Dove e quanti sono i cervi in provincia
Sono poco più di un centinaio in tutta la provincia e vivono sulle montagne dell'Alto Varesotto. Sono arrivati in Italia sconfinando dalla Svizzera negli anni 50 e si sono riprodotti come selvaggina stanziale. È il cervo, o Cervus elaphus, per gli esperti: un animale schivo che tuttavia in tanti sostengono di aver avvistato anche in attraversamenti stradali e addirittura in città, come avvenuto a Gallarate qualche tempo fa, con un esemplare dotato di tanto di corna, che passeggiava tranquillamente per le vie del centro. L'ultimo episodio eclatante è l'incidente in A8 nella serata di ieri. Un fatto strano, ma non impossibile, insomma, quello di imbattersi in un cervo così a sud. La Provincia ha infatti realizzato uno studio su questa specie, inserito nel piano faunistico provinciale; un censimento che localizza il numero – circa 130 unità - e la zona dove questo ungulato vive (si chiamano così tutti i mammiferi che appoggiano il proprio peso corporeo sulla punta delle dita, che hanno perciò sviluppato le unghie a guisa di zoccoli per proteggersi dall'usura). “Le” zone, per l'esattezza, poiché la Provincia ha definito che “nel territorio possono essere individuate tre aree di presenza: l'Alto cervo cartina vareseLuinese (coincidente con il Comprensorio Alpino Nord Verbano); la Valtravaglia in destra orografica, la Val Marchirolo, la Val Ceresio, la Valganna in sinistra orografica e il Campo dei Fiori; una terza area, comprendente la Valcuvia e la Valtravaglia in sinistra orografica.
Viceversa, la diffusione del cervo nel settore centro-meridionale della provincia è, per il momento, un evento occasionale, principalmente a causa del maggiore disturbo antropico e degli elevati flussi di traffico automobilistico che caratterizzano il territorio”. (nella foto qui a destra, la cartina dove è chiaramente visibile la diffusione dell'animale in provincia)
Un caso, quindi l'averlo incontrato a Gallarate, in A-8, o come dice Gianluca, un lettore di Varesenews, su Facebook, di “averli visti a Casorate Sempione”.
Fonte VARESENEWSViceversa, la diffusione del cervo nel settore centro-meridionale della provincia è, per il momento, un evento occasionale, principalmente a causa del maggiore disturbo antropico e degli elevati flussi di traffico automobilistico che caratterizzano il territorio”. (nella foto qui a destra, la cartina dove è chiaramente visibile la diffusione dell'animale in provincia)
Un caso, quindi l'averlo incontrato a Gallarate, in A-8, o come dice Gianluca, un lettore di Varesenews, su Facebook, di “averli visti a Casorate Sempione”.
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Ecco perché quei cervi arrivano fin dietro casa
Numeri di esemplari in aumento, aree verdi a ridosso delle città ma soprattutto una questione di età quella che spinge i giovani cervi a ritagliarsi un proprio territorio
Per leggere tutto l'articolo CLICCA QUI (fonte Varesenews)Numeri di esemplari in aumento, aree verdi a ridosso delle città ma soprattutto una questione di età quella che spinge i giovani cervi a ritagliarsi un proprio territorio
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Cervi e cinghiali abbattuti: “Con i salami pagheremo i danni”
Spunta un’idea per trasformare i cervi finiti sotto le ruote di una macchina, in una risorsa per il territorio. Gli animali, dopo gli incidenti sulla strada, vengono ritirati dal servizio faunistico della Provincia di Varese, analizzati, e poi inviati al macello, dove la carne ancora commestibile viene trattata e impacchettata, dunque inviata ad enti morali e caritative, per sfamare le persone più bisognose. Ebbene, non si tratta di quantitativi risibili. Se a questi si sommano le carni ricavate dalla caccia selettiva dei cinghiali, il conto è presto detto: nel corso dell’anno, 12 quintali di carne di ungulato è stata ritirata e portata in tavola dalla Provincia di Varese.
La circostanza sta diventando così frequente che in provincia hanno avuto un’altra idea, confessata dall’assessore all’agricoltura Bruno Specchiarelli. «L’anno prossimo la carne degli ungulati non sarà più regalata, ma stiamo cercando una soluzione giuridica e organizzativa per poterla vendere, e con quel ricavato mettere a disposizione un fondo per aiutare gli agricoltori danneggiati dagli animali».
