Pericolosità degli animali in valle....
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
A proposito di animali in valle, guardate cosa scrivevano Adamollo e Grossi nella loro "Cronaca di Varese" , il mese di giugno citato è del 1841.
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Interessante Gianfranco, grazie
purtroppo si trattava in pratica degli ultimi lupi presenti in provincia di Varese, di lì a poco la specie scomparve
qui ci sono un po' di notizie interessanti
purtroppo si trattava in pratica degli ultimi lupi presenti in provincia di Varese, di lì a poco la specie scomparve
qui ci sono un po' di notizie interessanti
- paoric
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Questa volta posso dare anch'io un piccolo contributo, se non ricordo male siamo nei primi anni del '900
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
carlmor ha scritto:Interessante Gianfranco, grazie
purtroppo si trattava in pratica degli ultimi lupi presenti in provincia di Varese, di lì a poco la specie scomparve
qui ci sono un po' di notizie interessanti
Azz...
Nei primi decenni dell’ottocento anche i territori varesini, come quelli di molte altre province lombarde e del Piemonte orientale, furono ancora interessate, come nei secoli precedenti, da attacchi del lupo all’uomo. In massima parte questi attacchi erano rivolti a fanciulli occupati nella custodia del bestiame al pascolo e la vicenda si concludeva generalmente con il ritrovamento del cadavere sbranato dai lupi e la relativa verbalizzazione da parte delle autorità locali e di un sanitario.
Il distretto di Cuvio e la Valganna, rispettivamente con 40 lupacchiotti catturati tra il 1826 ed il 1838 e 26 lupacchiotti tra il 1840 ed il 1844, risultano i territori dove più frequentemente avvenivano le catture delle cucciolate e sembra plausibile l’ipotesi (15) che gran parte dei lupi che comparivano nelle campagne del varesotto provenissero da questi boschi. La specie però si riproduceva, almeno fino al 1820, anche nel territorio di Tradate (16).
La caccia al lupo veniva incentivata, come quella all’orso, dall’erogazione di taglie, è tuttavia interessante notare che non tutti i mezzi fossero leciti per il suo abbattimento: l’uso delle tagliole era proibito e si rileva dal fatto che nel 1838 quando Enrico De Tommasi, di Cassano Valcuvia, presentò un lupo catturato con questo metodo, anziché ricevere il premio gli venne comminata una multa per uso di mezzi di caccia illeciti (17).
Dalla metà dell’ottocento il lupo rapidamente andò scomparendo da tutta la Lombardia probabilmente a causa dell’uso dei bocconi avvelenati con stricnina; questa pratica era divenuta di uso comune dopo che, a seguito dei moti del 1848, era stata vietata la detenzione di armi da fuoco (18).
Il lupo, nell’arco di pochi anni, scomparve da tutti i nostri territori e solo poche segnalazioni riguardano la seconda metà del secolo. All’inizio del 1871 un lupo venne avvistato e cacciato sul Monte Ceneri (19) ed una femmina venne uccisa il 3 febbraio 1879 a Uggiate Trevano nella zona di confine tra le province di Como, Varese e Canton Ticino e, dopo la ricognizione da parte dell'Autorità per la concessione del premio, venne venduta al Museo di Milano (20).
Qualche isolato individuo comunque sopravvisse per qualche anno ancora e nell’aprile 1892 ne venne avvistato uno, nei pressi di Varese, lungo la strada tra Bugazzeno e Robarello. (21).
Link interessante! Grazie
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Sempre nel medesimo libro, si legge:
"1601 - In ottobre detto anno i lupi hanno ammazzato 5 figliuoli in Binago ed altri luoghi del Comasco"
Binago credo sia poco a sud di Varese
Confermo che l'uccisione di lupi e orsi fosse libera e incentivata, appena ritrovo il documento di inizio '700 lo metto a disposizione.
"1601 - In ottobre detto anno i lupi hanno ammazzato 5 figliuoli in Binago ed altri luoghi del Comasco"
Binago credo sia poco a sud di Varese
Confermo che l'uccisione di lupi e orsi fosse libera e incentivata, appena ritrovo il documento di inizio '700 lo metto a disposizione.
