Antro delle Gallerie
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Re: Antro delle Gallerie
Ciao metalgold, quando sei stato all'Antro ed hai trovato l'ingresso occluso? Di recente?
Mary
Re: Antro delle Gallerie
quilla ha scritto:Ciao metalgold, quando sei stato all'Antro ed hai trovato l'ingresso occluso? Di recente?
Ciao no sono stato li credo intorno al 97 98 ed era chiuso speravo che qualcuno di voi mi potesse dare notizie più recenti.
Enrico
Re: Antro delle Gallerie
Quello che ti posso dire è che l'utente Stalker ci è stato nel novembre 2006, puoi trovare il suo reportage qui.
Questi altri tizi invece ci sono stati nel dicembre 2007.
Più di recente, nel gennaio 2009, gli utenti Alebestiale, Xian, Ponga hanno fatto una spedizione, come puoi vedere dalla foto in gennaio l'ingresso dell'Antro era perfettamente agibile.
Per entrarci so che bisogna essere piuttosto esperti ed atrezzati, non è proprio come fare una passeggiata....
Questi altri tizi invece ci sono stati nel dicembre 2007.
Più di recente, nel gennaio 2009, gli utenti Alebestiale, Xian, Ponga hanno fatto una spedizione, come puoi vedere dalla foto in gennaio l'ingresso dell'Antro era perfettamente agibile.
Per entrarci so che bisogna essere piuttosto esperti ed atrezzati, non è proprio come fare una passeggiata....
Mary
Re: Antro delle Gallerie
quilla ha scritto:Quello che ti posso dire è che l'utente Stalker ci è stato nel novembre 2006, puoi trovare il suo reportage qui.
Questi altri tizi invece ci sono stati nel dicembre 2007.
Più di recente, nel gennaio 2009, gli utenti Alebestiale, Xian, Ponga hanno fatto una spedizione, come puoi vedere dalla foto in gennaio l'ingresso dell'Antro era perfettamente agibile.
Per entrarci so che bisogna essere piuttosto esperti ed atrezzati, non è proprio come fare una passeggiata....
è vero nelle camere di coltivazione si sta a malapena seduti e il fango argilloso abbonda,senza contare che mi sono anche perso una volta,direi che hai perfettamente ragione.
comunque se è aperta si va senza indugi,grazie.
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Re: Antro delle Gallerie
Pubblicazione di Luigi V. Bertarelli apparsa nel 1899 sulla Rivista Mensile del Touring Club Ciclistico Italiano.
L’ANTRO DELLE GALLERIE
Con questo nome, che potrebbe servire di titolo a un romanzo d’appendice, il defunto Prof. Innocenzo Regazzoni, in un suo libro di Paleoetnologia: L’uomo preistorico nella Provincia di Como, pubblicato dall’Hoepli nel 1878, descrive una singolare escavazione che trovasi presso Varese, in Val Ganna.
Io ne ebbi conoscenza giorni sono dall’Ing. Francesco Tosi, il quale, insieme a molte notizie interessanti raccolte in note cronologiche, mi fece vedere certe sue bellissime fotografie stereoscopiche dell’interno (1) che mi decisero a una visita immediata.
Domenica dunque, cogli amici Origoni, Moro e Caspani, salimmo colla nostra bicicletta, nel tepore della giornata quasi primaverile le dolci pendici della Val Ganna. Passato il secondo tunnel, e la pietra chilometrica 8, prendemmo a sinistra uno scosceso sentiero, e portata la macchina fuori di tiro di qualche male intenzionato, ci mettemmo alla ricerca dell’Antro, battendo in tutti i sensi la plaga di monte ove le nostre istruzioni ne collocavano l’entrata.
Manco a dirlo: come accade sempre in fatto di grotte, non riuscimmo a nulla, per cui dopo un’oretta di ricerche infruttuose, feci quello cui prudentemente sarebbe stato meglio pensar prima: colla bicicletta tornai indietro pochi chilometri fino alla birreria Poretti, chiesi del signor Comolli, che mi diede un ragazzo pratico; caricai il giovinetto già quattordicenne sul manubrio, e colla piccola guida tornai al campo delle ricerche.