Si tratterebbe di una soluzione innovativa. I cervi e cinghiali che finiscono sotto le ruote delle macchine sono in sé un pericolo, e certo dispiace che debbano finire così, ma per gli esperti sono anche una eccedenza di popolazione faunistica che procura dei danni.
Solo quest'anno, la Provincia ha stimato in circa 100mila euro i danni alle colture provocato da sovrappopolazione anomale. Tra questi, i cinghiali, ma anche altri casi, come quello delle minilepri di Origgio, che si radunano in una cava nei presso del nuovo cantiere della Pedemontana ed escono fameliche la notte per azzannare le colture cerealicole a raso, della zona del saronnense. Tra le ipotesi, tutta da verificare, c’è anche quella di fare dei salami di cervo e cinghiale, e poi venderli: nei prossimi giorni Specchiarelli sarà più chiaro. Mentre va detto che nei giorni scorsi si sono verificati altri due casi di investimento di cervi, uno addirittura a Venegono Inferiore, in una zona ben lontana dalle valli.
Articolo pubblicato QUI (varesenews.it)La circostanza sta diventando così frequente che in provincia hanno avuto un’altra idea, confessata dall’assessore all’agricoltura Bruno Specchiarelli. «L’anno prossimo la carne degli ungulati non sarà più regalata, ma stiamo cercando una soluzione giuridica e organizzativa per poterla vendere, e con quel ricavato mettere a disposizione un fondo per aiutare gli agricoltori danneggiati dagli animali».
Si tratterebbe di una soluzione innovativa. I cervi e cinghiali che finiscono sotto le ruote delle macchine sono in sé un pericolo, e certo dispiace che debbano finire così, ma per gli esperti sono anche una eccedenza di popolazione faunistica che procura dei danni.
Solo quest'anno, la Provincia ha stimato in circa 100mila euro i danni alle colture provocato da sovrappopolazione anomale. Tra questi, i cinghiali, ma anche altri casi, come quello delle minilepri di Origgio, che si radunano in una cava nei presso del nuovo cantiere della Pedemontana ed escono fameliche la notte per azzannare le colture cerealicole a raso, della zona del saronnense. Tra le ipotesi, tutta da verificare, c’è anche quella di fare dei salami di cervo e cinghiale, e poi venderli: nei prossimi giorni Specchiarelli sarà più chiaro. Mentre va detto che nei giorni scorsi si sono verificati altri due casi di investimento di cervi, uno addirittura a Venegono Inferiore, in una zona ben lontana dalle valli.
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
A seguito di questa discussione ho registrato una intervista al signor Volfrano Rossi di Ganna esperto di ungulati.
Per vedere il video CLICCATE QUI
Mi piacerebbe poi sentire i vs pareri.
Grazie
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Mi piacerebbe poi sentire i vs pareri.
Grazie
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Come ho già scritto nella sezione dei video, l'intervista mi è piaciuta parecchio, l'ho trovata molto interessante.
Sicuramente ci saranno pareri differenti riguardo l'abbattimento e la regolamentazione degli ungulati, ma quantomeno conoscere meglio la realtà può aiutare ad avere le idee più chiare riguardo l'argomento.
Secondo me il "succo" della questione è proprio come dice il signor Volfrano: un conto è ragionare seguendo l'emotività, e un conto è ragionare in modo razionale per trovare soluzioni ad un problema che innegabilmente è esistente nelle nostre zone.
Sicuramente ci saranno pareri differenti riguardo l'abbattimento e la regolamentazione degli ungulati, ma quantomeno conoscere meglio la realtà può aiutare ad avere le idee più chiare riguardo l'argomento.
Secondo me il "succo" della questione è proprio come dice il signor Volfrano: un conto è ragionare seguendo l'emotività, e un conto è ragionare in modo razionale per trovare soluzioni ad un problema che innegabilmente è esistente nelle nostre zone.
Mary
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Si esatto, chissà magari faremo un incontro più avanti...vediamo!
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
La Tua intervista al Sig. V. Rossi, visto la "delicatezza" e l'importanza dell'argomento (in particolare nell'ambito del forum) risulta, a mio parere ben opportuna e riuscita..al di là delle ovvie differenze di opinioni.. come citato in un dialogo dell'intervista.... L'importante è il confronto.. e soprattutto ben vengano le informazioni, anche "storiche" e naturalistiche (abbandono delle aree coltivate) ma anche pratico-venatorie (fuga di animali da allevamenti...quello di Marchirolo (anche se a me sembrava Cugliate.) ....me lo ricordo benissimo.. per sentito dire di allora, anche se non avrei mai immaginato tali conseguenze..oltre 20 anni fa..).