Re: Pericolosità degli animali in valle....
mia nonna mi raccontava che prima della guerra in inverno all'imbrunire si chiudevano i portoni delle corti,perchè dal piambello scendevano branchi di lupi affamati ed era molto pericoloso uscire nel paese la notte.
SE NON FAI PARTE DELLA SOLUZIONE VUOL DIRE CHE SEI PARTE DEL PROBLEMA....(la mia prof di matematica)
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Adesso ci sono in giro altri tipi di lupi... 

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Da quanto scritto da Sergio Redaelli nel libro "Varese golosa", l'ultimo lupo in Valganna venne ucciso nel 1880.
Re: Pericolosità degli animali in valle....
Da una relazione < La Lombardia e la sua caccia, prima indagine sulla pratica venatoria nelle province lombarde a cura di Rodolfo Grassi, IRER; Milano, 2005> ho estratto queste notizie storiche relative al Varesotto.
PROVINCIA DI Varese
Capitolo 1
Cenni di storia della caccia nella Provincia
1.1. Lupi e orsi: caccia come avventura
Caccia di lago, di brughiera e di montagna: tutte e tre sono di casa a Varese. Fin dai tempi antichi quando i dominatori di Milano giungevano, invitati da nobili e prelati, per memorabili battute a orsi e lupi ma anche a caprioli, daini e cervi; o semplicemente per acquistare rapaci da ammaestrare alla caccia. Perché nei boschi di Varese la caccia era un’avventura e fino a trecento anni fa i lupi che sbranavano la gente erano ancora nella cronaca.
La storia è generosa di riferimenti e citazioni e l’arte, dall’architettura alla pittura alla scultura, sono prodighe di opere destinate a ricordare lo sfruttamento della risorsa selvaggina ma anche occasione per incontri. Lo testimonia, in una lettera inviata il 5 gennaio 1432, il vescovo di Pavia Francesco Pizolpasso al cardinale spagnolo Giovanni Cervantes descrivendogli le cacce organizzate dal cardinale Branda Castiglioni a Castiglione Olona.
«Tralascio di parlare delle varie possibilità di caccia attraverso quelle balze boscose poiché quei luoghi sono ricchi di selvaggina di ogni genere: sia volatile come terrestre, luoghi indicatissimi per l’uccellagione e la cacciagione».
1.2. La caccia per immagini
Immagini – in sequenza come fotogrammi di una pellicola consunta dal tempo e priettata sul muro – si possono ammirare nella casa di caccia di Monteruzzo con affreschi quattrocenteschi.
Nel castello di Masnago, nella «Sala degli svaghi» è raffigurata alle pareti una «cronaca» sullo sfondo delle Alpi: racconta con la suggestione delle immagini giornate di caccia al cervo, con le reti, e all’orso mentre le lepri sono in fuga e un airone si alza in volo. Galeazzo Maria Visconti faceva organizzare di frequente cacce nel territorio di Varese, come ricorda Cicco Simonetta (1410-1479) suo cancelliere. Nella stanza delle cacce del Casino di caccia dei Perabò, oggi inglobata nel Convitto arcivescovile De Filippi (XVI Secolo) vi sono affreschi con scene di caccia al cervo e col falco che ricordano le celebri incisioni di Cranach nel 1506.
A Somma Lombardo nel castello Visconti è affrescata una scena in cui un cacciatore con accanto un cane si prepara a far funzionare l’archibugio. I documenti testimoniano di agguati alle fiere proprio perché era la caccia dei nobili e le cronache si occupavano esclusivamente di loro. Nella villa del Cinquecento dei conti Cicogna Mozzoni a Bisuschio su tre lati dei portici affreschi dei fratelli Campi ricordano scene di caccia. In una – era l’8 ottobre 1476 – si rammenta come il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza si trovò di fronte un gigantesco orso che ferì tre uomini, fra cui il padrone di casa Agostino Mozzoni, e uccise un cane prima di essere abbattuto. Lo Sforza, ricordando quella vicenda, esentava il Mozzoni dal pagamento di imposte e il nobile fece scolpire una statua a ricordo del cane ucciso dall’orso. Nella villa Clerici a Velate il tempo non ha cancellato il fascino di antichi affreschi del 1600.
1.3. Tempi da lupi
Il lupo più di molti altri animali ricorre nelle cronache di Varese e dimostra quanto fossero numerosi e temibili. A Somma Lombardo nel 1504 un branco di lupi «assalta persino i letti e le culle perché avvezzo a pascersi dei cadaveri lasciati sui campi di battaglia» (Comincino,1991, La bestia feroce), a Sesto Calende nel 1535 «a causa di inverni rigidi, i lupi discendevano a frotte dalle Alpi, rendendo quasi impossibile il comunicare tra terra e terra». Nel 1593 si ricorda in La cronaca varesina di Giulio Tatto «memoria come l’anno passato 1592 li loppi hanno fatto grande danno nelle creature co’ amazarli et mangiarli nel vicariato de Varese» e venne posta una taglia di dieci scudi per ogni lupo vivo o morto consegnato
alle autorità. Nel 1601, in ottobre «il giorno suddetto in lunedì li loppi hanno ammazzato cinque figlioli doi a Binagho, uno a Solbiate comasco ed doi altri verso il comasco». L’8 maggio «Giovanna Pasquina di Vizzola Ticino di anni 8 viene uccisa da un lupo e quasi tutta divorata». E i lupi e gli orsi eran tanto frequenti che ancora il 14 agosto 1817 si offtriva come ricompensa per l’uccisione di una fiera lire 200 se lupa od orsa, 150 se lupo od orso, 50 per un «lupicino o un orsacchio».
Ricordi e vicende di caccia sono narrate anche da Fra Paolo Morigia in Historia della nobiltà et degne qualità del Lago Maggiore e nel 1710 Giovanni Vagliano in Le rive del Verbano. «Passato Luino un miglio triovasi dietro la riva di Colmegna. Questa ha una bellissima riviera [...] e belle cacce di Cinghiali, Caprioli, Lepori, pernici e altri uccellami.» E a proposito di prede «e più non si scrivono il gran numero de gli uccellami e selvaticine che da questo lago son portati a Milano [...] che sono buoni e grassi dordi, pernici, faggiani, beccacce, lepore, caprioli e altri».
1.4. Il prete cacciatore
Il 15 luglio 1846 viene rilasciata la licenza per il «genere di caccia con archibugio» al sig. Gulli Michele – nativo di Mezzana – Abitante in Mezzana – di condizione Preposto Parroco – d’anni 51». Nella licenza sono specificate alcune disposizioni fra cui «dal giorno 8 aprile sino a tutto il 19 luglio d’ogni anno è proibita qualunque sorta di caccia, a riserva di quella dei lupi, delle volpi, degli orsi e di simili specie d’animali perniciosi» La caccia nei fondi altrui chiusi e in quelli non chiusi in cui esistono seminari o frutti danneggiabili dal passaggio «La caccia di Lepri quando la terra è coperta di nevi».
Nel 1883 nella brughiera avvenne una delle prime cacce a cavallo con mute per inseguire il cervo: uno sport estetizzante importato dall’Inghilterra a cui partecipò anche D’Annunzio ed ebbe breve vita. Proprio D’Annunzio ricordando quella caccia ebbe a scrivere:
Settembre, ora nel pian di Lombardia
È già pronta la muta dei segugi
De’bei segugi falbi e maculati
Dall’orecchie benedette e molli come
Foglie del fiore di magnolia passe
La muta dei segugi a volpe e a damma
Or già tracciando va per scope e sterpi
Erta ogni coda in bianca punta splende.
Vanno i cani tra l’eriche leggere
Con alzate le code e i musi bassi
Davanti il capocaccia che gli allena
Per mezz’ottobre ai lunghi inseguimenti
S’ode chiaro squittire in que’ silenzi
Il suon del corno chiama chi si sbanda
E chi s’attarda e trae la lingua ad ansa.
Già la virtù si mostra nel più prode
Il buon maestro dell’arte sua si gode
Talo gli ultimi aneliti sotto l’ugne
Del palafren che nel galoppo falca
E fornito il lavoro ei torna al passo
Per la carraia ingombra di fascine
Con la sua muta va verso il canile,
Va verso Oleggio ricca di filande
Vapora il fiume le sterpose lande.
Nei laghi del Varesotto prosperava la caccia agli uccelli d’acqua: e alcuni titolari di appostamento divennero noti non solo per i carnieri ma anche perché donavano ai poveri la selvaggina, fra questi Napoleone Borghi di Varano industriale cotoniero poi morto in un incidente di caccia e Nino Berra direttore della torbiera dei Litta. Numerosi i luoghi di incontro fra cui l’Osteria della Darsena di Giovanni Zamberletti a Baguggiate, la Trattoria San Giorgio a Cazzago Brebbia.
Il 7 marzo 1892 i cacciatori di Varese, Arcisate, Gavirate e Cuvio diedero vita alla
«Società dei cacciatori»: si proponevano di favorire l’incremento della selvaggina e la protezione dei nidi. Inoltre di dare ricompense a quanti si adoperavano nell’interesse della caccia e dell’agricoltura. La licenza di caccia costava 12,60 lire più 15 lire se da capanno, 80 lire per caccia con spingarda, da capanno con richiami 25 lire, 75 l’uccellagione col roccolo, 40 la caccia alle allodole con civetta e specchietto..........
PROVINCIA DI Varese
Capitolo 1
Cenni di storia della caccia nella Provincia
1.1. Lupi e orsi: caccia come avventura
Caccia di lago, di brughiera e di montagna: tutte e tre sono di casa a Varese. Fin dai tempi antichi quando i dominatori di Milano giungevano, invitati da nobili e prelati, per memorabili battute a orsi e lupi ma anche a caprioli, daini e cervi; o semplicemente per acquistare rapaci da ammaestrare alla caccia. Perché nei boschi di Varese la caccia era un’avventura e fino a trecento anni fa i lupi che sbranavano la gente erano ancora nella cronaca.
La storia è generosa di riferimenti e citazioni e l’arte, dall’architettura alla pittura alla scultura, sono prodighe di opere destinate a ricordare lo sfruttamento della risorsa selvaggina ma anche occasione per incontri. Lo testimonia, in una lettera inviata il 5 gennaio 1432, il vescovo di Pavia Francesco Pizolpasso al cardinale spagnolo Giovanni Cervantes descrivendogli le cacce organizzate dal cardinale Branda Castiglioni a Castiglione Olona.
«Tralascio di parlare delle varie possibilità di caccia attraverso quelle balze boscose poiché quei luoghi sono ricchi di selvaggina di ogni genere: sia volatile come terrestre, luoghi indicatissimi per l’uccellagione e la cacciagione».
1.2. La caccia per immagini
Immagini – in sequenza come fotogrammi di una pellicola consunta dal tempo e priettata sul muro – si possono ammirare nella casa di caccia di Monteruzzo con affreschi quattrocenteschi.
Nel castello di Masnago, nella «Sala degli svaghi» è raffigurata alle pareti una «cronaca» sullo sfondo delle Alpi: racconta con la suggestione delle immagini giornate di caccia al cervo, con le reti, e all’orso mentre le lepri sono in fuga e un airone si alza in volo. Galeazzo Maria Visconti faceva organizzare di frequente cacce nel territorio di Varese, come ricorda Cicco Simonetta (1410-1479) suo cancelliere. Nella stanza delle cacce del Casino di caccia dei Perabò, oggi inglobata nel Convitto arcivescovile De Filippi (XVI Secolo) vi sono affreschi con scene di caccia al cervo e col falco che ricordano le celebri incisioni di Cranach nel 1506.
A Somma Lombardo nel castello Visconti è affrescata una scena in cui un cacciatore con accanto un cane si prepara a far funzionare l’archibugio. I documenti testimoniano di agguati alle fiere proprio perché era la caccia dei nobili e le cronache si occupavano esclusivamente di loro. Nella villa del Cinquecento dei conti Cicogna Mozzoni a Bisuschio su tre lati dei portici affreschi dei fratelli Campi ricordano scene di caccia. In una – era l’8 ottobre 1476 – si rammenta come il duca di Milano Galeazzo Maria Sforza si trovò di fronte un gigantesco orso che ferì tre uomini, fra cui il padrone di casa Agostino Mozzoni, e uccise un cane prima di essere abbattuto. Lo Sforza, ricordando quella vicenda, esentava il Mozzoni dal pagamento di imposte e il nobile fece scolpire una statua a ricordo del cane ucciso dall’orso. Nella villa Clerici a Velate il tempo non ha cancellato il fascino di antichi affreschi del 1600.
1.3. Tempi da lupi
Il lupo più di molti altri animali ricorre nelle cronache di Varese e dimostra quanto fossero numerosi e temibili. A Somma Lombardo nel 1504 un branco di lupi «assalta persino i letti e le culle perché avvezzo a pascersi dei cadaveri lasciati sui campi di battaglia» (Comincino,1991, La bestia feroce), a Sesto Calende nel 1535 «a causa di inverni rigidi, i lupi discendevano a frotte dalle Alpi, rendendo quasi impossibile il comunicare tra terra e terra». Nel 1593 si ricorda in La cronaca varesina di Giulio Tatto «memoria come l’anno passato 1592 li loppi hanno fatto grande danno nelle creature co’ amazarli et mangiarli nel vicariato de Varese» e venne posta una taglia di dieci scudi per ogni lupo vivo o morto consegnato
alle autorità. Nel 1601, in ottobre «il giorno suddetto in lunedì li loppi hanno ammazzato cinque figlioli doi a Binagho, uno a Solbiate comasco ed doi altri verso il comasco». L’8 maggio «Giovanna Pasquina di Vizzola Ticino di anni 8 viene uccisa da un lupo e quasi tutta divorata». E i lupi e gli orsi eran tanto frequenti che ancora il 14 agosto 1817 si offtriva come ricompensa per l’uccisione di una fiera lire 200 se lupa od orsa, 150 se lupo od orso, 50 per un «lupicino o un orsacchio».
Ricordi e vicende di caccia sono narrate anche da Fra Paolo Morigia in Historia della nobiltà et degne qualità del Lago Maggiore e nel 1710 Giovanni Vagliano in Le rive del Verbano. «Passato Luino un miglio triovasi dietro la riva di Colmegna. Questa ha una bellissima riviera [...] e belle cacce di Cinghiali, Caprioli, Lepori, pernici e altri uccellami.» E a proposito di prede «e più non si scrivono il gran numero de gli uccellami e selvaticine che da questo lago son portati a Milano [...] che sono buoni e grassi dordi, pernici, faggiani, beccacce, lepore, caprioli e altri».
1.4. Il prete cacciatore
Il 15 luglio 1846 viene rilasciata la licenza per il «genere di caccia con archibugio» al sig. Gulli Michele – nativo di Mezzana – Abitante in Mezzana – di condizione Preposto Parroco – d’anni 51». Nella licenza sono specificate alcune disposizioni fra cui «dal giorno 8 aprile sino a tutto il 19 luglio d’ogni anno è proibita qualunque sorta di caccia, a riserva di quella dei lupi, delle volpi, degli orsi e di simili specie d’animali perniciosi» La caccia nei fondi altrui chiusi e in quelli non chiusi in cui esistono seminari o frutti danneggiabili dal passaggio «La caccia di Lepri quando la terra è coperta di nevi».
Nel 1883 nella brughiera avvenne una delle prime cacce a cavallo con mute per inseguire il cervo: uno sport estetizzante importato dall’Inghilterra a cui partecipò anche D’Annunzio ed ebbe breve vita. Proprio D’Annunzio ricordando quella caccia ebbe a scrivere:
Settembre, ora nel pian di Lombardia
È già pronta la muta dei segugi
De’bei segugi falbi e maculati
Dall’orecchie benedette e molli come
Foglie del fiore di magnolia passe
La muta dei segugi a volpe e a damma
Or già tracciando va per scope e sterpi
Erta ogni coda in bianca punta splende.
Vanno i cani tra l’eriche leggere
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Talo gli ultimi aneliti sotto l’ugne
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Il 7 marzo 1892 i cacciatori di Varese, Arcisate, Gavirate e Cuvio diedero vita alla
«Società dei cacciatori»: si proponevano di favorire l’incremento della selvaggina e la protezione dei nidi. Inoltre di dare ricompense a quanti si adoperavano nell’interesse della caccia e dell’agricoltura. La licenza di caccia costava 12,60 lire più 15 lire se da capanno, 80 lire per caccia con spingarda, da capanno con richiami 25 lire, 75 l’uccellagione col roccolo, 40 la caccia alle allodole con civetta e specchietto..........
" Scambiano la fiacchezza della loro anima per civiltà e generosità" ( Stendhal )
frenand
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Ottimo! Grazie Fernando... 

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Allego un editto del 1723 del feudatario del tempo, Emanuele Marliani, che tratta di caccia; oltre a consentire libera caccia ai notabili del suo feudo, dichiara che sia lecito a chiunque di abbattere orsi, lupi e altre “fiere feroci” ed infine ribadisce quali sono le riserve di caccia di sua esclusiva utilizzazione.
Tra queste un “sito appellato il Gaggiolo nel territorio di Cunardo”
Qualcuno sa dove si trova ?
Tra queste un “sito appellato il Gaggiolo nel territorio di Cunardo”
Qualcuno sa dove si trova ?
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Ma FANTASTICO! Che reperti.... quando Luino si chiamava Luvino...spero che qualche Cunardese DOC sappia dove si trovava (o trova) il luogo segnalato... grazie
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
Re: Pericolosità degli animali in valle....
"Gaggiolo" non saprei..ma a Cunardo, a nord-est del paese, esiste la località "Gaggetto" o "Gagett" con abitazioni isolate tra prati e boschi al confine con Cugliate.
La radice "germanica" è la stessa, vedi Gaggio, Gaggiolo ecc, e significa appunto "bosco bandito".
Saluti.

Saluti.
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Re: Pericolosità degli animali in valle....
Il dilemma è sempre lo stesso: si cerca di risolvere un problema, cominciando dalla "coda"!
Gli animali selvatici dannegiano le colture e sono un pericolo per gli automobilisti o gli escursionisti...
perchè sono troppi,
per gli spazi ridotti che gli abbiamo lasciato
ma ne abbiamo introdotti ( o dispersi) altre specie che con i nostri spazi non c'entrano niente...
sono tanti perchè si riproducono eccessivamente, in mancanza di predatori...
ma precedentemente abbiamo sterminato i predatori...
allora dobbiamo abbattere la fauna selvatica..
. oppure reitrodurre i predatori,
: ma i lupi sono pericolosi perciò niente predatori, bensì cacciatori...
e avanti così, come un cane che si morde la coda!
Il problema è reale, i danni anche e , sinceramente, la soluzione mi sembra difficile, a meno di una catastrofe ecologica che ce lo risolva da sè.
Se posso trarre una morale è questa: l'alterazione incontrollata dell'ambiente naturale porta con sè delle conseguenze che l'uomo a volte sottovaluta o ignora volutamente.
Dopo di che una selezione oculata, senza abusi, riservata agli esemplari più vecchi o ammalati e basata su criteri di ecosostenibilità non mi pare scandalosa. Ma sarà possibile?
Gli animali selvatici dannegiano le colture e sono un pericolo per gli automobilisti o gli escursionisti...
perchè sono troppi,

per gli spazi ridotti che gli abbiamo lasciato

ma ne abbiamo introdotti ( o dispersi) altre specie che con i nostri spazi non c'entrano niente...

sono tanti perchè si riproducono eccessivamente, in mancanza di predatori...

ma precedentemente abbiamo sterminato i predatori...

allora dobbiamo abbattere la fauna selvatica..




Il problema è reale, i danni anche e , sinceramente, la soluzione mi sembra difficile, a meno di una catastrofe ecologica che ce lo risolva da sè.
Se posso trarre una morale è questa: l'alterazione incontrollata dell'ambiente naturale porta con sè delle conseguenze che l'uomo a volte sottovaluta o ignora volutamente.
Dopo di che una selezione oculata, senza abusi, riservata agli esemplari più vecchi o ammalati e basata su criteri di ecosostenibilità non mi pare scandalosa. Ma sarà possibile?

Re: Pericolosità degli animali in valle....
Quoto al 100% il messaggio precedente di milena nasi benedetti, per la selezione oculata ci credo poco...anzi non ci credo per niente, alla fine spareranno a tutto quello che si muove fino al raggiungimento del numero consentito ( naturalmente la quota non vale per i cinghiali che ormai sono milioni )...e quando non ci saranno più cinghiali, cervi, e caprioli ?...non preoccupatevi, hanno da poco reintrodotto i mufloni e già fanno enormi danni.....bisognerà provvedere anche a loro,....perchè noi provvediamo a tutto !!!
Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero.