Visibile anche da un'angolazione particolare sulle sponde del Lago di Ghirla, il Monte Limidario (ma in molti preferiscono ancora chiamarlo Gridone o Ghiridone) è la più alta tra le varie cime che cingono la sponda occidentale del Lago Maggiore. La sua cresta corre perfettamente sul confine italo-elvetico e comprende un massiccio imponente e molto complesso, dominando l'intero alto bacino verbanese, la Val Cannobina e le Centovalli.
Si tratta, pertanto, di un'escursione di prim'ordine in un ambiente in cui aspetti alpini e subalpini si fondono perfettamente.
L'escursione proposta è quella classica, che parte da Brissago (CH), da dove sono raggiungibili due località (Cortaccio e Mergugno) le quali portano in cima da due itinerari separati, impedendo così il giro ad anello, possibile soltanto se si è in giro con mezzi pubblici e, possibilmente, in due giorni. La salita diretta da Brissago, difatti, comporta almeno sei ore senza tregua e farlo in giornata, considerando anche la discesa e quasi 4000 metri di dislivello totali, se lo possono permettere davvero in pochi: la presenza della piccola ma ospitale Capanna al Legn (m.1785) consente perciò di spezzare in due giorni senza ammazzarsi di fatica.
Nel nostro caso raggiungiamo in auto Cortaccio, grazioso villaggio ticinese: poco prima del termine della strada c'è un piccolo parcheggio apposito per i turisti. Il tempo per la sola salita si aggira sulle tre ore.
Cortaccio (m.1067). In cima al colle sullo sfondo è già visibile la costruzione triangolare della Capanna al Legn.
Cartelli indicatori nel piccolo borgo.
Dopo una prima parte di salita in un bosco solcato da alcuni ruscelli, la vegetazione inizia a diradarsi intorno ai 1300 metri, dopo aver superato il piccolo alpeggio di Penzevrone (m.1218) e lasciato sulla destra il più ripido itinerario che conduce direttamente al rifugio.
La vista sul lago è da subito splendida...
Il sentiero sale zigzagando per la Valle di Ponte, caratterizzata dallo scrosciante torrente e da alcuni ex-alpeggi in rovina.
Alpe di Voje (m.1645)
Superato il torrente si giunge nei pressi dell'Alpe Vaiee (m.1730), ormai poco lontani dal rifugio, ma a questo punto si continua a salire seguendo le indicazioni per Bocchetta di Valle-Gridone.
Tra macchie di Rododendri, massi e placche si procede in forte salita verso la Bocchetta di Valle (m.1948)...
... presto raggiunta, e da dove la visuale s'allarga sulle Centovalli, dominate dalla scura mole del Limidario.
La cresta opposta al Limidario, chiamata Fumadiga e composta da più cime che digradano verso il Verbano congiungendosi col Pizzo Leone (m.1659), è riservata esclusivamente a escursionisti esperti e attrezzati ed è nota anche col nome di "lenzuoli del Limidario".
Dalla bocchetta esistono due sentieri per raggiungere la cima: quello "invernale" sale diritto e con pendenza tranquilla sulla cresta e la raggiunge in attraversata; quello "estivo", più alpinistico, rimane basso portandosi direttamente sotto la cima affrontando divertenti roccette e canalini...
... sbucando a pochi metri dalla cima in un ambiente superbo e spettacolare.
Il sentierino che traversa in cresta è stretto ma non pericoloso, e con una breve erta finale conduce alla grande croce di vetta.
Da questa visuale si capisce bene la ragione della definizione di "lenzuoli del Limidario" per la separata cresta sottostante, che limita in parte la visuale sul Verbano.
Nonostante l'ambiente severo sulla cresta è sempre facile incontrare animali da pascolo, in questo caso addirittura "di vedetta".
Dalla bocchetta si scende direttamente al rifugio, dove la vista a picco sull'alto Verbano è davvero eccezionale, ed è un piacere godere tramonto e alba... Da qui, tramite lo stesso sentiero dell'andata o per quello più ripido, si ritorna a Cortaccio.
Monte Limidario o Gridone (m.2188)
Moderatori: lampo, quilla, Emi, Parsifal, gigilugi
Monte Limidario o Gridone (m.2188)
Un cretino è un cretino,
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi
cento cretini son cento cretini,
ma diecimila cretini sono una forza storica.
Leo Longanesi