Comunque credo che questo Video rappresenti un importante contributo per chiarire, al di là dei singoli pareri dei colleghi di forum, in merito alla reale situazione faunistica della Valle...
In particolare complimenti per la Tua innata capacita "giornalistica" di intrattenere ed ottenere il "meglio" delle informazioni in tono ben amichevole da questa persona, che seppur forse per alcuni potrebbe essere..."di parte" sembrerebbe aver esposto esaurientemente (40 min. ed oltre) a tutti i tuoi, opportunamente ben posti, quesiti
In effetti non pensavo di "resistere ad oltre 40 min di intervista..ma veramente l'argomento era interessante..."
Davvero il Vs, sito dimostra sempre più di essere una fonte importantissima di informazione riguardanti la valle e non solo..
Saluti.
Comunque credo che questo Video rappresenti un importante contributo per chiarire, al di là dei singoli pareri dei colleghi di forum, in merito alla reale situazione faunistica della Valle...
In particolare complimenti per la Tua innata capacita "giornalistica" di intrattenere ed ottenere il "meglio" delle informazioni in tono ben amichevole da questa persona, che seppur forse per alcuni potrebbe essere..."di parte" sembrerebbe aver esposto esaurientemente (40 min. ed oltre) a tutti i tuoi, opportunamente ben posti, quesiti

Davvero il Vs, sito dimostra sempre più di essere una fonte importantissima di informazione riguardanti la valle e non solo..

Saluti.
Ultima modifica di mauri il lun gen 10, 2011 11:11 pm, modificato 2 volte in totale.
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Era esattamente il mio obbiettivo, cercare di spiegare, di capire e anche "di far capire" la situazione in valle, e le molteplici opinioni, ovviamente come ho detto nell'intervista ognuno potrà credere o non credere a quello che è stato detto, beh posso dire che almeno una testimonianza c'è...e poi ti assicuro che parlare con il sig. Volfrano è un vero piacere, è una miniera di informazioni....spero più avanti di portare qualche altro suo contributo!
Grazie ciao
Paolo
Grazie ciao
Paolo
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Dunque... Per motivi di tempo ho potuto per ora visionare soltanto la "appendice", che già da sè la dice lunga sulla competenza del signor Rossi, che nel suo caso non è "il signor Rossi" come solitamente lo intendiamo noi, cioè una persona qualunque.
Mi ha particolarmente stupito il numero di tutti questi esemplari, soprattutto quello dei mufloni (che incontrai qualche anno fa proprio vicino alla vetta del Monte Nudo), che non avrei mai detto così alto. E doppiamente significativo il fatto di alcuna delle ragioni della loro soppressione (che umanamente è dolorosissima e intristisce al solo pensarci), quando fa notare che la flora del sottobosco praticamente cessa di esistere al loro passaggio. L'esempio che fa del Poncione poi è lampante: che fine farebbero quelle fioriture in caso di presenza anche in Valganna di questi (peraltro meravigliosi) esemplari?
Giro la domanda agli "intenditori": dunque cosa si fa? Fiori o animali?
Io direi entrambi, ma non sono un "intenditore"...
Mi ha particolarmente stupito il numero di tutti questi esemplari, soprattutto quello dei mufloni (che incontrai qualche anno fa proprio vicino alla vetta del Monte Nudo), che non avrei mai detto così alto. E doppiamente significativo il fatto di alcuna delle ragioni della loro soppressione (che umanamente è dolorosissima e intristisce al solo pensarci), quando fa notare che la flora del sottobosco praticamente cessa di esistere al loro passaggio. L'esempio che fa del Poncione poi è lampante: che fine farebbero quelle fioriture in caso di presenza anche in Valganna di questi (peraltro meravigliosi) esemplari?
Giro la domanda agli "intenditori": dunque cosa si fa? Fiori o animali?
Io direi entrambi, ma non sono un "intenditore"...
Ultima modifica di Emi il mar gen 18, 2011 1:17 pm, modificato 1 volta in totale.
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
Re: Pericolosità degli animali in valle....
eh eh eh... ad armi pari!!!!!!!!!!!!!!!!!
