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ah, la vicina Svizzera

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lampo
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ah, la vicina Svizzera

Messaggio da lampo »

http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/ ... 1025.shtml

ma come faranno mai a riconoscere il randagio dal gatto del vicino che si sta facendo una passeggiata beato e felice ???
Misteri della civilissima Confederazione Elvetica :okboy:


"La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle".
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Peppo
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da Peppo »

speriamo che sbaglino qualche colpo e si sparino tra loro
giuseppe cozzi

Di sicuro ci sarà sempre chi guarderà solo alla tecnica e si chiederà 'come', mentre altri di natura più curiosa si chiederanno 'perche'
Man Ray
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quilla
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da quilla »

:shock: :shock: :shock:
Alla faccia del paese supercivile e avanti anni luce rispetto a noi.... Che idea geniale e innovativa per risolvere il problema dei randagi.... Complimenti vivissimi....
Mary
orsoblu
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da orsoblu »

:-? A volte, nella case signorili, la polvere viene messa sotto i tappeti!
Chiedi un pesce e sei sfamato per oggi, impara come pescare e sei sfamato per sempre!
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lampo
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da lampo »

diciamo che la notizia tende un po' ad esasperare i toni però, in sostanza, lo Stato Federale non vuole esprimersi riguardo un possibile divieto d'abbattimento dei gatti randagi che potrebbe essere sostituito con altri sistemi come quelli adottati in Italia.
"La parola Italia è una espressione geografica, una qualificazione che riguarda la lingua, ma che non ha il valore politico che gli sforzi degli ideologi rivoluzionari tendono ad imprimerle".
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mondrian
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da mondrian »

Ammettiamolo. Complice una certa carenza di affezione per la politica federale, fino all’altro giorno pochi di noi conoscevano Luc Barthassat, parlamentare ginevrino PPD. Eppure il deputato - basta dare un’occhiata al sito del Parlamento svizzero - in questi anni non è stato con le mani in mano. Sia come sia, il suo nome ha però fatto il giro del Paese per una mozione alla quale, l’altro ieri, il Consiglio federale ha risposto picche. Oggetto della mozione: vietare, in Svizzera, la caccia ai gatti randagi. I motivi di Barthassat sono quelli sostenuti da oltre 13’700 cittadini in una petizione  lanciata da «SOS Chats Noiraigue»: sempre più gatti domestici girano senza collarino perchè dotati di microchip ed è quindi difficile distinguerli; la caccia al randagio, in alcuni Cantoni, si svolge anche nei centri abitati ed è particolarmente pericolosa anche per gli umani; molti randagi, dopo essere stati feriti dai «cacciatori di gatti», riescono a sopravvivere e sono costretti a sopportare perciò sofferenze indicibili. Soluzione? Promuovere campagne per la castrazione/sterilizzazione e, nel contempo, modificare l’art. 5 della LF sulla caccia e sulla protezione dei mammiferi e degli uccelli selvatici.
Come detto il Consiglio federale ha risposto «no»: vuoi perchè la decisione in materia spetta ai Cantoni, vuoi perchè le campagne di sterilizzazione/castrazione sono troppo costose. Sarà anche vero, ma... chi glielo dice a Tommy, il gatto del vicino che tutte le sere saluta con un miao e tante moine quelli che tornano a casa dal lavoro, che un giorno o l’altro potrebbe essere scambiato per un randagio e finire sparacchiato? Chi glielo dice a Chica, che già deve vedersela con Pedro, per la difesa del territorio che quando cammina rasente al muro di cinta potrebbe essere a sua volta scambiata per un pericoloso randagio? E chi glielo dice ad Alda, ultraottantenne «gattara per caso», che i suoi protetti  - quei mici che le riempiono di gioia la vita - potrebbero essere oggetto di una qualche «battuta di caccia» e non tornare a farle visita come accade ormai ogni giorno, da mesi? Non glielo dirà nessuno, come spesso succede. Semplicemente Micio, Fufi, Tell e gli altri, non torneranno, lasciando nel suo cuore un vuoto così profondo che nessuna cifra saprà colmare. E allora vien da chiedersi: anzichè accampare scuse di autonomia decisionale dei Cantoni e di costi elevati per castrazione/sterilizzazione, o - ancor peggio - di necessità di preservare la specie del gatto selvatico (che, si badi bene, in Svizzera vive solo nel Giura!...) per evitare di proibire la caccia ai gatti randagi, non varrebbe la pena costringere gli umani a non abbandonare i cuccioli dei loro mici e, in caso di mancata osservanza, procedere a multare - anche pesantemente -  questi stessi umani quando fossero sorpresi con «il gatto nel sacco»? E, mentre gatto Pittu sonnecchia sulla tastiera del computer e Sophie si liscia i baffi sul terrazzo, scorrono, nella memoria, i versi dell’ «Ode al gatto» di Pablo Neruda: «(...) Oh fiera indipendente della casa, arrogante vestigio della notte, neghittoso, ginnastico ed estraneo, profondissimo gatto (...) probabilmente non c'è enigma nel tuo contegno, forse sei mistero (...)». Ed anche per questo è indispensabile cessare di sparare ai gatti randagi!

Matilde Casasopra


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I gatti randagi svizzeri, anche in futuro, potranno essere cacciati. A dirlo è stato, ieri, il Consiglio federale rispondendo al deputato ginevrino Luc Barthassat che, facendosi interprete di una petizione dell'Associazione SOS Gatti - petizione sottoscritta finora da 13'700 persone di tutta la Svizzera aveva chiesto, con una mozione, di introdurre il divieto per questa pratica barbara, auspicando che il Governo federale privilegiasse campagne di sterilizzazione e castrazione (come quelle che, in Ticino, sono promosse, in collaborazione con i Comuni, dal GAR - Gruppo aiuto randagi -, vd suggeriti).

La caccia, già abolita in Francia, dovrebbe essere permessa soltanto in caso di emergenza sanitaria, per esempio di un'epidemia di rabbia, scrive Barthassat, che fa presente come le prove di animali sopravvissuti, ma mutilati da colpi d'arma da fuoco, abbondino. Inoltre, continua il deputato ginevrino, la caccia si svolge sovente in aree urbane, con conseguenti problemi di sicurezza. Ma non è tutto: la registrazione per mezzo di pulci elettroniche al posto di un collare rende sempre più difficile distinguere i gatti domestici da quelli randagi.

Il Governo, però, ha detto no. Ricordando che i Cantoni sono i primi ad essere competenti per ordinare le soppressioni di questi felini, fa notare, nella sua risposta, che questo tipo di campagne non è frequente. Inoltre lo sfoltimento dei gatti randagi è necessario poiché, accoppiandosi con i veri gatti selvatici, essi minacciano la sopravvivenza di quest'ultima specie (vd suggeriti). I mici randagi costituiscono poi un pericolo per uccelli, lepri e rettili. Acchiappare questi felini con trappole è assai difficile. Infine, i costi e l'impegno lavorativo per le campagne di sterilizzazione sono molto elevati.

Entrambi gli articoli tratti da cdt.ch

Oltre ad essere una pratica disumana direi che è anche molto pericolosa per come è fatta .come si dice nell'articolo e come dice Lampo ,come si potrebbe distinguere un randagio da un gatto senza collare che si fa un giretto dai vicini?questo è il vero problema

C'è anche una petizione, chi è interessato clicchi quì
ilcarpio
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da ilcarpio »

in effetti è un po' strana la vicina Svizzera
guardate questa notizia, è vecchiotta, ma fa sempre notizia
http://www.infoinsubria.com/2011/01/se- ... o-il-cane/
ghirlavet
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Re: ah, la vicina Svizzera

Messaggio da ghirlavet »

Poichè si tratta del mio lavoro vorrei aggiungere alcune cose...
Il problema del randagismo felino è drammaticamente presente anche da noi. Attualmente esistono delle convenzioni con le Asl locali per la sterilizzazione dei randagi e l'applicazione agli stessi di microchip identificativo, unico sistema accettabile per tentare di risolvere il problema, dato che in Italia l'eliminazione dei soggetti tramite arma da fuoco (che richiede comunque regolare permesso di detenzione) è illegale e rientra nell'articolo 727 del codice penale con pesanti sanzioni fino all'arresto. Purtroppo i soldi sono sempre pochi e ai veterinari vengono assegnati annualmente troppo pochi gatti per sperare di risolvere il problema. In più è necessario il lavoro (gratuito!!!) di numerosi volontari con gabbie-trappola per catturare i felini. Ho visto personalmente come "si sbatte" la mitica Danila di Dimensione Animale per cercare di contenere le colonie! La vertà è che tutti i possessori di gatti dovrebbero sterilizzare e chippare i loro animali, ma non tutti hanno voglia di spendere gli 80 - 100 euro che l'intervento richiede. Meglio sbarazzarsi dei cuccioli buttandoli in una colonia dove, tanto, ci sono le gattare che li nutrono! E poi i gatti sanno cavarsela da soli! Così dopo pochi mesi le colonie controllate e sterilizzate ricominciano ad aumentare di nuovo e trionfano malattie come Leucemia , Fiv, Peritonite infettiva, Micosi ecc. A questo punto i cucciloi cominciano a morire tra atroci sofferenze, proprio come i gatti feriti da arma da fuoco! Per non parlare di chi lascia vagabondare i propri gatti maschi non sterilizzati perchè, chi se ne frega!, tanto mica mi porta a casa i gattini!
In conclusione vorrei suggerire agli amici Svizzeri, visto che hanno la fortuna di avere una polizia efficientissima, di varare una semplice lergge che sancisca l'obbligo di chiunque detenga un gatto di sterilizzarlo e chipparlo, e di procedere a controlli accurati con sanzioni pesantissime nei confronti dei contravventori. E chissà se anche da noi si potrà arrivare a disposizioni simili, magari cominciando ad estendere anche ai felini l'obbligatorietà dell'iscrizione all'anagrafe regionale.
ghirlavet
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