Gli amici continuavano ancora diligentemente a passare intorno, sopra o sotto a pochi metri dal foro nascosto! Però mi pare che se avessimo avuto l’indicazione che sto per dare, l’avremmo subito fin dapprincipio rintracciato: oltrepassare la pietra chilometrica 8 di alcune centinaia di metri: ivi la condottura elettrica di Varese, portata da alti pali con teste da morto, si avvicina molto alla strada, dalla quale diventano leggibili i numeri progressivi dei pali. Stando sulla strada si deve far passare per il palo 99 una visuale normale alla strada stessa. L’entrata della grotta è su questa visuale a 100 150 metri di distanza dal ciglio stradale, e a circa 30 metri di dislivello, in alto. E’ in mezzo ad un viluppo di rovi, in un ceduo fittissimo e si presenta con un’apertura alta metri 1,30 larga 0,60, con una struttura che fa supporre l’esistenza di una porta.
Da quest’entrata comincia una galleria presso a poco orizzontale, con varia altezza di 0,80 a 2,50, di sezione generalmente piana in basso e in alto e curva colle convessità in fuori nei fianchi (come la sezione di una botte in piedi).
La larghezza alla pancia varia fra 60 centimetri e un metro. Il pavimento, se così si può chiamare, è coperto quasi tutto di molle fanghiglia argillosa o marnosa, appiccicaticcia, in cui i piedi s’invischiano a segno di durar fatica a trarneli.
Uno stillicidio scarso, vario secondo le stagioni, non molto ricco di calcare, cosicchè le concrezioni sono rare e senza importanza, inumidisce quasi tutte le pareti, e si raccoglie in qualche punto del suolo in piccole pozze.
La lunghezza di questa galleria mi parve di circa 150 a 200 metri.
Questo scavo è artificiale. Esso si addentra in una roccia di arenaria abbastanza dura, dove lo scalpello ha dappertutto segnato il passaggio delle accuminate punte. Non c’è luogo che non porti evidente la traccia di un lavoro umano, anzi di un lavoro regolare e ben diretto, fatto con strumenti abbastanza potenti. La roccia è soda, non si è affatto, nel corso dei secoli, sgretolata, perciò i colpi di scalpello segnano lunghi solchi paralleli o incrociati, che si direbbero di data assai recente.
Verso i piedritti delle pareti, i solchi sono cancellati, come se sul suolo si fossero a lungo trascinati oggetti pesanti, che sfregassero con forza, smussando le asperità.
A una trentina di metri dall’imbocco della galleria vi sono due cunicoli che ne escono presso a poco ad angolo retto, uno a destra, l’altro a sinistra. Uno di questi finisce nelle dure roccie a pochi metri di distanza; l’altro (quello di sinistra) dopo d’essersi fatto tanto angusto, da non aver più in qualche punto che una sezione di circa 0,40 per 0,60, cosicchè vi si passa malamente, discende alquanto e torna ad allargarsi e poi si biforca di nuovo. Prima delle strozzature vi è poi un’altra biforcazione che conduce malagevolmente a un pozzo d’acqua alquanto profondo.
Dalla galleria principale si dipartono allo stesso modo, altre gallerie in gran numero, sotto angoli diversi, senza distribuzione regolare, spesso l’una di fronte all’altra, talvolta dirette in giù, tal altra in su. Per entrare in una, che è l’ultima, dovetti montare sulla spalla compiacente di uno dei compagni.
Queste gallerie secondarie hanno alla loro volta numerose diramazioni in ogni senso, alcune brevi, alcune lunghe una cinquantina di metri, altre tronche da ingombri di argilla, che tolgono di poterne stimare la lunghezza.
Il dedalo è, già così, imponente, e misura, io credo, molto più di un chilometro di sviluppo. Ma chi potrebbe darne la reale estensione?
Questa è celata dalla ostruzione di argilla, espressa, mentre è molla, tra l’uno e l’altro strato di roccia compatta dal peso del monte, come dalle doghe di una botte mal connessa di miele o di catrame cola adagio adagio l’interna materia.
Per qualche ora esplorammo quel curioso labirinto sicuri di non smarrire la via del ritorno, poichè facevamo svolgere sui nostri passi delle stelle filanti (avanzi di carnevale!). Poi uscimmo al sole, contenti del singolare ed interessante viaggio, e più che mai incerti sulla natura dello scavo.
Circa la destinazione e l’origine di questo Antro delle Gallerie, malgrado diverse ricerche, dura tuttora il mistero, attorno al quale si agitano varie ipotesi. L’Ing. Tosi vi ha trovato delle ossa tenute per fossili dal Prof. Mariani, ma insomma nulla vi è di chiaro, e una illustrazione scientifica è ancora da farsi. Intanto ecco per i turisti una passeggiata poco nota e interessante.
Tanto più che, scendendo verso Varese vi sono di quelle fontane deliziose..., e chi non è, come me, specialista per l’acqua di fonte, beva la birra ottima del Poretti, o faccia colazione o pranzi alla Fontana degli Ammalati, o al Restaurant Gnocchi poco più in su: una casina alla svizzera, all’ombra di grandi alberi, al piede di roccie cupe, nella frescura di un vallone serrato da alte pareti a picco. Ora vi fioriscono i bucaneve, le violette e le primule, tra un mese tutto vi sarà verde e pieno di vita primaverile…
Luigi V. Bertarelli.
__________
(1) Ai dilettanti di fotografie speleologiche o notturne segnalo come economico e comodissimo «il lampo» che si vende dalla ditta Ganzini Namias & C. succursale di Milano. L’otturatore della macchina viene aperto nell’oscurità, si accende «il lampo» che dura esattamente il tempo necessario per impressionare lastre rapide, come ad esempio le Lux della stessa Ditta. Si evita così la difficoltà di determinare la durata della posa, che è un ostacolo, per non pratici, alI’impiego del magnesio.
L’ANTRO DELLE GALLERIE
Con questo nome, che potrebbe servire di titolo a un romanzo d’appendice, il defunto Prof. Innocenzo Regazzoni, in un suo libro di Paleoetnologia: L’uomo preistorico nella Provincia di Como, pubblicato dall’Hoepli nel 1878, descrive una singolare escavazione che trovasi presso Varese, in Val Ganna.
Io ne ebbi conoscenza giorni sono dall’Ing. Francesco Tosi, il quale, insieme a molte notizie interessanti raccolte in note cronologiche, mi fece vedere certe sue bellissime fotografie stereoscopiche dell’interno (1) che mi decisero a una visita immediata.
Domenica dunque, cogli amici Origoni, Moro e Caspani, salimmo colla nostra bicicletta, nel tepore della giornata quasi primaverile le dolci pendici della Val Ganna. Passato il secondo tunnel, e la pietra chilometrica 8, prendemmo a sinistra uno scosceso sentiero, e portata la macchina fuori di tiro di qualche male intenzionato, ci mettemmo alla ricerca dell’Antro, battendo in tutti i sensi la plaga di monte ove le nostre istruzioni ne collocavano l’entrata.
Manco a dirlo: come accade sempre in fatto di grotte, non riuscimmo a nulla, per cui dopo un’oretta di ricerche infruttuose, feci quello cui prudentemente sarebbe stato meglio pensar prima: colla bicicletta tornai indietro pochi chilometri fino alla birreria Poretti, chiesi del signor Comolli, che mi diede un ragazzo pratico; caricai il giovinetto già quattordicenne sul manubrio, e colla piccola guida tornai al campo delle ricerche.
Gli amici continuavano ancora diligentemente a passare intorno, sopra o sotto a pochi metri dal foro nascosto! Però mi pare che se avessimo avuto l’indicazione che sto per dare, l’avremmo subito fin dapprincipio rintracciato: oltrepassare la pietra chilometrica 8 di alcune centinaia di metri: ivi la condottura elettrica di Varese, portata da alti pali con teste da morto, si avvicina molto alla strada, dalla quale diventano leggibili i numeri progressivi dei pali. Stando sulla strada si deve far passare per il palo 99 una visuale normale alla strada stessa. L’entrata della grotta è su questa visuale a 100 150 metri di distanza dal ciglio stradale, e a circa 30 metri di dislivello, in alto. E’ in mezzo ad un viluppo di rovi, in un ceduo fittissimo e si presenta con un’apertura alta metri 1,30 larga 0,60, con una struttura che fa supporre l’esistenza di una porta.
Da quest’entrata comincia una galleria presso a poco orizzontale, con varia altezza di 0,80 a 2,50, di sezione generalmente piana in basso e in alto e curva colle convessità in fuori nei fianchi (come la sezione di una botte in piedi).
La larghezza alla pancia varia fra 60 centimetri e un metro. Il pavimento, se così si può chiamare, è coperto quasi tutto di molle fanghiglia argillosa o marnosa, appiccicaticcia, in cui i piedi s’invischiano a segno di durar fatica a trarneli.
Uno stillicidio scarso, vario secondo le stagioni, non molto ricco di calcare, cosicchè le concrezioni sono rare e senza importanza, inumidisce quasi tutte le pareti, e si raccoglie in qualche punto del suolo in piccole pozze.
La lunghezza di questa galleria mi parve di circa 150 a 200 metri.
Questo scavo è artificiale. Esso si addentra in una roccia di arenaria abbastanza dura, dove lo scalpello ha dappertutto segnato il passaggio delle accuminate punte. Non c’è luogo che non porti evidente la traccia di un lavoro umano, anzi di un lavoro regolare e ben diretto, fatto con strumenti abbastanza potenti. La roccia è soda, non si è affatto, nel corso dei secoli, sgretolata, perciò i colpi di scalpello segnano lunghi solchi paralleli o incrociati, che si direbbero di data assai recente.
Verso i piedritti delle pareti, i solchi sono cancellati, come se sul suolo si fossero a lungo trascinati oggetti pesanti, che sfregassero con forza, smussando le asperità.
A una trentina di metri dall’imbocco della galleria vi sono due cunicoli che ne escono presso a poco ad angolo retto, uno a destra, l’altro a sinistra. Uno di questi finisce nelle dure roccie a pochi metri di distanza; l’altro (quello di sinistra) dopo d’essersi fatto tanto angusto, da non aver più in qualche punto che una sezione di circa 0,40 per 0,60, cosicchè vi si passa malamente, discende alquanto e torna ad allargarsi e poi si biforca di nuovo. Prima delle strozzature vi è poi un’altra biforcazione che conduce malagevolmente a un pozzo d’acqua alquanto profondo.
Dalla galleria principale si dipartono allo stesso modo, altre gallerie in gran numero, sotto angoli diversi, senza distribuzione regolare, spesso l’una di fronte all’altra, talvolta dirette in giù, tal altra in su. Per entrare in una, che è l’ultima, dovetti montare sulla spalla compiacente di uno dei compagni.
Queste gallerie secondarie hanno alla loro volta numerose diramazioni in ogni senso, alcune brevi, alcune lunghe una cinquantina di metri, altre tronche da ingombri di argilla, che tolgono di poterne stimare la lunghezza.
Il dedalo è, già così, imponente, e misura, io credo, molto più di un chilometro di sviluppo. Ma chi potrebbe darne la reale estensione?
Questa è celata dalla ostruzione di argilla, espressa, mentre è molla, tra l’uno e l’altro strato di roccia compatta dal peso del monte, come dalle doghe di una botte mal connessa di miele o di catrame cola adagio adagio l’interna materia.
Per qualche ora esplorammo quel curioso labirinto sicuri di non smarrire la via del ritorno, poichè facevamo svolgere sui nostri passi delle stelle filanti (avanzi di carnevale!). Poi uscimmo al sole, contenti del singolare ed interessante viaggio, e più che mai incerti sulla natura dello scavo.
Circa la destinazione e l’origine di questo Antro delle Gallerie, malgrado diverse ricerche, dura tuttora il mistero, attorno al quale si agitano varie ipotesi. L’Ing. Tosi vi ha trovato delle ossa tenute per fossili dal Prof. Mariani, ma insomma nulla vi è di chiaro, e una illustrazione scientifica è ancora da farsi. Intanto ecco per i turisti una passeggiata poco nota e interessante.
Tanto più che, scendendo verso Varese vi sono di quelle fontane deliziose..., e chi non è, come me, specialista per l’acqua di fonte, beva la birra ottima del Poretti, o faccia colazione o pranzi alla Fontana degli Ammalati, o al Restaurant Gnocchi poco più in su: una casina alla svizzera, all’ombra di grandi alberi, al piede di roccie cupe, nella frescura di un vallone serrato da alte pareti a picco. Ora vi fioriscono i bucaneve, le violette e le primule, tra un mese tutto vi sarà verde e pieno di vita primaverile…
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ghe voeuren i garun
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Re: Antro delle Gallerie
Archivio Storico Lombardo: Giornale della società storica lombarda, 1875
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Re: Antro delle Gallerie
Grazie Gigi... 

Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Antro delle Gallerie
Archivio della Società Storica Varesina, Volume primo, 1931-1932
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Re: Antro delle Gallerie
Bel colpo!
Ti criticheranno sempre, parleranno male di te e sarà difficile che incontri qualcuno al quale tu possa andare bene come sei. Vivi come credi. Fai cosa ti dice il cuore…ciò che vuoi…. una vita è un’opera di teatro che non ha prove iniziali. Canta, ridi, balla, ama….e vivi intensamente ogni momento della tua vita…. Prima che cali il sipario e l’opera finisca senza applausi. (Charlie Chaplin)
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Re: Antro delle Gallerie
Ecco un altro articolo di don Mario Frecchiami analogo a quello già postato da Paolo, ma del 1960 (pubblicato nel 1962).
Rivista della Società Storica Varesina, Fascicolo VII, 1962
1 di 3
Rivista della Società Storica Varesina, Fascicolo VII, 1962
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Ultima modifica di gigilugi il gio set 30, 2010 5:50 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Antro delle Gallerie
3 di 3
Buona lettura
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Re: Antro delle Gallerie
Posto qui la domanda perchè questo argomento è frequantato da appassionati di grotte e speleologi:
Ho letto che a Varese in viale Belforte esiste o esisteva una grotta, Fuga du la Roca, un testo la localizza a ridosso del castello di Belforte, un altro sulla destra dell'Olona sotto il Belforte.
Qualcuno ne sa di più?
Ringrazio anticipatamente
frenand
Ho letto che a Varese in viale Belforte esiste o esisteva una grotta, Fuga du la Roca, un testo la localizza a ridosso del castello di Belforte, un altro sulla destra dell'Olona sotto il Belforte.
Qualcuno ne sa di più?
Ringrazio anticipatamente
frenand
" Scambiano la fiacchezza della loro anima per civiltà e generosità" ( Stendhal )
frenand
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Re: Antro delle Gallerie
A proposito della grotta di Belforte ieri, transitando in scooter, ho fatto un giro attorno al fatiscente castello e, non notando nessuna grotta, ho chiesto lumi ad una anziana signora residente nella cascina a Nord del Castello la cui famiglia risiede in loco, così mi ha detto, dalla fine del '800 (vedendo lo stato della cascina c'è da credergli..!). Mi ha detto che secondo lei non esistono, almeno in loco, e che il castello non possiede nemmeno cantine nè sotterranei. Ha però accennato ad una grotta chiusa ed abbandonata tra la collina di Belforte e l'Olona più o meno all'altezza della ex cartiera..
Per la cronaca conosco un'altra grotta nei paraggi, in realtà è una ex-cava di pietra molera (arenaria) utilizzata per le mole e si trova sul versante nord della collina di Bizzozzero sopra le fabbriche abbandonate dela folla di Malnate, nei pressi dei binari delle Nord. Vi sono altre grotte di "Molera" in zona Valle del Lanza verso Cantello.
Saluti.
Per la cronaca conosco un'altra grotta nei paraggi, in realtà è una ex-cava di pietra molera (arenaria) utilizzata per le mole e si trova sul versante nord della collina di Bizzozzero sopra le fabbriche abbandonate dela folla di Malnate, nei pressi dei binari delle Nord. Vi sono altre grotte di "Molera" in zona Valle del Lanza verso Cantello.
Saluti.
Re: Antro delle Gallerie
Grazie Mauri.
Saludi
Saludi
" Scambiano la fiacchezza della loro anima per civiltà e generosità" ( Stendhal )
frenand
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