È ACCADUTO NELLA REGIONE DI GRODNO, IN BIELORUSSIA. LO RIPORTANO I MEDIA RUSSI
Volpe ferita "spara" al cacciatore
L'uomo colpisce la preda e le si avvicina, ma l'animale, ancora vivo, fa partire accidentalmente un colpo e fugge
Episodio bizzarro in Bielorussia: una volpe ferita ha "sparato" al cacciatore che aveva cercato di ucciderla, facendolo finire in ospedale con un proiettile in una gamba. È accaduto nella regione di Grodno, e la notizia, degna di un manuale del giornalismo, viene pubblicata dai principali media russi che ricostruiscono con abbondanza di particolari la dinamica di un incidente che ha dell'incredibile.
LA DINAMICA - Dopo aver centrato la volpe, il cacciatore si è avvicinato alla sua preda cercando di immobilizzarla e di finirla a mani nude. L'animale però ha reagito e nella colluttazione è riuscito a saltare contro l'uomo e con una zampa ad azionare accidentalmente il grilletto del fucile facendo partire il colpo ancora in canna. La volpe è riuscita quindi a fuggire e il cacciatore è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso per farsi estrarre il proiettile da una gamba.
fonte: corriere della sera
È ACCADUTO NELLA REGIONE DI GRODNO, IN BIELORUSSIA. LO RIPORTANO I MEDIA RUSSI
Volpe ferita "spara" al cacciatore
L'uomo colpisce la preda e le si avvicina, ma l'animale, ancora vivo, fa partire accidentalmente un colpo e fugge
Episodio bizzarro in Bielorussia: una volpe ferita ha "sparato" al cacciatore che aveva cercato di ucciderla, facendolo finire in ospedale con un proiettile in una gamba. È accaduto nella regione di Grodno, e la notizia, degna di un manuale del giornalismo, viene pubblicata dai principali media russi che ricostruiscono con abbondanza di particolari la dinamica di un incidente che ha dell'incredibile.
LA DINAMICA - Dopo aver centrato la volpe, il cacciatore si è avvicinato alla sua preda cercando di immobilizzarla e di finirla a mani nude. L'animale però ha reagito e nella colluttazione è riuscito a saltare contro l'uomo e con una zampa ad azionare accidentalmente il grilletto del fucile facendo partire il colpo ancora in canna. La volpe è riuscita quindi a fuggire e il cacciatore è stato costretto a rivolgersi al pronto soccorso per farsi estrarre il proiettile da una gamba.
fonte: corriere della sera
giuseppe cozzi
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Finalmente son riuscito nell'impresa di vedere l'intervista.
Complimenti a Paolo, innanzittutto, per l'idea e la professionalità. Condivido quasi tutto, anche se - insomma - quando il sig.Rossi dice che "i cacciatori in realtà AMANO gli animali..." qui mi pare che si esageri decisamente!
Gli ultimi minuti sono quelli più utili: serve chiarezza, scientificità e razionalità prima dell'umanissima e comprensibile emotività - che tutti noi abbiamo - ed è giusto che ognuno abbiano diritto di parola. Abbiamo voluto la democrazia (parolona spesso usata a sproposito)? Dunque vediamo di meritarcela.
Complimenti a Paolo, innanzittutto, per l'idea e la professionalità. Condivido quasi tutto, anche se - insomma - quando il sig.Rossi dice che "i cacciatori in realtà AMANO gli animali..." qui mi pare che si esageri decisamente!
Gli ultimi minuti sono quelli più utili: serve chiarezza, scientificità e razionalità prima dell'umanissima e comprensibile emotività - che tutti noi abbiamo - ed è giusto che ognuno abbiano diritto di parola. Abbiamo voluto la democrazia (parolona spesso usata a sproposito)? Dunque vediamo di meritarcela.
Un cretino è un cretino,
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Leo Longanesi
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
"Invasione" di cinghiali, pronta una task force lombarda
Secondo la Coldiretti, gli animali stanno devastando i campi e mettono a rischio la sicurezza. Coinvolta anche l'Università dell'Insubria
Un piano anti cinghiali per la Lombardia. Lo sta preparando una task force formata da Coldiretti (insieme ad altre associazioni di categoria), Ersaf, le province di Bergamo, Brescia, Como, Milano, Sondrio e Pavia, l’Università dell’Insubria di Varese, la Direzione Sistemi verdi della Regione e l’assessorato lombardo all’agricoltura.
L’8 febbraio prossimo a Milano al Pirellone si terrà un vertice definire le misure contro una specie che sta devastando i campi e mettendo a rischio la sicurezza delle strade (l’anno scorso in A1, fra Casalpusterlengo e Piacenza, un cinghiale provocò diversi incidenti prima di essere investito). Il piano punta su: controllo delle popolazioni, prevenzione dei danni e risarcimenti. Proposta anche la schedatura genetica per capire quali siano i lombardi e gli “stranieri”.
«Il problema è in espansione – spiega Marco Castellani, vice direttore di Coldiretti Lombardia – e lo dimostra anche il numero degli abbattimenti arrivato a 3.304 nella stagione 2009/2010 contro i 1.162 di dieci anni fa, mentre la percentuale di danni da fauna selvatica che fa riferimento ai cinghiali è raddoppiata dal 2004 al 2009, passando dal 10 al 20 per cento». Il problema non risparmia neppure i parchi, in particolare quelli del Ticino, dei Colli di Bergamo e dell’Alto Garda Bresciano.
Pronta una prima mappa della presenza dei cinghiali:
- In provincia di Como si stima una popolazione che sfiora i 2.500 capi contro una densità sostenibile di 1.500 e per l’Ovest Lario c’è il sospetto che alcuni esemplari arrivino dal territorio svizzero.
- In provincia di Bergamo ci sono 64 comuni interessati dal fenomeno (60 dei quali in area prealpina) distribuiti tra Val Seriana, Val Cavallina e alta Val Borlezza, con una popolazione di circa mille individui, responsabile dell’82 per cento dei danni totali da fauna selvatica.
- In provincia di Brescia le stime indicano circa 800 esemplari, ma la loro presenza si va espandendo nelle zone prealpine e collinari, nella media e alta Val Camonica e nell’Alto Garda Bresciano.
- In provincia di Sondrio i cinghiali alla ricerca di cibo stanno mettendo a rischio la stabilità dei terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco e quella delle piste di passaggio lungo pendii scoscesi che generano instabilità dei versanti interessati.
- In provincia di Pavia l’area più colpita è l’Oltrepo dove 20 squadre con circa 700 cacciatori tentano di arginare l’assalto di questa specie che solo nel 2010 ha causato danni per 55 mila euro e un aumento degli incidenti stradali. Il cinghiale è in espansione nella pianura, lungo il Po e il Ticino, e in Lomellina.
- In provincia di Milano è in atto un protocollo con il Parco del Ticino per il censimento della specie e la vigilanza sulle immissioni illegali, nonostante questo però sono in aumento i danni ai campi di cereali e di mais in particolare. C’è poi l’allarme delle immissioni illegali e degli “sbarchi” estivi dal Piemonte da dove gli animali arriverebbero guadando il Ticino nei punti in cui emergono i gerali in secca.
Fonte Varesenews.itL’8 febbraio prossimo a Milano al Pirellone si terrà un vertice definire le misure contro una specie che sta devastando i campi e mettendo a rischio la sicurezza delle strade (l’anno scorso in A1, fra Casalpusterlengo e Piacenza, un cinghiale provocò diversi incidenti prima di essere investito). Il piano punta su: controllo delle popolazioni, prevenzione dei danni e risarcimenti. Proposta anche la schedatura genetica per capire quali siano i lombardi e gli “stranieri”.
«Il problema è in espansione – spiega Marco Castellani, vice direttore di Coldiretti Lombardia – e lo dimostra anche il numero degli abbattimenti arrivato a 3.304 nella stagione 2009/2010 contro i 1.162 di dieci anni fa, mentre la percentuale di danni da fauna selvatica che fa riferimento ai cinghiali è raddoppiata dal 2004 al 2009, passando dal 10 al 20 per cento». Il problema non risparmia neppure i parchi, in particolare quelli del Ticino, dei Colli di Bergamo e dell’Alto Garda Bresciano.
Pronta una prima mappa della presenza dei cinghiali:
- In provincia di Como si stima una popolazione che sfiora i 2.500 capi contro una densità sostenibile di 1.500 e per l’Ovest Lario c’è il sospetto che alcuni esemplari arrivino dal territorio svizzero.
- In provincia di Bergamo ci sono 64 comuni interessati dal fenomeno (60 dei quali in area prealpina) distribuiti tra Val Seriana, Val Cavallina e alta Val Borlezza, con una popolazione di circa mille individui, responsabile dell’82 per cento dei danni totali da fauna selvatica.
- In provincia di Brescia le stime indicano circa 800 esemplari, ma la loro presenza si va espandendo nelle zone prealpine e collinari, nella media e alta Val Camonica e nell’Alto Garda Bresciano.
