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Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: ven gen 29, 2010 9:48 am
da frenand
Nel 1874 Bizzozzero nel suo libro Varese e il suo territorio descriveva due gite in Valganna:
<SECONDA GITA.
Val - Ganna.

Una delle più amene passeggiate dei dintorni, con una varietà incantevole di natura. Mulini pittoreschi mossi dalla tortuosa e limpida Olona che, ancora ruscello, ora si sprofonda nella valle, ora lambe la strada maestra; caverne che si internano nelle roccie; fonti che ora, come quella degli ammalati, sgorgano abbondanti e rumorose dal sasso, ora, quietamente gorgogliando, nascono tra le verdure di un praticello; gallerie; tufi quando disposti ad archi grandiosi, quando a stalattiti che, congiuntesi col terreno, formano grotte: che si innalzano e si internano nello viscere del monte; cascate; prati verdeggianti; monti ora tagliati a picco e col dorso coperto di alberi ed arbusti, ora nudi e rocciosi col vertice irto fantasticamente biancheggianti massi; miniere; boschi; laghetti; tutto si raccoglie in questa valle che si restringe in alcuni punti a pochi metri, in altri si fa ampia e maestosa, ma da per tutto appare poeticamente orrida o gentile.

Sì stende, per la lunghezza di pochi chilometri, dai mulini all'Est di Induno a Ghirla, tra i monti d'Induno e del Poncione a destra e la Martica sinistra.

Val-Ganna

Giunti da Varese all' Oratorio di Sant'Anna, che sta tra Biumo Superiore ed il viale della Rotonda, si prende la strada a destra dell'Oratorio stesso e procedendo da principio in piano, in seguito discendendo nella valle, si giunge in 15 minuti al molino ed al maglio del rame al Ponte rotto ove si scorgono morene di antichi ghiacciai. Girando di fianco alle case, ed attraversata, sul ponticello di legno, la roggia d'acqua che anima gli opificii, si percorre, in altri 15 minuti, il delizioso sentiero, sempre lambito dall'acqua istessa, e continuamente ombreggiato da salici, roveri ed ontani, che termina al letto dell'Olona, la quale si attraversa su di una specie di diga costrutta da grossi ciottoli e sabbia. Poscia, sulla direzione dei vicini mulini, si piega per la stradicciuola a destra e in poco più di 10 minuti si giunge sulla via che da Induno mette a Sant'Ambrogio; si segue quest' ultima a manca, e si giunge infine ad un ponte presso un altro mulino, ove incomincia la Val-Ganna.

Prima d'innoltrarsi converrebbe fare una diversione e, continuando la strada verso Sant'Ambrogio, passare il vil]aggio d'Olona (rosso ammonitico) e giungere al Mulin Grasso. Min. 10. (Calcare selcifero del lias inferiore).

Sia passando per l'orticello che si trova prima del ponte e delle case del Mulino, sia girando dietro a questo e discendendo una rustica scala a gradini informi di pietra, si arriva al largo che l'acqua si è fatto tra i macigni e non riempie che in tempo di piena. Da qui si possono ammirare le tante cascatelle che si formano da un dirupo all'altro ed il pittoresco mulino. Risalendo la scala od arrampicandosi sui massi, per seguire il corso dell'acqua a ritroso, si trovano in brevissimo tempo, numerose altre cascatelle con profondi bacini naturali circondati da una natura selvaggia.

Rifacendo la strada per riprendere la gita principale e rimontando il ruscello, si arriva in l5 minuti alla

Fontana degli ammalati. —Nel basso della valle dirimpetto alla I° galleria della strada carrozzabile, due metri circa al di sopra del livello del terreno, da un' apertura quasi circolare e del diametro di circa Metri 0,70, scavatasi naturalmente nel masso sgorga, spumeggiando, un'abbondante quantità d'acqua limpida, fresca e leggera. La fonte e l'amenità del paesaggio traggono in buona copia nelle favorevoli stagioni le allegre brigate ad asciolvere e a merendare. Vi si costrusse di fianco una cantina ove, di solito, trovasi vino eccellente, pane, salato e formaggio; non è però prudente far calcolo su quanto ivi possa acquistarsi perchè incontra spessissimo che le provviste sieno già esaurite e la porta sia chiusa. (Calcari del lias inferiore e traccia degli schisti dell'infralias)
L'acqua della fontana degli ammalati dall'analisi eseguita fin dall'aprile 1868 dal Prof. Luigi Sironi di Varese risulta contenere per ogni chilogrammo
Bicarbonato di magnesia . . . . . Gr. 0.20
» di calce . . . . . . . . . » 0.16
Bicarbonato di magnesia . . . . . Gr. 0.20
Cloruro di calcio . . . . . . . . . . Gr. 0.08
Solfato di calcio e magnesia. . . Gr, 0.06
Silice e materie organiche . . . . Gr. 0.07

TOTALE materie fisse . . Gr. 0.63

Risalendo sulla strada per la scalinata, ed inoltrandosi nella vallata, in 10 min. si arriva alla

Grotta dei tufi.— La bellezza di questo sito era, tempo fa, singolare. Un gran nicchione di circa Metri 7 di lunghezza, Metri 5 di altezza e Metri 4 in profondità con elegantissime stalattiti che pendevano bizzarramente dalla volta, con larghi fori che a Metri 1 e mezzo, a 2 ed a 3 dal terreno mettevano in piccole caverne o meglio in piccole camere tappezzate di tufo e la di cui parte superiore in molte si perdeva in alto nell'oscurità restringendosi a campanile, ancora esiste se ben mutilato dagli speculatori che esportarono i pezzi più belli di tufo per ornarne grotte artificiali e giardini. I grossi massi di tufo che, staccatisi coll'aumentare di volume dal monte, s'ammonticchiarono al di sopra del letto del fiume formando ponti naturali e spaziose caverne in cui correvano e zampillavano le limpide onde: i tortuosi sentieri che, quasi fatti dall'arte, s' aggiravano e s'intersecavano tra i dirupi sui quali crescevano elegantemente pavoneggiandosi le verdi e lucide foglie dello scolopendrum officinalis e moltiplicavansi i romantici ed olezzanti cilcamen (panporcini); l'arco naturale formato, per forza di contrasto, dai massi cadenti che molti distinti pittori ritrassero col loro pennello: tutto è in corso di distruzione. Quanto di bello e di mirabile in migliaja d'anni qui edificò la natura, in poco tempo verrà ad essere irreparabilmente distrutto per servire da mediocre materiale da costruzione.
Anatema a chi osò pel primo portare le vandaliche mani su tante bellezze!

Continuando la strada, ed appena passato iI grosso macigno che giace in un prato al di là del ruscello ed attraversato il ruscello stesso, si giunge in 5 min. alla

Cascata del Pissabò. - da una altezza di circa 8 Metri, dal masso incavato si getta stendendosi a velo, l' acqua in una gran vasca ch'essa stessa si formata. Il movimento del terreno e la concavità del masso permettono di girare intorno alla cascata.
Ritornando su la strada in altri 5 minuti di cammino si arriva alla II° galleria (doIomia del trias superiore) a fianco della quale, ed al di là del rivo, si getta, pittorescamente scivolando sul masso, l'acqua del Pissavacche.
La grotta del tufo, il Pissabò ed il Pissavacche, sono bellissimi esempii di incrostazione di acque calcarifere.
Il tufo della grotta del tufo è calcare poroso e spugnoso, in certi punti come coralloide; esso rappresenta l'azione incrostante di acque calcarifere che una volta scorrevano in quelle località.
Un tufo calcare in formazione è quello che si osserva alle cascate del Pissabò e del Pissavacche, ove l'acqua giunge attualmente spruzza e bagna i vegetali, principalmente i muschi che ne rivestono le sponde ed il letto, ricoprendoli, così, di uno strato calcare.
Proseguendo per pochi passi la strada serrata trai monti, si scorge a sinistra una larga fenditura nella roccia. Entratevi e percorretela nella sua lunghezza; essa venne probabilmente formata per corrosione dalle acque che vi irrompono in occasione delle grosse pioggie.
Ancora a sinistra, sulla sommità dei massi che fiancheggiano la strada, s'innalzano coccuzzoli irregolari e bizzarri formati dallo stesso masso che, più duro di quello che lo contornava, non poté al par di esso esser sciolto e distrutto dalle stagioni e dall' acqua.
A 10 minuti dalla galleria del Pissavacche, ed appena passata la sorgente che, sotto ed a destra della strada, nasce limpidissima e fresca e presso alla quale sorgono dei sedili in pietra ombreggiati da salici, si vede a manca una stradella che mette al monte. Essa sale da principio rapidamente, ma poi, volgendo a destra, si fa più dolce e per ultimo diviene piana. (Min. 20. ) Là, a destra e fiancheggiata da cespugli, si presenta un'apertura alta e stretta, di figura irregolare che mette nella

Grotta dell'alabastro. —Scavata entro la dolomia del trias superiore nella quale riposano stratigraficamente gli schisti dolomitici varii colori, rossi azzurri, cinerei che si incontrano lungo il sentiero che vi conduce; vi si sprofonda trasversalmente per un buon tratto, ora stretta e poco alta ora allargandosi ed alzandosi. Essa è tappezzata di un'alabastro di una tinta bionda e per la massima parte translucido, foggiato a stalattiti. Bisogna munirsi di candele o torcie per visitarla fino nel profondo, ove è più grandiosa.

Ritornando sulla strada maestra e continuando il cammino nella valle che si allarga e verdeggia per boschi e prati, oltrepassatala svolta da dove appare il Poncione in tutto la sua lunghezza, e passata altresì la strada che discende da Fraschirolo, si giunge in 15 minuti allo stabilimento di deposito dei materiali cavati nella miniera della Vassera.
Qui la valle è disposta ad anfiteatro e le roccie dei monti, che in molti punti vi sorgono isolate, la circondano. Dietro lo stabilimento serpeggia la comoda strada che in Min. 35 guida alla miniera; faticosa alquanto nella salita, ove principia, diviene in seguito più dolce ed in molti luoghi piana.

La Val -Vassera —scavata nel porfido quarzifero dell'epoca permiana, è notevole per l'orridezza de' suoi monti e pel pittoresco effetto dei massi di porfido che, bellissimi esempi di colonnati bassaltiformi la cui forma dominante è quella del prisma quadrilaterale per effetto del clivaggio, sorgono dal fondo della valle ove spumeggia la Margorabbia e si innalzano fino oltre al livello della strada. Circondate da alte scogliere colle creste addentellate si raggiungono le poche case della miniera che, d'aspetto assai gentile, fanno vivo contrasto colla selvaggia apparenza della località.

È a M. 500 sul livello del mare ed a M. 150 sul livello della strada della Valganna. Dalla miniera si cava la galena argentifera con traccie di pirite di ferro, ganga di baritina, quarzo e fluorite. Secondo una memoria del sig. E. A. Viviani il minerale che si estrae raggiunge:

Quello di I° qualità il 65% di piombo e 142 Gr. d'arg. per quintale
Quello di II° qualità il 35% di piombo e 95 Gr. d'arg. per quintale
Quello di III° qualità il 41% di piombo e 128 Gr. d'arg. per quintale lavor. inSclllik

Le molte gallerie che si internavano profonde nel monte, ancor prima che pochi anni or sono si rimettesse la miniera stessa in esercizio, dimostravano come, già fin da tempi remoti, qui si fosse molto lavorato; vuolsi anzi che fosse già conosciuta e coltivata dai Romani perchè nella galleria superiore ed altrove si scopersero lavori eseguiti a solo scalpello.
Fu dal 1830 al 1840 che, dopo tanto tempo, un privato si mise a praticarvi dei lavori in piccola scala e solo nel 18f62 il sig. Vinasque Baglioni riprese con qualche energia la coltivazione. Poi, riconoscendo di non aver mezzi proprii sufficienti per condegnamente avviarla, s'associò al sig. Pietro Barboglio cui, in seguito, cedette interamente i diritti sulla miniera.

Oltre alla lunga galleria del filone principale già scavata dai Romani, vennero praticate a diverso livello, per tre diversi filoni, altre tre gallerie della lunghezza di molti metri con parecchi pozzi di considerevole profondità per metterle in comunicazione tra di loro.
Il filone nella massa porfirica ha lo spessore minimo di M. 0,50, massimo di M. 5,50 e medio di M. 1,50. In esso si rinvennero degli ammassi di minerale purissimo e di prima qualità dello spessore di M. 0,50 sopra M. 10 di lunghezza che sottoposti ad analisi, senza uopo di preparazione meccanica, diedero il 65% di piombo e 1450 grammi d'argento per tonnellata.
Al presente la miniera non è più in attività non avendo potuto un semplice privato sopperire coi soli proprii mezzi alle spese ed alle cure necessarie.

Nel fondo di una delle gallerie. sgorga una vena d'acqua ferruginosa che il proprietario Baglioni fece analizzare del Prof. Sironi. Ecco il risultato che della sua analisi diede l' 11 luglio 1867.

I.' acqua della Vassera contiene per ogni litro

Carbonato di ferro ......................................... Gr. 0,45
Protossido.......................................................Gr. 0,35
Solfato di magnesia ........................................Gr. 0,30
Solfato di calcio................................................Gr. 0,18
Carbonato di calce ..........................................Gr. 0,12
Cloruro di calcio...............................................Gr. 0,12
Silice e materia organica .................................Gr. 0,18
TOTALE materie fisse.....................Gr. 1,70

Oltre all'acqua suddetta si trovò anche una ricca vena di acqua satura di zolfo che potrebbe servire per uso. di bagni. Non si ebbe però ad analizzarla.
L' acqua ferruginosa ebbe qualche anno di favore. Era singolare il concorso di gente, la maggior parte curiosi, che prendeva occasione d'una cura d'acqua minerale, e recandosi di buon mattino con carrozze, carrozzelle, omnibus e cavalcature, conciliava una gita terapica con una scampagnata ed una baldoria. I loro mezzi di trasporto, che in allora fermavansi a pie' della salita, rendevano quel pittoresco tratto di valle il più pittoresco accampamento del mondo.

Dalla Vassera a Varese, ore 2 1/2.—Ad arrampicatevi sul sentiero che, dirimpetto alla miniera, sale sul colmo della Martica (porfido rosso quarzifero) e di là, dominando tutti i sentieri che conducono al basso verso la Rasa e verso Robarello, scegliete quello che più vi aggrada per condurvi a Varese; o ritornate al basso sulla strada della Valganna, ricalcate la via già fatta fino ad imboccare quella per Fraschirolo, e marciate per essa fin che, compita la salita, state per discendere dal lato opposto verso Induno. In questo punto, prendete il sentiero che primo vi si offre a sinistra; largo da principio, egli si restringe in seguito tanto da farvi dubitare che vadi a cessare, invece, tra i cespugli di faggio, di ginepro, e di nocciolo vi condurrà in cinque minuti sulla strada carreggiabile per la quale, a vostra manca ed a pochi passi trovansi le Cave Medici. Da esse si estrae un calcare oolitico biancastro che si adopera, col nome di pietra d'Induno, per parti decorative di fabbricati ecc. Le cave trovansi in sito amenissimo circondate da alti alberi; non lontano da esse, in due laghetti artificiali si raccolgono le acque di vicine sorgenti che, per canali sotterranei, vanno a zampillare a Fraschirolo dando vita alle fontane annesse al palazzo Crivelli.
La stessa strada carreggiabile che dal sentiero vi ha portato alle cave, vi guiderà, nel senso opposto, dalle cave a Fraschirolo. Sul margine di essa, poco prima d'arrivare alle fornaci di calce, vedrete il gran masso erratico di melafiro, storico nella scienza.

Fraschirolo.— Già castello occupato nel 1160 dall'Arciv. Oberto colle sue milizie.— Nel palazzo Medici, ora Crivelli, si vede un'ampia torre,avanzo dell'antico castello.

Discendete per la bella strada fiancheggiata dalle ville Cassani, Castiglioni e Porro, rasentate Induno, e, per la strada provinciale, in meno di un' ora vi troverete a Varese.

TERZA GlTA.

Val Ganna, Val Marchirolo, Val Brinzio.

Da Varese ad Induno Km. 4. 500.— A chi parte da Varese ed esce da Biumo Inferiore per la strada che svolta ad angolo retto a sinistra, si presenta dinanzi la bella montagna d'Induno. Si discenda nella valle dell'Olona e si passi il fiume sul ponte della Folla. Qui v 'ha una cava per tegole e mattoni; l' argilla ne è azzurrognola, sviluppatissima, a strati orizzontali con fossili terziarii che la fanno appartenere al terreno
plioceno; è ricoperta dal terreno alluvionale e dal morenico. Ascesa la china e percorso il dritto stradone, dal quale si ha bella vista della Madonna del Monte, di Bregazzana e di Fraschirolo
si giunge ad

Induno (ab. 2199.)—Posto alle radici del monte omonimo in cui si trovano calcari maiolica e rosso ad opticus del titonico, e calcare rosso ammonitico del lias superiore. Riparato dal monte dai venti del Nord, gode nella fredda stagione d' un clima mitissimo, molte belle villeggiature con ampii e ricchi giardini sono sparse nelle vicinanze, tra esse la Castiglioni, la Porro, la
Bianchi e la Lattuada.
Ha belle case, belle vie e buoni alberghi. Nella Chiesa Parr. esiste qualche pregevole dipinto.

Da Induno a Ghirla Km. 9,000 - All'Ovest di Induno,e precisamente alla fine dello stradone già percorso, la strada a sinistra guida alla Fontana degli ammalati, (Vedi pag. 121); alla grotta dei tufi, (Vedi pag. 122); alle cascate del Pissabò e del Pissavacche, (Vedi pag. 123.) La valle, che fin qui si mantiene molto ristretta, si allarga; si fanno più frequenti i praticelli nel piano e sul pendio del monte, e da lungi appaiono i bianchi muricciuoli della strada che discende da Fraschirolo.
Alla svolta, che in seguito la strada fa a sinistra, Ia valle diventa ancor più ampia, il monte Poncione si mostra in tutta la sua lunghezza. Un po' più avanti si vede lo stabilimento di deposito dei materiali della miniera della Vassera e dietro ad esso la strada che si dirige alla miniera stessa.
(Vedi pag. 125.)

Qui le radici del monte Martica e del Poncione, notevole per roccie tagliate a picco nella dolomia triasica, si avvicinano; grossi massi, staccatisi da quest'ultimo giacciono tra le erbe e gli arbusti vicino al ponte che attraversa la piccola Margorabbia, la valle continua amenissima tra l'orrido
dei monti e l'allegra verdura dei prati.

Ad altra svolta della strada si presentano il monte di Mondonico, tutto formato di porfido quarzifero, ai cui piedi giace Ganna; a sinistra, più da lungi, il monte S. Martino ed il monte Nudo.
Più tardi appare il placido laghetto di Ganna avanzo di lago glaciale; è della lunghezza di circa M. 400 ed è formato dalla Margorabbia che esce dappoi per alimentare anche il lago di Ghirla; le sue rive sono melmose e coltivate a canneti.
La palude vicina, che si estende per oltre 30 ettari, detta la Palude Ganna o Paludaccio contiene torba della migliore qualità e dell' altezza, in parecchi punti, da 2 a 6 metri.

Ganna (ab. con Ghirla 989) ~ Allegro villaggio a metà della valle a cui dà il nome. È posto sul porfido quarzifero; ricco di acque, che in molti punti lo rendono pittoresco, ha, sulla piazzetta, che è attraversata dalla strada, un abbondante getto d'acqua che balza in ampio avello. Poco, però, gli è favorevole il Poncione chè, giganteggiandogli vicino, lo priva per alcune ore del mattino dei benefici raggi del sole. E' notevole nella Chiesa della Badia, ove fu sepolto il corpo di S.Gemolo che vuolsi qui si martirizasse nel 1047, uno degli antichissimi dipinti che un tempo tutta la ornavano e che oggi all'imbiancatura cui furono soggetti gli altri; è pur notevole il cortile dell'antico chiostro annesso alla Chiesa; chiostro che, dedicato il 12 Luglio 1095, cessò nel 1556, quando il Commendatario Giovanni Angelo Medici (Pio IV) ne rinunciò il priorato all'ospedale di Milano, ponendo però obbligo a quest'ultimo di costituire annualmente 200 scudi in dote a ragazze di famiglie povere di Fraschirolo e di Ganna.

Oltrapassato Ganna, dopo una sensibile discesa alla cui sinistra scorre in profonda gora la Margorabbia ed alla cui destra fa seguito al Poncione la Catena del Piambello costituita da porfido quarzifero con gran dico di melafiro già citato da De-Buch, si raggiunge il silenzioso ma elegante laghetto di Ghirla le cui lucide onde sono circondate da sempre verdeggianti praticelli che graziosamente ora s'avallano ora si rialzano seguendo le ondulazioni dei vicini monti. Dà pesce abbondante ed eccellente, ed è della lunghezza di circa M. 1270 con una superficie di M. 361. Viene in seguito

Ghirla.— Villaggio allo sbocco della Valganna nella Val Marchirolo; fra la dolomia triasica e gli schisti neri bituminosi pure del trias superiore, come vi si trovano più avanti Cunardo, Ferrera e Bedero.
Conta belle case, ha un buon albergo e due ragguardevoli magli in ferro cui dà moto la Margorabbia. (Vedi Escursione a Lugano.)

Da Ghirla a Cunardo Km. 4. 750. — Attraversata la valle, per una strada fiancheggiata da castagni, robinie e pioppi, si' raggiuge Cunardo che sta sul pendio del Monte Nave dettò anche dei Sette Termini.

Cunardo (ab. 1170.) —E' 'posto nel sito più ampio e più bello della valle donde si vedono giganteggiare i Monti di S. Martino e di S. Michele. Non manca d'industria, giacchè vi si contano cartiere, filande di bozzoli, fabbriche di maiolica ecc. ecc. Presso Cunardo (5 min.) la strada si biparte par condurre alla Ferrera' ed a Bedero Valcuvia; alla biforcazione, e più precisamente vicino alla cartiera, trovansi il

Ponte Nivo. Ponte naturale formato dall' acque che scavarono, nei calcari dolomitici del l'infralias superiore, una profonda caverna nella, quale, fragorosamente spumeggiando, si sprofonda la Margorabbia ingrossata dopo d'aver percorso parte della Valganna e d'essersi immessa nel lago di Ghirla. La caverna ha una direzione obliqua alla strada che conduce dalla cartiera alla Ferrera, deviando a destra di questa via e discendendo nella valle che si spinge verso Ferrera. La Margorabbia scompare, divenendo sotterranea, per circa un quarto d'ora di cammino, e quindi sblocca da altra assai spaziosa caverna. La capacità degli antri e tale, che anche nelle epoche delle grosse piene qui non rigurgitarono le onde se non quando contro i massi dell'imboccatura si accumularono, barricando, alberi e piante trascinatevi dall'impeto della corrente. La caverna si può visitare da vicino passando per i locali inferiori della cartiera.

Da Cunardo a Grantola Km. 3. 000. — La strada discende sempre, i punti di vista sono frequenti; quando si arriva ad un'ampia ed elegante fontana con lavatojo, si vedono le collinette tondeggianti e nere (roche montonnè) che formano il così detto Monte brucialo che molti erroneamente classificarono come monte vulcanico.
La strada che conduce a Grantola è sempre bella ed in alcuni punti, dove essa va a zig zag, la vista è ammirabile.

Grantola (ab. 430.3) — Villaggio, alle falde del monte Nave ed alle falde delle arenarie variegate appartenenti al trias inferiore, presso la strada provinciale che da Varese e Cuvio va a Luvino (Vedi escursione a Luino) e che si raggiunge dopo la breve traversata della valle. Di qui, girando a sinistra e guadando in seguito la Rancina, dopo breve ascesa si giunge a

Ferrera (ab. 414.)— Da Grantola a Ferrera Km. 1. 500— Industrioso villaggio, che possiede la grandiosa cartiera Bettellini e molti telai a mano per la fabbricazione della tela. Vi sono rimarchevoli le tre Cascate che poco lungi ( 5 minuti ) vi fa la Margorabbia. Si succedono a brevi intervalli da Nord a Sud: sono di ragguardevole altezza con una massa rilevante d'acqua, l'ultima specialmente, quella più a Sud,è d'un effetto pittorico meraviglioso.

Da Ferrera a Rancio Km. 3. 500.— Per strada ombreggiata da pioppi, roveri e salici, fiancheggiata da campicelli e prati che si alternano, si giunge al ponte ove bella passa la Rancina, ed appena più in su, sull' alto, si raggiunge Rancio (ab, 710.)................>

Re: Una gita in Valganna

Inviato: ven gen 29, 2010 12:43 pm
da paoric
Questa me la stampo e me la leggo con calma!!! GRAZIE!!!!!!! :piega: :piega:

Re: Una gita in Valganna

Inviato: ven gen 29, 2010 1:52 pm
da riki56
Complimenti per le bellissime pagine ritrovate :wav: .
Leggendole si fa un percorso a ritroso nel tempo e sembra di vivere in una altro pianeta.
Ha ragione l'AMM. si gustano di più stampando e leggendo sulla carta per una volta alla faccia del risparmio energetico.

Re: Una gita in Valganna

Inviato: ven gen 29, 2010 1:58 pm
da gigilugi
Commosso, ringrazio per la bellissima lettura.
Grazie davvero

Re: Una gita in Valganna

Inviato: ven gen 29, 2010 9:32 pm
da quilla
Cavolo, che meraviglia!!!! :okboy:

Re: Una gita in Valganna

Inviato: sab gen 30, 2010 12:44 am
da stampela
bravo..se puoi mi presteresti il libro ?...o mi puoi scrivere il titolo? scrivimi il titolo se è possibile acquistarlo....Piero

Re: Una gita in Valganna

Inviato: sab gen 30, 2010 8:00 am
da frenand
stampela ha scritto:bravo..se puoi mi presteresti il libro ?...o mi puoi scrivere il titolo? scrivimi il titolo se è possibile acquistarlo....Piero
Il titolo è:

Bizzozzero G.C. - Varese e il suo territorio, Ubicini, Varese, 1874.
Contiene anche la bella veduta di Varese presa da Giubiano.
Purtroppo è di non facile reperibilità e non mi risulta esista una edizione anastatica.

Mi spiace ma certi libri non li presto neanche a mia moglie!

Saludi

Re: Una gita in Valganna

Inviato: sab gen 30, 2010 9:00 am
da paoric
Mi spiace ma certi libri non li presto neanche a mia moglie!
Eh eh eh eh eh ti capisco benissimo!!! :)

Re: Una gita in Valganna

Inviato: sab gen 30, 2010 6:03 pm
da stampela
I ne ho imprestati tanti a Paolo e mi sono sempre stati restituiti..Per ora non ho preso fregature...a mia moglie non li posso prestare perchè da tempo purtroppo non ce più, ti ho fatto una domanda, non ho preteso niente....Piero

Re: Una gita in Valganna

Inviato: sab gen 30, 2010 6:26 pm
da paoric
Piero non conosco personalmente Frenand ma sono sicuro che abbia fatto una battuta per far capire quanto ci tenga a certi libri, e ti dirò che sono d'accordo, a volte anche per disgrazia le cose prestate fanno una brutta fine o peggio non tornano più indietro, ne so qualcosa purtroppo. :(

ciao

Re: Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: sab gen 30, 2010 6:45 pm
da frenand
Grazie Paolo hai interpretato correttamente il mio pensiero.
Ed era solo una battuta!

saludi

Re: Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: sab gen 30, 2010 6:48 pm
da paoric
Lo immaginavo..no problem

Tornando al bellissimo racconto sarebbe bello se questa primavera estate si provaresse a ripercorrerlo insieme, andando a cercare certi luoghi che con il passare di tanti anni avranno sicuramente cambiato fisionomia....ovviamente se ti potrai fermare un pò in Italia.

Grazie

Re: Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: sab gen 30, 2010 9:07 pm
da frenand
Speriamo, anche perchè ricordo che oltre 50 anni fa andavo a pescare con mio nonno dopo la prima galleria.
Si parcheggiava l'auto sulla sinistra andando verso Ganna e sulla destra si scendeva per un dirupo che allora mi sembrava pericolossimo.
Sono sicuro di poterlo riconoscere.

Saludi

Re: Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: sab gen 30, 2010 11:30 pm
da flaf
visitate questo: www.archiviostoricovalcuvia.it alla voce documenti trovete qualcosa che potrebbe interessare.
buona domenica

Re: Una gita in Valganna.... correva l'anno 1874

Inviato: sab gen 30, 2010 11:34 pm
da paoric
Molto bene e sono pure scaricabili, ciao grazie! :okboy: