La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
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La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
E' notizia di ieri , 26 Aprile 2011 , data che restera' negli annali per la chiusura dell'ultima fabbrica indiana che produceva ancora macchin da scrivere : "Non abbiamo piu' ordini" e' il commento di Milind Dukle, amministratore delegato della compagnia Godrej and Boyce di Mumbai . Così la compagna di tanti scrittori, giornalisti e di chiunque affidasse qualcosa alla carta non sarà più prodotta in nessun luogo al mondo.
Strozzata dalla mancanza di ordinazioni e dall’egemonia del computer. E pensare che all’inizio degli anni 90 si vendevano ancora 50mila pezzi all’anno, ma poi nel 2010 la cifra era repentinamente precipitata a 800 unità. Troppo poche per sostenere i costi della fabbrica indiana i cui apparecchi sono tuttora in uso nella pubblica amministrazione.
Inutile chiedere ai ragazzini di oggi , 12 o 14 anni , cosa fosse e quelli che frequentano ora l'asilo quando andranno a scuola la studieranno sui libri di storia e la vedranno nei musei , ma non sara' mai come sentire il ticchettio delle lettere che si stampano sulla carta e ritornano al loro posto , per non parlare del "campanellino" che accompagnava ogni "ritorno a capo" .
In India, Paese nel quale la macchina da scrivere è ancora molto utilizzata e dove viene considerata quasi sacra come le “mucche indù”. Infatti sono ancora moltissimi i dattilografi che battono sui tasti per le strade, scrivendo documenti, lettere alle persone che non hanno ancora un computer o non se lo possono permettere. Una curiosità: la macchina da scrivere si dice sia stata inventata proprio da un italiano, l’avvocato di Novara Giuseppe Ravizza, nel 1846. C'e' invece chi sostiene che il primo prototipo di macchina da scrivere fu messo a punto da Henry Mill nel 1714, anche se la prima massiva produzione industriale si deve a Christopher Latham Sholes, editore di Milwaukee, Wisconsin, che brevettò l’oggetto.
In italia “macchina da scrivere” è sinonimo di Olivetti ed in particolare della mitica Lettera 22, forse il modello più venduto in assoluto in Italia e nel mondo.
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Strozzata dalla mancanza di ordinazioni e dall’egemonia del computer. E pensare che all’inizio degli anni 90 si vendevano ancora 50mila pezzi all’anno, ma poi nel 2010 la cifra era repentinamente precipitata a 800 unità. Troppo poche per sostenere i costi della fabbrica indiana i cui apparecchi sono tuttora in uso nella pubblica amministrazione.
Inutile chiedere ai ragazzini di oggi , 12 o 14 anni , cosa fosse e quelli che frequentano ora l'asilo quando andranno a scuola la studieranno sui libri di storia e la vedranno nei musei , ma non sara' mai come sentire il ticchettio delle lettere che si stampano sulla carta e ritornano al loro posto , per non parlare del "campanellino" che accompagnava ogni "ritorno a capo" .
In India, Paese nel quale la macchina da scrivere è ancora molto utilizzata e dove viene considerata quasi sacra come le “mucche indù”. Infatti sono ancora moltissimi i dattilografi che battono sui tasti per le strade, scrivendo documenti, lettere alle persone che non hanno ancora un computer o non se lo possono permettere. Una curiosità: la macchina da scrivere si dice sia stata inventata proprio da un italiano, l’avvocato di Novara Giuseppe Ravizza, nel 1846. C'e' invece chi sostiene che il primo prototipo di macchina da scrivere fu messo a punto da Henry Mill nel 1714, anche se la prima massiva produzione industriale si deve a Christopher Latham Sholes, editore di Milwaukee, Wisconsin, che brevettò l’oggetto.
In italia “macchina da scrivere” è sinonimo di Olivetti ed in particolare della mitica Lettera 22, forse il modello più venduto in assoluto in Italia e nel mondo.
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Saluti ,
Max .
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Pensa che ogni tanto i miei la usano ancora.... la terremo come ricordo di mito!!!
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
E quando si scrivevano tante copie con la carta carbone? E la cartina per fare le correzioni?
Miii, sembra preistoria... eppure lo facevo...
E tanti, ma tanti anni fa sono stata campionessa italiana di dattilografia, categoria 310 battute al minuto... ho ancora la coppa che ho vinto...
Come sono vecchiaaaa!!!
Miii, sembra preistoria... eppure lo facevo...
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Mary
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Uè Quilla fuori la COPPA... VOGLIO VEDERLA!!!
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
caspita, racconta un pò ci sei finita a questa manifestazione!!!!!!!
giuseppe cozzi
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Ci sono finita quando ero studentessa. Non so se oggi si facciano ancora questi tipi di "gare".
Queste gare nazionali di dattilografia, che si tenevano a Montecatini, erano una sorta di competizione più che tra studenti tra le varie scuole italiane, era una questione di prestigio. Si svolgevano in questo modo: in un grosso salone (mi pare fosse tipo palazzetto dello sport o simile) venivano posizionate tante postazioni, sedia, tavolino e macchina da scrivere. I partecipanti erano talmente tanti che bisognava fare diverse sessioni. Ad ognuno veniva consegnato un testo da copiare, tutto su una pagina. Alla fine di ogni riga era segnato il numero di battute (caratteri) contenuti nella riga stessa. Al "via!" si cominciava a scrivere, la gara durava 10 minuti e quando davano lo "stop" ci si doveva fermare e alzare le mani, dopodichè gli incaricati ritiravano il lavoro e i giudici passavano alle verifiche.
La prima cosa che facevano era calcolare il numero delle battute al minuto, dividendo il numero totale delle battute per 10, e quindi stabilire in quale categoria fare rientrare il lavoro. Le categorie erano parecchie, non mi ricordo esattamente, ma mi pare che si partisse da un minimo di 180 b/m e poi a salire 210, 240, 270, 300, 310, 320, 330, forse il massimo era 350.
Poi leggevano bene tutto lo scritto per trovare eventuali errori. Chiaramente un "percorso netto" era sicuro di vincere.
Alla fine della giornata per ogni categoria veniva premiato il primo, il secondo e il terzo classificato.
La mia insegnante di dattilografia aveva inventato un metodo di insegnamento innovativo, che dava veramente degli ottimi risultati, per cui in quegli anni gli studenti della scuola di Varese "sbancavano" sempre, vincendo quasi tutti i premi e conquistandosi l'invidia delle altre insegnanti.
Io ho partecipato due volte, il primo anno con una macchina manuale sono arrivata seconda nella categoria 240 b/m, il secondo anno con una macchina elettrica sono arrivata prima nella categoria 310 b/m.
Ho un bel ricordo di quell'esperienza, vuoi per i buoni risultati ottenuti, ma per noi ragazze il bello era soprattutto la gita di tre giorni a Montecatini (ero ancora minorenne e non mi era capitato spesso di stare via tre giorni senza genitori). Di giorno eravamo impegnate con le gare, ma alla sera le insegnanti che ci accompagnavano (che tra l'altro erano quasi tutte poco più grandi di noi) ci portavano in discoteca e ci divertivamo un sacco.
Queste gare nazionali di dattilografia, che si tenevano a Montecatini, erano una sorta di competizione più che tra studenti tra le varie scuole italiane, era una questione di prestigio. Si svolgevano in questo modo: in un grosso salone (mi pare fosse tipo palazzetto dello sport o simile) venivano posizionate tante postazioni, sedia, tavolino e macchina da scrivere. I partecipanti erano talmente tanti che bisognava fare diverse sessioni. Ad ognuno veniva consegnato un testo da copiare, tutto su una pagina. Alla fine di ogni riga era segnato il numero di battute (caratteri) contenuti nella riga stessa. Al "via!" si cominciava a scrivere, la gara durava 10 minuti e quando davano lo "stop" ci si doveva fermare e alzare le mani, dopodichè gli incaricati ritiravano il lavoro e i giudici passavano alle verifiche.
La prima cosa che facevano era calcolare il numero delle battute al minuto, dividendo il numero totale delle battute per 10, e quindi stabilire in quale categoria fare rientrare il lavoro. Le categorie erano parecchie, non mi ricordo esattamente, ma mi pare che si partisse da un minimo di 180 b/m e poi a salire 210, 240, 270, 300, 310, 320, 330, forse il massimo era 350.
Poi leggevano bene tutto lo scritto per trovare eventuali errori. Chiaramente un "percorso netto" era sicuro di vincere.
Alla fine della giornata per ogni categoria veniva premiato il primo, il secondo e il terzo classificato.
La mia insegnante di dattilografia aveva inventato un metodo di insegnamento innovativo, che dava veramente degli ottimi risultati, per cui in quegli anni gli studenti della scuola di Varese "sbancavano" sempre, vincendo quasi tutti i premi e conquistandosi l'invidia delle altre insegnanti.
Io ho partecipato due volte, il primo anno con una macchina manuale sono arrivata seconda nella categoria 240 b/m, il secondo anno con una macchina elettrica sono arrivata prima nella categoria 310 b/m.
Ho un bel ricordo di quell'esperienza, vuoi per i buoni risultati ottenuti, ma per noi ragazze il bello era soprattutto la gita di tre giorni a Montecatini (ero ancora minorenne e non mi era capitato spesso di stare via tre giorni senza genitori). Di giorno eravamo impegnate con le gare, ma alla sera le insegnanti che ci accompagnavano (che tra l'altro erano quasi tutte poco più grandi di noi) ci portavano in discoteca e ci divertivamo un sacco.
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Foto della Quilla MINORENNE SUBITO !!!
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
grazie, che bel ricordo! bisognava chiudere tutto il mondo delle macchine da scrivere per tirarla fuori
giuseppe cozzi
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Hai ragione, anche per me era una storia ormai finita in chissà quale cassetto della memoria... e questa notizia della fine delle macchine da scrivere me l'ha fatta ricordare...
Mary
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Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Uno di questi giorni facciamo una gara io e te..
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
...va bene, lo ammetto,..ho fatto anche io dattilografia,..una tragedia ( ma con quella elettrica ero un fulmine ) però in stenografia mi difendevo alla grande
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.
Re: La macchina da scrivere va in pensione......addio !!
Ho vinto anche delle gare di stenografia... però, al contrario della dattilografia che mi piaceva (e mi piace tutt'ora) moltissimo, la stenografia l'ho sempre odiata...
Mary