- In provincia di Sondrio i cinghiali alla ricerca di cibo stanno mettendo a rischio la stabilità dei terrazzamenti sostenuti dai muretti a secco e quella delle piste di passaggio lungo pendii scoscesi che generano instabilità dei versanti interessati.
- In provincia di Pavia l’area più colpita è l’Oltrepo dove 20 squadre con circa 700 cacciatori tentano di arginare l’assalto di questa specie che solo nel 2010 ha causato danni per 55 mila euro e un aumento degli incidenti stradali. Il cinghiale è in espansione nella pianura, lungo il Po e il Ticino, e in Lomellina.
- In provincia di Milano è in atto un protocollo con il Parco del Ticino per il censimento della specie e la vigilanza sulle immissioni illegali, nonostante questo però sono in aumento i danni ai campi di cereali e di mais in particolare. C’è poi l’allarme delle immissioni illegali e degli “sbarchi” estivi dal Piemonte da dove gli animali arriverebbero guadando il Ticino nei punti in cui emergono i gerali in secca.
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Ho conosciuto per caso un cacciatore che ha preso parte nell'ultimo weekend a una battuta al cinghiale in Valvassera e poi al Campo dei Fiori lato Gavirate: mi ha riferito di un bollettino rispettivamente di 11 e 18 capi abbattuti. Gli ho chiesto anche se conosce il signor Volfrano e mi ha risposto positivamente: in memoria dell'intervista di Paolo e di qualche intervento che ho letto qui gli ho chiesto se in entrambi i casi la battuta di caccia è stata doverosamente segnalata agli imbocchi dei sentieri e mi ha risposto di sì.
In passato comunque era capitato anche a me di imbattermi in una battuta al cinghiale in zona Monarco-Passo del Vescovo e l'avviso c'era: tuttavia quando incontrai alcuni cacciatori a Montallegro mi dissero di andare tranquillamente per la mia strada perchè indossavo colori vivaci e, al limite, di fischiettare e fare un pò di "rumore".
In passato comunque era capitato anche a me di imbattermi in una battuta al cinghiale in zona Monarco-Passo del Vescovo e l'avviso c'era: tuttavia quando incontrai alcuni cacciatori a Montallegro mi dissero di andare tranquillamente per la mia strada perchè indossavo colori vivaci e, al limite, di fischiettare e fare un pò di "rumore".
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Cacciatori in azione anche oggi in Valle... Dovevo andare a Varese per un impegno e mi sono detto - come ogni comune mortale valgannese
- perchè non andare a piedi?
Dunque, sbrigata una faccenda alle poste di Ghirla (con la solita coda di mezz'ora) mi incammino fino alla miniera per la pista ciclo-pedonale. All'altezza della Badia udivo già in lontananza spari e abbaiare di cani, per cui mi sono munito di pettorina per sicurezza. Giunto alla miniera e traversata la statale per immettermi sul sentiero verso Montallegro e Induno, evito il primo sentiero (che uso comunemente, presso una bella falesia) notando che mancavano segnalazioni della battuta di caccia, ma al sentiero successivo la segnalazione invece c'era. Proprio lì mi immetto, incrociando un gruppo di cacciatori che trainavano la salma di un cinghiale, di dimensioni neanche eccessive. Certo, era un bel bestione. Proseguendo, ho potuto capire pressappoco da che punto era iniziato il "trasporto" dell'animale, visto il solco sul sentiero e qualche goccia di sangue ogni tanto.
Non è stata proprio una bella scena.

Dunque, sbrigata una faccenda alle poste di Ghirla (con la solita coda di mezz'ora) mi incammino fino alla miniera per la pista ciclo-pedonale. All'altezza della Badia udivo già in lontananza spari e abbaiare di cani, per cui mi sono munito di pettorina per sicurezza. Giunto alla miniera e traversata la statale per immettermi sul sentiero verso Montallegro e Induno, evito il primo sentiero (che uso comunemente, presso una bella falesia) notando che mancavano segnalazioni della battuta di caccia, ma al sentiero successivo la segnalazione invece c'era. Proprio lì mi immetto, incrociando un gruppo di cacciatori che trainavano la salma di un cinghiale, di dimensioni neanche eccessive. Certo, era un bel bestione. Proseguendo, ho potuto capire pressappoco da che punto era iniziato il "trasporto" dell'animale, visto il solco sul sentiero e qualche goccia di sangue ogni tanto.
Non è stata proprio una bella scena.
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi