La discussione è arrivata a un punto morto, mi pare...
I problemi legati al territorio sono diventati molto complessi, e, per quanto ci si sforzi di trovare un onorevole compromesso, si finisce sempre per trascurare uno o più fattori che fanno insorgere gli eventuali danneggiati, ai quali non par vero di poter inneggiare al sopruso e all' intransigenza degli oppositori.
Sono certa di ripetermi, ma " alla radice di un problema, c'è (quasi) sempre il fattore umano".
Ora, è ovvio che alla presenza dell'uomo non possiamo opporre una soluzione drastica ( l'eliminaazione fisica non è praticabile in quanto illegale: le stragi sono un reato grave

); a parte gli scherzi, laddove uomo e fauna selvatica si contendono l'habitat, è sempre l'animale a soccombere, la storia ce lo insegna.
I Parchi naturali, nelle loro varie forme di tutela ( che vanno dalle riserve off limits ai Plis di importanza sovracomunale) si sa che non sempre vengono vissuti come un'opportunità, ma al contrario, come un'insopportabile limitazione della libertà individuale e del diritto di proprietà privata.
Forse dovremmo cominciare a pensare che i diritti della collettività vengono prima di quelli individuali, specialmente se fra questi ultimi includiamo il profitto e lo sfruttamento di risorse comuni come il suolo, l'aria, l'acqua.... ma qui si sconfina nell'ideologia politica e mi fermo, perchè non è questo l'argomento della discussione.
