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Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Lo storico della Associazione dal 2007 al 2013

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boa
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Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da boa »

Uno scorcio di Boarezzo per augurare Buon Natale e un sereno anno nuovo
Allegati
auguri di natale.jpg


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paoric
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da paoric »

Un pensiero per tutti gli amici che ci seguono... AUGURI anche da parte mia!

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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maxper
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da maxper »

Auguri anche da parte mia .......
DSC02969p.jpeg
Ciaooooooo...............
Saluti ,
Max .
Emi
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da Emi »

Grazie di cuori a TUTTI VOI, e Auguri a tutti gli Amici di Boarezzo e di Valganna.Info ma... non è un filino presto? :occasion:
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.

Leo Longanesi
nikyta70
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da nikyta70 »

Grazie mille.
Per il momento..... BUONA SANTA LUCIA A TUTTI!!!

Nicoletta :santa:
sparrov
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da sparrov »

TANTI TANTI AUGURI ANCHE A TUTTI VOI. SPARROV :santa:
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paoric
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da paoric »

Mi ha scritto la poetessa Ada Bottini che ci ha regalato un suo racconto che pubblico volentieri, grazie Ada:


Erano passati più di duemila anni dalla nascita di Gesù a Betlemme. Da allora, ogni anno in tutto il mondo Gesù era tornato a nascere nelle chiese, durante la messa di mezzanotte portando il suo messaggio di pace e di speranza.
Da quel lontano dicembre di Betlemme qualcosa era cambiato nel mondo: era sparita la schiavitù, c’era più giustizia per le donne e i bambini, una vita più lunga per i vecchi, ma non dovunque, non abbastanza.
Quell’anno Gesù voleva tornare sulla Terra per portare il suo messaggio agli uomini che, anche tra l’incenso e le candele sembravano ciechi e sordi.
Dialogò a lungo con il Padre e infine decise così:
- Padre quest’anno vorrei rinascere uomo vero. Non più nascosto nell’ostia o raffigurato nelle statue. Voglio essere carne, ossa, sangue: uno, dieci, mille uomini e vedere se qualcosa cambierà.-
- Veramente li avevo creati liberi di scegliere il bene o il male. Così facendo Tu limiterai la libertà di quegli uomini nei quali Ti incarnerai. –
- Solo per un giorno, Padre. Il giorno di Natale. Forse qualcosa resterà nella mente e nel cuore di quegli uomini, anzi di quei bambini, perché sceglierò dei bambini per la mia missione, Padre. – implorò Gesù.
Il Padre, come sempre, accondiscese.
Arrivò il giorno di Natale di quell’anno lontano più di duemila anni dalla prima nascita di Gesù.
In Palestina Omar, un ragazzino di undici anni sta osservando il mucchietto di pietre che ha raccolto, le soppesa ad una ad una per capire se sono giuste per un buon lancio. Gli hanno insegnato che bisogna essere sempre pronti a lanciare pietre contro gli Israeliani, se si presentassero con i loro fucili e le loro odiate divise. In verità i grandi capi stanno trattando la pace, ma il capo del villaggio non si fida e vuole che i ragazzini si mantengano allenati .
Omar ha una pietra in mano e la forte tentazione di lanciarla contro il figlio di un colono, un ragazzo antipatico che si avvicina in bicicletta.
- Omar, apri la mano e lascia cadere quella pietra. –
La voce è strana, comprensibile eppur debolissima. Omar si guarda intorno, ma non vede nessuno. La sua mano però ubbidisce al suggerimento e si apre, lasciando cadere la pietra. Intanto il figlio del colono si sta riavvicinando e, giunto alla sua altezza, sterza di colpo impolverandolo con la ruota posteriore. Omar in un altro momento l’avrebbe rincorso, afferrato e colpito. Questa volta si limita a scrollare via la polvere, scuotendo la testa. Shimon, il ragazzo israeliano, stupito dalla mancanza di reazione, abbandona la bicicletta e, fischiettando, con la mani intasca, si dirige a zigzag verso di lui.
Omar lo guarda avvicinarsi e, per la prima volta, vede i suoi occhi, il colore dei capelli, una piccola cicatrice sullo zigomo e si stupisce nel constatare quanto gli assomigli. L’altro gli arriva davanti, gli mette una mano sulla spalla e chiede: - Giochiamo? –
Quel giorno, le pietre preparate per ferire servono per giocare a bocce.
Più a nord, nella fredda Sarajevo una donna sta per partorire un figlio, frutto della violenza e destinato all’abbandono. La ragazza non vede l’ora di sbarazzarsi di quell’essere, che l’ha invasa e fatta soffrire oltre ogni immaginazione. E Gesù diventa Irma, una bambina mussulmana, che la madre ha deciso di allontanare da sé senza uno sguardo. Ma Irma, appena nata spalanca due occhi incredibili: innocenti e saggi, come se conoscesse tutta la storia del bene e del male. Con la manina afferra l’indice della madre, che è costretta a voltarsi verso di lei. Allora, come per incanto la rabbia si trasforma in pianto: Il pianto lava via il dolore, l’umiliazione, l’odio e lascia solo la vita. La ragazza si sente mamma e stringe a sé quell’incredibile figlia dagli occhi saggi e innocenti.
E’ l’alba. Un’alba calda e umida alla periferia di Manaus, quando Conchita si sveglia. Conchita ha appena nove anni, ma già lavora. Un lavoraccio pesantissimo: il suo corpo viene usato per il piacere dei minatori della zona. Anche quel giorno il camioncino passerà e la caricherà insieme ad altre bambine e ragazzine di quella città piena di gente e di miseria. Oggi si sente diversa però, più forte e più ribelle, come scossa dal torpore nel quale abitualmente vive.
Mr.O’Connor è già nella strada e strombazza il clacson per sollecitarla. Conchita prima pensa di non andare, di nascondersi, poi pensa alla sua famiglia che ha bisogno di soldi per mangiare e alle sue compagne di sventura e decide di organizzare qualcosa con loro. Vede la situazione chiaramente e capisce che non può più sopportarla. Sale sul camion che si avventura nella foresta. Le ragazzine dietro nel cassone sono assonnate, tristi e intorpidite e si lasciano sballottare come sacchi senza vita. L’autista urla: Cantate qualcosa voi laggiù. Forza, un po’ di allegria.- Le bambine come automi iniziano una nenia, ma Conchita ordina: - Zitte, non abbiamo motivo di cantare. -Vi piace la vita che facciamo? –La nenia si smorza e qualcuna risponde timidamente:-No.- Altre aggiungono: -Ci fa schifo. – Altre ancora: - Ma moriremo di fame se non lavoriamo. – Ascoltatemi – mormora Conchita Io non ci sto più. Dobbiamo trovare una soluzione . –
Appena il camion rallenta al guado, scappiamo via . – esclama una bimba.
- E poi? Ci perderemo nella foresta. – replica una più grandicella.
- Non c’è scampo – mormora tra le lacrime la più giovane.
- No, non è vero. Non so ancora come fare. – riprende Conchita - Intanto preghiamo. Lo conoscete quell’inno alla Madonna che ci hanno insegnato alla Missione? Incominciamo a cantare. Forza! –
“Bella sei come il sole
bianca come la luna
e le stelle, le più belle
non son belle
al par di Te…”

Le voci, prima incerte e tremanti acquistano via via forza e sicurezza e le parole dimenticate ritornano in mente sull’onda della musica.
All’autista , per un attimo, sembrò di tornar bambino a Dublino, quando sua madre lo teneva per mano nella chiesa tra i fumi dell’incenso e la musica dell’organo. Quanto tempo era passato? Più di una vita gli sembrava. Era talmente cambiato, un’altra persona. Quelle stupidelle gli facevano venire il nodo alla gola, come si permettevano? Le avrebbe messe a posto lui adesso.

O’ Connor frena , scende dal camion e di nuovo i ricordi lo subissano. E’ Natale oggi. Questo pensiero lo fulmina e gli impedisce di mettere in atto le sue intenzioni. Lentamente guarda le ragazzine ad una ad una, mentre cantano, e vede le loro facce, la loro età, la loro miseria.
- Ragazze, torniamo indietro. Oggi ve la pago io la giornata e.. tra quindici giorni non so. Arrangiatevi perché io non passerò più a prendervi per portarvi alla miniera.-
-
A Mogadiscio il camion della Croce Rossa distribuisce pane, zucchero, latte e frutta. La ressa e il vociare attorno sono assordanti e permettono solo ai più forti di avvicinarsi.
Alì è stanco morto, cammina non sa più da quanto. Ha abbandonato il villaggio, la sua capanna bruciata, i suoi genitori morti, ha camminato verso la speranza di sopravvivere. Ormai non ha neanche più fame, vorrebbe solo stendersi e dormire. Qualcuno vicino a lui lo fa, cade a terra senza più forze. E’ un bambino più piccolo di lui, più malconcio. Alì si fa forza, si trascina verso quelle donne con la cuffia in testa e il sorriso sul viso. Allunga una mano, riceve pane frutta, latte. Di colpo gli è tornata la fame, vorrebbe mangiare tutto subito, non fare neppure un passo, ma non può. Una forza sconosciuta lo fa tornare indietro. Raggiunge il bambino a terra, a fatica gli bagna le labbra con il latte, poi sempre di più, finché quello apre gli occhi e beve. Ora anche lui può mangiare e bere. Anche Alì sorride, come le donne con la cuffia, chissà perché, si chiede.
E Gesù quell’anno a Natale fu Omar, fu Irma, fu Conchita, fu Alì.. fu Salvatore, Enrico, Annamaria e…Chissà forse Gesù sei stato anche tu. Non te ne dimenticare.
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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quilla
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da quilla »

Gentile la signora Ada a regalarci questo bel racconto, toccante, proprio il classico racconto "natalizio".... :)
Mary
piusuper
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da piusuper »

Auguri di cuore a tutti noi e alla nostra valle
la libertà del l'uno finisce dove comincia quella del'altro
ghirlavet
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da ghirlavet »

Auguri a tutti voi per un felice Natale e per un 2013 ricco di soddisfazioni. :santa: :bravo: :santa: :bravo: :santa:
ghirlavet
renzo041262
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da renzo041262 »

Tanti, tanti auguri a tutti!
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balco
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da balco »

Auguri e buone passeggiate :occasion: :santa: (dopo le magnate)
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paoric
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da paoric »

Speriamo nel bel tempo! :santa:
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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quilla
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Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da quilla »

Tanti, ma tanti cari auguri a tutti anche da parte della Quilla
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Mary
gigilugi
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Località: Milano, ma il DNA è marchirolese al 75%

Re: Auguri di Buon Natale e di un sereno anno 2013

Messaggio da gigilugi »

Lieto Natale a tutti gli amici della Valganna
ghe voeuren i garun

12 settembre 1993 - 20 maggio 2012 - One Love
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